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A Torino oggettiva impossibilità di garantire, nelle attuali condizioni, un sereno e concreto esercizio del diritto di difesa

Post n°8489 pubblicato il 16 Gennaio 2014 da cile54

Gli avvocati dei notav: impossibile garantire il diritto di difesa

Pubblichiamo qui di seguito il comunicato stampa che il collegio difensivo dei notav imputati al maxiprocesso ha diffuso stamane sottoscrivendolo in 30. Da tempo denunciamo il clima di irregoalrità e intimidazione che subiscono i nostri legali all’interno di questo processo che si svolge nell’aula bunker delle carcere delle Vallette con 2 udienze settimanali calendarizzate fino a Giugno. Oltre a questo abbiamo registrato in più report i sotterfugi dei pm e la continua messa sotto pressione del collegio giudicante che ogni giorno prima di iniziare un’udienza si trova sui giornali processi e condanne già fatti. Di seguito il comunicato integrale:

 

COMUNICATO STAMPA

I sottoelencati difensori, parti processuali nel proc. pen. n. 18038/11 attualmente in corso presso la IV Sezione del Tribunale di Torino, osservano quanto segue:

sin dall’inizio del suddetto processo, complesso per il numero degli imputati, delle persone offese e dei testimoni indicati dalle parti e per la rilevanza sociale della questione sottesa ai fatti per cui è processo, il Collegio difensivo aveva sottolineato la necessità di gestire il dibattimento in termini di normalità ed aveva rilevato, invece, come la scelta di tenere il processo presso l’Aula delle Vallette, con cadenza bisettimanale e con un orario dalle ore 9 alle 17, rendesse sostanzialmente impossibile ai sottoscritti difensori un esercizio pieno e sereno del diritto di difesa. Onde evitare inasprimenti della questione, si è cercata, allora, la via di una conciliazione tra gli interessi in discussione; il tentativo, lungo e faticoso, aveva finalmente prodotto un risultato positivo nell’incontro organizzato del Presidente del Tribunale, in data 3/12/2013 alla presenza del Collegio giudicante, delle parti processuali e del Presidente e della Consigliera Segretaria del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati.

In quella riunione, era stato raggiunto un sostanziale accordo, in base al quale il processo sarebbe proseguito presso il Palazzo di Giustizia, con udienze con cadenza settimanale e con l’impegno delle parti ad elaborare un calendario con il nominativo dei testi da escutere, udienza per udienza, onde avere certezza sulla conclusione in tempi accettabili (indicati nell’ottobre 2014) dell’istruttoria dibattimentale.

Sempre in un’ottica di collaborazione, i sottoscritti avevano accettato che le udienze dei giorni 7 e 23 dicembre si svolgessero ancora nell’Aula presso il Carcere delle Vallette, convinti che il percorso concordato sarebbe stato rispettato, convinzione confermata, tra l’altro, da una bozza provvisoria di calendario redatta dal Presidente del Collegio e dalla predisposizione da parte del P.M. del calendario delle udienze riservate all’escussione dei suoi testi.

Secondo accordi informali con il Presidente del Collegio all’udienza del 23/12 sarebbe stata data ufficialità al nuovo calendario di udienza e sarebbe stato sancito il rientro del processo alla sua sede naturale, il Palazzo di Giustizia.

Inopinatamente, invece, alla conclusione dell’udienza del 23/12, non solo il processo è stato rinviato al 10/1/2014 sempre presso l’Aula c.d. “bunker”, ma è stato, altresì, comunicato che nemmeno il calendario già predisposto poteva ritenersi confermato.

Alla successiva udienza del 10/1/14, poi, è stato informalmente comunicato che il processo sarebbe proseguito sempre presso la c.d. Aula Bunker, riservando, altresì, l’ufficializzazione del calendario d’udienza.

Tutto ciò premesso, i sottoscritti difensori, certi di aver cercato ogni via per una definizione di buon senso, e che tenesse conto dei diversi interessi contrapposti, delle questioni in discussione, ritengono ingiustificato e incomprensibile il diniego alla prosecuzione del processo nella sua sede naturale e la mancata ufficializzazione del nuovo calendario delle udienze.

Ribadiscono l’oggettiva impossibilità di garantire, nelle attuali condizioni, un sereno e concreto esercizio del diritto di difesa.

Rilevano come le attuali modalità di svolgimento del processo sottolineino una asserita “diversità” del processo in corso rispetto agli altri processi, che si svolgono presso il Palazzo di Giustizia e con modalità ordinarie, per presunte ragioni di ordine pubblico che parevano, peraltro, superate in esito agli incontri tenutisi con il Presidente del Tribunale, alla presenza delle parti processuali.

Ritengono fondamentale informare l’opinione pubblica di quanto sta accadendo, che contrasta con lo svolgimento di un processo nel pieno rispetto delle garanzie per gli imputati, in un clima di serenità e di imparzialità, come la Costituzione impone.

Riservano ogni ulteriore iniziativa a tutela del diritto di difesa dei propri assistiti.

Torino, 13 gennaio 2014

da notav.info

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