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Un prossimo governo dopo Berlusconi ci assicurerà un berlusconismo soft in economia? Se questi sono i chiari di luna...

Post n°4079 pubblicato il 01 Dicembre 2010 da cile54

LE BOMBE UMANITARIE STANNO ALLA GUERRA, COME IL GOVERNO DI STABILITA' ALL' AUSTERITY

Altra giornata di tensione nei mercati, con la speculazione che incomincia ad inquadrare il nostro paese. Gli analisti ci dicono però, che questo non dipende dalle dinamiche politiche interne ma da fattori esterni, si potrebbe dire dai movimenti speculativi globali. La politica italiana però non gli crede ed è allarmata, molto allarmata dal fatto che oggi lo spread tra Bpt e Bund tedeschi, è giunto in Italia a 210 punti. Massimo storico. In Spagna siamo arrivati invece a 400. Così il Letta del PDL si allarma più del premier che invece ostenta sicurezza, e dichiara per la prima volta che è preoccupato dissociandosi pubblicamente da Berlusconi. Ancora più preoccupati di tutti sono Casini che si scaglia contro il governo del voto che mette a rischio la stabilità del paese e  Bersani. Il segretario del PD dinanzi alle difficoltà dell'economia e della finanza pubblica dice al suo partito che è arrivato il momento di dimostrare di essere «affidabile» agli occhi del mondo produttivo che ormai ha abbandonato Berlusconi.  Per Bersani il PD deve dare garanzie sulla tenuta di un eventuale governo di transizione che assicuri «stabilità» al Paese e ai conti pubblici. Per questo, tutte le componenti interne devono dare «prova visibile di responsabilità e unità. In pochi giorni Bersani ritorna sull'argomento spostando a destra e di molto l'asse del PD inserendolo nel governissimo con l'UDC, FLI e pezzi di PDL che sentono il richiamo della responsabilità. Così mentre oggi FLI e Rutelli votavano a favore della riforma Gelmini, mentre le piazze degli studenti,si riempivano di rabbia si è recitata nuovamente un'altra parte in commedia. Solidali contro i tagli con i comunicati, ma ancor più solidali in futuro con i mercati ed i poteri forti che impongono l'austerity. Del resto quando si discute solo di primarie e non di contenuti ognuno è libero di "speculare" sulla fiducia altrui tanto per rimanere in tema. Così oggi si è fatta passar liscia a Tremonti l'assenza alle camere per la sua prossima gita a Bruxelles del 15 dicembre. Forse lo si è fatto per ribadire il clima bipartisan a livello europeo, dove tutti i governi di tutti i colori firmeranno il nuovo patto di stabilità che mette il nostro paese sotto la mannaia dei parametri liberisti. Tremonti andrà a quel vertice senza troppa forza, nel migliore dei casi come ministro traballante, nel peggiore (per lui) come membro di un governo sfiduciato il giorno prima dalle camere. Comunque vada Tremonti andrà a firmare con una delega in bianco che in Italia mai nessuno ha discusso anche grazie "all'incapacità" della nostra opposizione, e firmerà di fatto la cessione della nostra sovranità economica a favore del nuovo governo economico dell'unione. Così, caduto Berlusconi, il governo di stabilità evocato da Bersani rischia di trovarsi a far rispettare una stabilità che altri in Europa hanno deciso, e lo farà con ricette non differenti da quelle poste in essere in Grecia, Spagna e Portogallo. La Finanziaria di stabilità che rischiamo di ritrovarci addosso potrebbe ammontare dai 35 ai 40 miliardi, e credeteci da come ci pare di aver capito non sarà l'ultima...

01/12/2010

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