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« SOMMARIO SETTEMBRE/2A Torino dal 8 al 13 ott... »

La storia della nave Cunsky a largo di Cetraro non è una scoperta di oggi, i calabresi la conoscevano da tempo

Post n°2671 pubblicato il 01 Ottobre 2009 da cile54

Inquinati da scorie di stato

Il ritrovamento giorni addietro della nave Cunsky a largo di Cetraro, è la conferma, dopo vent' anni, di ciò che i calabresi sapevamo già.

Essa rappresenta il "cadavere" del delitto compiuto nei confronti del nostro mare e di quello africano, trasformati in depositi di migliaia di bidoni di rifiuti pericolosissimi, radioattivi, scorie della nostra "amata" industria del nord Italia, trasportati da decine di navi a perdere. Per nostra sfortuna purtroppo, ci sono anche le nostre bellissime montagne divenute anch'esse deposito, come dimostra la scoperta della collina di rifiuti radioattivi di Serra d'Aiello o le cave dell'Aspromonte.

Se questa conferma vi è stata, lo si deve all'iniziativa coraggiosa del Procuratore Capo della Repubblica di Paola, e di coloro che in questi anni si sono battuti perché la verità venisse a galla.

Questa inchiesta, inoltre, prova il ruolo fondamentale svolto dalle mafie, ed in particolare dalla ‘ndrangheta nella gestione del traffico illecito di qualsivoglia rifiuto. Una gestione eretta a sistema della quale facevano parte, ad altissimo livello, pezzi della politica, dei servizi segreti, trafficanti d'armi, le mafie ed in particolare la ‘ndrangheta. Un comitato di gestione al quale si rivolgevano l'industria privata del "corretto e trasparente" nord Italia, ma anche e soprattutto uomini dello Stato, meglio degli Stati, perché non vi può essere alcun dubbio sul fatto che la maggiore produzione di scorie radioattive e da addebitare quasi esclusivamente al settore pubblico dell'economia, in modo particolare alle centrali nucleari. Tutti sappiamo che in Europa esse costituiscono un problema irrisolto.

Un sistema potente, capace di resistere alle tante denunce, di depistare, di bloccare le indagini. Come è possibile che un collaboratore di giustizia legato alla ‘ndrangheta, parli della Cunsky nel 2006 e solamente oggi si avvia un'azione di riscontro delle sue dichiarazioni? Chi ha impedito un riscontro immediato? Sono domande alle quali e necessario dare delle risposte.

Un sistema che ha consentito alla "borghesia mafiosa" una accumulazione di capitali in maniera spregiudicata e mortifera, poco riguardosa della salute dei calabresi, per quelli di oggi e di domani, e della sua economia, perché se inquinano il mare e la terraferma non vi è alcun dubbio sul corpo mortale che infliggi alla Calabria. L'aumento delle neoplasie e del tiroidismo, ma anche l'uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, ci parlano di una complicità dello Stato, meglio degli Stati Europei, per queste morti, meglio, per queste stragi.

E' necessario costruire un movimento che controlli democraticamente dal basso l'accertamento della verità e delle responsabilità di coloro che sapevano e che hanno depistato, ostacolato, insabbiato. Bisogna impedire che anche questa vicenda si vada ad aggiungere alle tante troppe stragi di stato per le quali non si riesce mai a trovare il colpevole.

Un movimento dal basso che rivendichi la certezza delle sicurezza per la nostra salute del nostro mare e della nostra terra.

Un movimento che riesca ad impedire che il nostro territorio, già fortemente compromesso da queste vicende, venga trasformato nella pattumiera d'Italia anche con la costruzione di centrali nucleari nella provincia di Catanzaro, in corrispondenza di Sellia Marina, tra il fiume Simeri e il fiume Alli (principali località: Belladonna, Marindi, Simeri Mare, Sellia Marina), in provincia di Crotone, in corrispondenza della foce del fiume Neto, a nord di Crotone (Marina di Strongoli, Torre Melissa, Contrada Cangemi, Tronca) ed in provincia di Cosenza: la zona costiera tra il fiume Nicà e la città di Cariati, in virtù del ritorno al nucleare imposto dal governo Berlusconi.

Una scelta sbagliata perché le centrali nucleari producono poca energia, costosissima, rispetto alle altre fonti, ed in via di esaurimento, a causa del combustibile uranio. Una scelta, ricordiamo, che il governo vuole imporre sottraendosi al dibattito democratico ed al controllo trasparente delle popolazioni.

 

Pino Commodari

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