RACCONTI & OPINIONI

E la politica? Nel mirino della magistratura contabile finisce quasi tutto il lavoro dell’Esecutivo di centrodestra


Il J’accuse della Corte dei conti: «La corruzione male assoluto»   La corruzione? E’ una vera e propria «patologia», uno tra i mali assoluti dell’Italia tale da essersi trasformato ormai in «cultura». A dirlo e a fotografare un quadro drammatico è il procuratore generale della Corte dei Conti Mario Ristuccia. E’ alla presenza di Napolitano, nel corso della cerimonia dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, che il procuratore generale lancia un vero e proprio ”j’accuse” nei confronti di un Governo che non fa nulla, anzi il contrario, per contrastare un fenomeno che ha assunto ormai i termini di una vera e propria «questione morale». I dati - come del resto conferma Ristuccia - «non consentono ottimismi». Rispetto allo scorso anno i casi di corruzione sono aumentati del 30,22% (237 le denunce) mentre diminuiscono le persone denunciate: 709 per corruzione (-1,39% rispetto al 2009), 183 per concussione (-18,67%) e 2.290 per abuso di ufficio (-19,99%). Ed è in particolare nel settore della Sanità che - avverte Ristuccia - «si intrecciano con sorprendente facilità veri e propri episodi di malaffare con aspetti di cattive gestioni talvolta favorite dalle carenze del sistema dei controlli». La magistratura contabile mette quindi in evidenza gli effetti della malasanità: l’importo complessivo di danno erariale contestato ammonta a circa 254 milioni di euro, in gran parte concentrato nella regione Lazio (oltre 130 mln), in Sicilia (oltre 69 mln), in Calabria (oltre 38 mln) ed in Lombardia (oltre 17 mln). Altri consistenti importi attendono verifiche in Campania e Abruzzo. Tra questi di «significativa rilevanza» sono le ipotesi di danno erariale contestato nel Lazio per frodi nella gestione di case di cura convenzionate, «per irregolari erogazioni di prestazioni riabilitativa (quasi 130 mln) e quelli contestati in Sicilia per l’ingiusta erogazione di somme a società (circa 31 mln) e per la costituzione di una società per azioni per l’affidamento dei servizi del 118 (oltre 37 mln)». E la politica? Certo, non aiuta. Nel mirino della magistratura contabile finisce quasi tutto il lavoro dell’Esecutivo di centrodestra svolto in questi anni. Non solo sono «insoddisfacenti» i risultati degli Enti locali nella lotta contro l’evasione, non solo sono sostanzialmente «inadeguati» tutti gli strumenti adottati nel reperimento del gettito fiscale complessivo, ma, sotto accusa, chiaramente e senza alcuna ambiguità, ci sono tutte le leggi ”ad personam”, dalla Cirielli al nuovo ddl sulle intercettazioni «che costituiscono invece - sottolinea Ristuccia - uno dei più importanti strumenti investigativi utilizzabili a contrastare le frodi». Così il ddl intercettazioni «non appare indirizzato ad una vera e propria lotta alla corruzione», spiega Ristuccia. Ma la Corte boccia clamorosamente anche la legge Cirielli, che ha dimezzato i termini di prescrizione «con il risultato che molti dei relativi processi si estingueranno poco prima della sentenza finale, sebbene preceduta da una sentenza di condanna». Quanto, ancora, al Ddl sul processo breve, l’auspicio è che «non costituisca un ulteriore ostacolo nella lotta alla corruzione». Tutto si inserisce nella grande riforma federale che il governo ha pianificato. E, dunque, particolarmente ricca di altre criticità è anche ”quella” riforma che più preme alla Lega: il federalismo fiscale. Ad essere smontato, ascoltando Ristuccia, è tutto un ”sistema”, come se il malaffare fosse diventato costume, buttato giù tassello per tassello perché, e i dati lo dimostrano, le leggi fino ad oggi varate sono andate esattamente nella direzione contraria a contrastare la lotta proprio alla corruzione e alle frodi. «Evidentemente - commenta alla fine Ferrero (Prc) - Berlusconi, nella sua opera di corruzione sistematica della società italiana, dopo i condoni che hanno garantito la libertà di speculare e di evadere il fisco, vuole garantire ora anche la libertà di corrompere e di farsi corrompere. Del resto, è la pratica con cui si garantisce la maggioranza in parlamento». Non, certamente, nel Paese.Castalda Musacchio  23 febbraio 2011www.liberazione.it