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2 agosto 1980. In memoria di Maria Fresu
E il nome di Maria Fresu continua a scoppiare all’ora dei pranzi in ogni casseruola in ogni pentola in ogni boccone in ogni rutto - scoppiato e disseminato - in milioni di
dimenticanze, di comi, bburp.
(Andrea Zanzotto)
Maria Fresu aveva 24 anni ed era di Montespertoli, nel Chianti fiorentino. Assieme alla figlia Angela, di 3 anni, la mattina del 2 agosto 1980, alle ore 10,25, si trovava alla stazione di Bologna.
Maria Fresu fu l'unica vittima della strage fascista (appellativo che voleva essere cancellato dal "presidente della repubblica" Cossiga) il cui corpo non fu mai ritrovato; inizialmente si dubitò addirittura che non fosse tra le vittime. Invece si trovava, assieme alla figlia, talmente vicino al punto dello scoppio della bomba, che il suo corpo fu totalmente disintegrato. Non ne rimase niente; soltanto il nome. Nomina nuda tenemus.
Andrea Zanzotto scrisse, anni dopo, una poesia sul nome di Maria Fresu che volle rovesciare ogni cosa. Una poesia che sembra invece dirci che il nome di Maria Fresu è dappertutto. Una poesia volutamente dura, sgradevole, persino volgare come dura, sgradevole e volgare è l'indifferenza che cresce col tempo.
In questo sito di memoria, nel giorno in cui ricorre il trentesimo anniversario di quella strage in cui l'intreccio tra stato e neofascismo sembrava aver toccato l'apice, per una volta non inseriamo una canzone (sono d'altronde rarissimi i riferimenti nelle canzoni alla strage di Bologna), ma una poesia. Una breve, strana, spaventosa poesia dedicata ad una ragazza morta assieme alla sua bambina. La disintegrazione del corpo di Maria Fresu protesse la piccola almeno dalla stessa sorte; il suo corpo fu ritrovato e potè trovare un posto dove i suoi cari potessero andare a piangerla.
Ma non siamo certi che il nome di Maria Fresu continui a scoppiare, come scritto da Zanzotto nella sua poesia. Ciò che invece si è disintegrato, smembrato, imputridito è la coscienza civile e politica di questo paese. Oggi nessun rappresentante del "governo" è andato alla manifestazione bolognese per il trentennale della strage; i poverini non "volevano essere fischiati". Nemmeno il coraggio di affrontare la folla.
Il nome di Maria Fresu ha terminato di scoppiare. Ma, forse, ricomincerà a farlo al momento giusto, assieme a quello delle altre 84 vittime della stazione di Bologna.
02/08/2012 Fonte: blog.chatta.it
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Roma, 12 maggio 1977
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