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A Roma a rischio chiusura 6 ospedali pubblici
Roma e Lazio: nella sanità è s.o.s. L'11 dicembre è in programma una manifestazione unitaria organizzata davanti alla Regione Lazio da numerosi sindacati e associazioni datoriali e di cittadini. Lo slogan ''chi taglia distrugge''.
Gianni Nigro della Fp Cgil Roma e Lazio infatti parla di ''sei ospedali pubblici di Roma che potrebbero essere colpiti da pesanti tagli e ristrutturazioni, fino alla chiusura: il Forlanini, lo Spallanzani, l'Oftalmico, l'Eastman, il Cto e il San Filippo Neri. Al momento - aggiunge - ci sono stati di agitazione profonda già allo Spallanzani, al Cto e al San Filippo Neri dove venerdì 10 è prevista un'assemblea nel piazzale dell'ospedale estesa alla cittadinanza''.
Qui sono in corso anche raccolte firme tra lavoratori e utenza - gli fa eco Chierchia - per scongiurare eventuali chiusure o ridimensionamenti. Nel settore privato - prosegue - considerando solo i grandi gruppi come il San Raffaele, che ha annunciato già la chiusura di alcune strutture, stimiamo che ci siano 1.500 posti di lavoro a rischio, oltre alle circa 2.700 persone già attualmente in cassa integrazione. I tagli ai budget previsti nei decreti commissariali portano infatti inevitabilmente conseguenze sui posti di lavoro e danni a cittadini perché le prestazioni verranno comunque ridotte''.
A causa dei tagli anche il policlinico universitario Agostino Gemelli versa in uno stato di emergenza.
Per le strutture religiose come il Fatebenefratelli dell' Isola Tiberina e il San Pietro, l'Aris (Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari) ha annunciato da domani ''per esaurimento del budget coperto dagli accordi con la Regione Lazio, non potremo piu' garantire al cittadino le prestazioni in convenzione col servizio sanitario pubblico. In risposta all'annuncio del taglio del 7% previsto dal decreto n.349 del Commissario ad acta per la sanità regionale, Enrico Bondi si parla di "drastiche azioni'' come il blocco delle visite specialistiche e delle attività ambulatoriali e non straordinarie, pur continuando comunque le prestazioni di pronto soccorso, le rianimazioni, l'oncologia, le areematerno-infantili''.
E poi, ecco, come se non bastasse, non poteva mancare nanche il problema dei precari. ''Sono 3.400 nel Lazio - riferisce Nigro - tra cui 1.400 medici. Se non vengono prorogati subito, dal primo gennaio andranno a casa e dall' inizio dell'anno sarà a rischio anche il funzionamento dei pronto soccorso perche' si tratta prevalentemente di lavoratori dell'emergenza-urgenza''.
06/12/2012
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
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