Blog
Un blog creato da cile54 il 09/01/2007

RACCONTI & OPINIONI

Pagine di Lavoro, Salute, Politica, Cultura, Relazioni sociali - a cura di franco cilenti

 
 

www.lavoroesalute.org

Chi è interessato a scrivere e distribuire la rivìsta nel suo posto di lavoro, o pubblicare una propria edizione territoriale di Lavoro e Salute, sriva a info@lavoroesalute.org

Distribuito gratuitamente da 37 anni. A cura di operatori e operatrici della sanità. Finanziato dai promotori con il contributo dei lettori.

Tutti i numeri in pdf

www.lavoroesalute.org

 

LA RIVISTA NAZIONALE

www.medicinademocratica.org

MEDICINA DEMOCRATICA

movimento di lotta per la salute

 TUTTO IL CONGRESSO SU

www.medicinademocratica.org

 

AREA PERSONALE

 
Citazioni nei Blog Amici: 180
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

MAPPA LETTORI

 

ULTIME VISITE AL BLOG

cile54cielostellepianetiindustriametallisbaglisignoramonellaccio19cardiavincenzocassetta2nomadi50m12ps12maremontyAlfe0Sassar0liiltuocognatino2BiSa62NonnoRenzo0
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

« Sfruttata e costretta a ...In questo paese d'impos... »

Salute mentale e Basaglia, antifascista, partigiano, comunista, emerito dottore dei matti, morto a soli 59 anni nel 1980

Post n°7330 pubblicato il 28 Gennaio 2013 da cile54

Se un uomo è un uomo

«Chi non ha non è». Trent'anni dopo la morte di Franco Basaglia, "il dottore dei matti" - che i matti ha liberato del manicomio - ripercorrere la sua storia, e insieme quella appunto della legge 180, è incredibilmente emozionante.

Rivisitare Basaglia: lo fa questo libro di Oreste Pivetta - "Franco Basaglia, il dottore dei matti", Dalai editore, pag. 287, euro 17 - con un lungo, affascinante viaggio attraverso il pensiero e l'opera del grande "dottore dei matti". Rivisitare Basaglia per scoprire che Basaglia è qui, non obsoleto, non lontano, ma vivo e qui. Ancora qui.

«Chi non ha non è»: infatti è sempre lo stesso; e i poveri continuano ad essere "matti", è sempre lo stesso, nonostante i tempi mutati.

Al di là della ricostruzione, passo dopo passo, di tutto ciò - idee, libri, confronti, studi, persone, scontri, difficoltà, intralci e slanci - che ha portato alla conquista della famosa legge Basaglia, il libro è soprattutto una vibrante, intensa, lucida narrazione di quella lunga, unica battaglia - ancora in corso - che ha nome liberazione dell'umanità. Quella umanità degli esclusi, degli emarginati, dei subalterni, dei poveri che, come i matti di Basaglia, restano «chiusi dentro». Perché non si vedano, non si sentano, non chiedano, non "disturbino".

E in questo senso è una storia, quella di Basaglia, che somiglia a una guerriglia. Un Che Guevara senza fucile, ma ugualmente armato, combattente di prima linea, coraggioso. E audace appunto come un guerrigliero. Con pochi e fidati compagni.

E' il 1978. «La nuova legge 180, "Norme per gli accertamenti e i trattamenti sanitari volontari e obbligatori", viene approvata il sabato 13 maggio, in un paese sbigottito, quattro giorni dopo la morte di Aldo Moro, assassinato dalle Brigate Rosse, nove giorni prima che fosse approvata la legge sull'aborto, quando al governo siede Giulio Andreotti, alla guida di un monocolore democristiano, sostenuto da comunisti, socialisti, socialdemocratici e repubblicani. E' il governo di “solidarietà nazionale", che cade nel gennaio dell'anno successivo».

Quello che era impossibile è diventato possibile, anzi realizzato. I manicomi si chiudono, si è riusciti a dimostrare nel concreto che si può vivere senza manicomi-lager, che i malati mentali possono essere assistiti, fuori dalla morsa disumana della istituzione segregante, essa stessa fucina di follia.

I manicomi chiudono. Poveri matti poveri (già, una domanda dell'epoca è: ma i matti ricchi dove vanno?): sull'onda del movimento e del dibattito suscitato da Basaglia, diventano di dominio pubblico inchieste, denunce, dati agghiaccianti. Il libro ne raccoglie una buona messe.

Per esempio l'ospedale psichiatrico Piero Pisani di Palermo: diapositive e immagini lo svelano qual è, «vecchio, cadente, fatiscente edificio: 2500 ricoverati, trentaquattro medici, ottocento infermieri nei quattro turni, sporcizia, umidità, sovraffollamento, inadeguatezza dei servizi, carenza nel vitto, malati sdraiati tra i rifiuti».

Per esempio, l'ospedale psichatrico di Ceccano, presso Grottaferrata, Roma, che Giovanni Berlinguer così descrive: «Vi sono due medici per 750 malati: possono visitarli solo quando prendono una malattia infettiva e li ricoverano in infermeria. Per il resto i degenti stanno in 100-150 in un camerone, che serve anche da refettorio, ognuno ha a disposizione un metro e mezzo. I letti sono ammassati nelle camerate e in corridoi lunghissimi, anche senza finestre, e i malati non hanno lo spazio per scenderne senza passare sul corpo del vicino. Per quaranta-cinquanta degenti si ha un gabinetto di due metri per uno. In compenso vige ancora l'art.50 del Regolamento del 1936, secondo il quale ai ricoverati che imbrattano le camere con le feci si deve praticare un clistere evacuante due volte al giorno, in modo da privarli del pericoloso corpo del reato».

Per esempio il Collegno, Torino. «Siamo stati al Collegno ieri sera, poco dopo la cena. Uno spettacolo che stringe il cuore. Affollamento intollerabile nelle camerate, promiscuità e fetore insopportabili. Abbiamo visto i malati nelle cinghie di contenzione. Urla...».

E' così dappertutto: «Nessuna parte d'Italia è libera da queste macchie».

A tale orrore va aggiunta, «una delle pratiche più comuni, si chiama elettroshock, terapia convulsivante, "metodo pratico", la definisce alla voce psichiatria l'enciclopedia Treccani, nell'aggionamentl del 1947».

La foto-simbolo della condizione manicomiale, annota l'autore, viene scattata a Colorno, Parma, da Carla Cerati, fotografa milanese. «Un uomo che nasconde il proprio volto tra le mani, il capo reclinato, indosso una divisa di tela grezzza, le dita sulla testa rasata, non un'espressione si coglie, non un gesto, non una sensazione. L'uomo senza faccia è l'immagine forse più celebre che ritragga l'ospite di un ospedale psichiatrico».

I poveri sono matti e i matti sono poveri. E'all'ingresso del medesimo manicomio di Colorno che gli studenti in medicina di Parma, un bel giorno tendono uno striscione che dice: «Il figlio del ricco è esaurito, il figlio del povero è matto». Basaglia spiegato al popolo. Basaglia che, nel visitare i manicomi, «aveva trovato come pazienti soltanto i poveri».

Una "scoperta" che diventerà il fulcro della sua battaglia contro il manicomio-inferno dei poveri; la sua battaglia che è anche e soprattutto contro l'esclusione sociale, l'ingiustizia di classe, la sopraffazione imposta dal potere, ivi compreso quello che si manifesta in camice bianco.

Lui - antifascista, partigiano, comunista, emerito dottore dei matti, morto a soli 59 anni nel 1980 - è il meraviglioso «realizzatore di utopie», colui che «apre le porte», «restituisce i comodini ai matti», colui che li lascia liberi di andare fuori, di lavorare, di recitare, persino di ballare; colui che ridà loro la parola e cancella per sempre la tragica immagine della fotografia-simbolo: «l'uomo senza faccia».

Il pazzo dottore dei matti, per il quale - inaudito - anche «chi non ha è». Per il quale battere il manicomio - lo scrive nel suo primo libro, "L'istituzione negata" - significa battersi contro quel sistema che produce manicomi-lager e tante alltre nefandezze; quella «società dominante, con la sua cultura, la sua tradizione, le sue regole a difesa del previlegio di una parte». Quella società - quel sistema -che «bisogna indagare e contestare, se si vuole cambiare qualcosa, se si vuole cancellare l'orrore di ordinamenti e di istituzioni che relegano l'uomo alla condizione di "cosa", oggetto, uomo-non-uomo».

Maria R. Calderoni

23/01/2013 www.liberazione.it

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/lavoroesalute/trackback.php?msg=11876640

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
 
 

L'informazione dipendente, dai fatti

Nel Paese della bugia la verità è una malattia

(Gianni Rodari)

 

SI IUS SOLI

 

 

www.controlacrisi.org

notizie, conflitti, lotte......in tempo reale

--------------------------

www.osservatoriorepressione.info

 

 

G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.

Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.

> andate in fondo alla pagina linkata e acquistatelo on line.

 

Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

omicidio di Stato

DARE CORPO ALLE ICONE

 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963