RACCONTI & OPINIONI

Nel mese di marzo si chiuderà definitivamente il processo di revisione del crimonoso patto di stabilità in Europa


E' ARRIVATO IN ITALIA LO SCERIFFO DI NOTTINGHAM  «L'Italia ha davanti a sè una duplice sfida: risanare i conti riducendo l'elevato debito pubblico e assicurare una più rapida ripresa attraverso riforme strutturali»: il commissario europeo (che sembra più lo sceriffo di Nottigham) Olli Rehn ha dato la linea al nostro governo sottolineando in particolare come il nostro Paese abbia bisogno di una politica di moderazione salariale per evitare ulteriori perdite di competitività. «Il pil italiano quest'anno crescerà mezzo punto percentuale in meno rispetto alla media dell'Eurozona». Per Rehn, dunque, l'Italia deve «nel breve termine assicurare una moderazione salariale per evitare un ulteriore perdita di competitività». Per fare questo servono «azioni e riforme strutturali coraggiose», l'unico modo anche per «rafforzare la fiducia dei mercati». Nel mese di marzo si chiuderà definitivamente il processo di revisione del patto di stabilità con annesso il tema del governo economico dell'Unione. Al di là delle sfumature e delle limature si chiuderà definitivamente il riassetto istituzionale con il quale le classi dominanti europee cercheranno di gestire la crisi in forma autoritaria per competere nello scenario globale abbassando diritti e salari. Il vero dato di fondo che questo meccanismo mostra è che il capitalismo ha deciso di assumere la forma più reazionaria che la storia moderna europeo abbia conosciuto dopo la seconda guerra mondiale ad oggi. Fino a quando l'economia era espansiva la democrazia ed il capitalismo potevano convivere, non lo possono fare nella crisi. Le parole di Rehn sulla moderazione salariale sono parole di un gerarca che parla ad una nazione sotto occupazione. In questo contesto qualsiasi ipotesi riformista, di compromesso sociale, è saltata fin dall'origine perchè come dimostrano i dati al capitale non interessa risolvere la crisi, ma gestirla per aumentare i profitti. Per questo motivo, considerare Berlusconi come il solo problema democratico è fuorviante, le classi dominanti europee hanno deciso di mostrare ovunque il loro volto peggiore, lo fanno perchè la globalizzazione liberista ha dato loro in mano uno strumento formidabile di ricatto contro l'azione collettiva dei lavoratori.  I GAP CONTRO CRISI E CAROVITA  Secondo i calcoli provvisori dell'Istat l'inflazione a febbraio si è attestata al 2,4%, con una crescita dello 0,3% rispetto a gennaio. Si tratta del dato peggiore dal novembre 2008 quando era stato toccato il 2,7%. Le speculazioni di borsa sui generi di prima necessità, gli aumenti del prezzo del petrolio, la speculazione dell'intera filiera distributiva, si traducono in un aumento costante dei prezzi al consumo. La crescita dei prezzi dei generi alimentari (+0,4% da gennaio e +2% su base annua), sostengono giustamente le associazioni degli agricoltori come la CIA sarebbe dovuta soprattutto agli aumenti dei cerali, cresciuti in un mese del 10,5%, con punte del 19,8% per il frumento duro (+66% rispetto a gennaio 2010 e +89% per il frumento tenero), materie prime di cui il nostro Paese è forte importatore. La nostra agricoltura inoltre essendo petrolio dipendente risente in maniera diretta dei costi dei carburanti dei fertilizzanti e delle altre componenti chimiche che sono direttamente legati al prezzo del petrolio. Queste continue oscillazioni di prezzo alla base a loro volta, vengono accentuate verso l'alto per tutti i passaggi della filiera, fino al bancone. Chi ci rimette così sono i produttori che non rientrano nel prezzo del proprio prodotto perchè sono strangolati dalla grande distribuzione ed i cittadini, il prezzo del pane ad esempio continua a crescere, più 1.8%. La Rete dei Gruppi di Acquisto Popolari denuncia con forza l'inedia del governo su questo terreno, e continua la sua campagna per denunciare le speculazioni sui generi di prima necessità dimostrando come concretamente sia possibile tagliare la filiera al caro vita. Sabato prossimo i GAP saranno presenti in molte città per dimostrarlo.  01/03/2011www.controlacrisi.org