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« Studio finlandese confer...Solo dopo queste tragedi... »

I dati in Europa. In Italia dato immutato rispetto al triennio precedente, nonostante la crescente attenzione mediatica

Post n°8432 pubblicato il 01 Gennaio 2014 da cile54

 

 

In dieci mesi 130 femminicidi

Nei primi undici mesi del 2013 sono state uccise 130donne, di cui il 75% nel contesto familiare o affettivo. Tra il 2000 e il 2012 si contano complessivamente in Italia 2.200 donne vittime di omicidio, pari a una media di 171 all'anno, una ogni due giorni. È quanto è emerso dal rapporto Eures-Ansa sull'omicidio volontario.

I PEGGIORI SONO I TEDESCHI.. È la Germania (con 350 vittime donne nel 2009, pari al 49,6% delle 706 vittime di omicidio totali e un indice di rischio pari a 0,8 per 100 mila donne residenti) a detenere il primato negativo, seguita dalla Francia (288 vittime, pari al 34,3% e un indice pari a 0,9) e dal Regno Unito (245, pari al 33,9% e un indice pari a 0,8).

OGNI 12 SECONDI una donna colpita da atti di violenza. Ogni giorno in Italia viene colpita da atti di violenza di genere (fisica, verbale e psicologica) una donna ogni 12 secondi. Nell'ultimo anno con dati disponibili (il 2010) si sono contati oltre 105 mila reati di genere, pari a oltre 290 al giorno. Più in dettaglio, ogni giorno 95 donne denunciano di aver subito minacce e 87 di aver subito ingiurie; 64 donne al giorno sono vittime di lesioni dolose, 19 di percosse, 14 di stalking, 10 di violenze sessuali.

Però, osservando un quadro più generale, si scopre che si uccide di meno in Italia. Gli omicidi sono stati 526 nel 2012. Si tratta del minimo storico degli ultimi 40 anni. Prosegue dunque la tendenza al calo delle uccisioni (-67,8% rispetto al 1990, quando erano state 1.633). Il 30% delle vittime (159) sono donne, dato pressoché immutato rispetto al triennio precedente, nonostante la crescente attenzione mediatica sul femminicidio.

AL SUD MAGGIOR RISCHIO. Tra i Paesi europei l'Italia presenta uno degli indici più bassi (1 omicidio ogni 100 mila abitanti, a fronte di 1,9 in media nell'Ue). Nel 2012 c'è stata una forte riduzione dei casi nelle regioni del Centro (-13,1%) e del Nord (-7,9%), mentre al Sud il dato è stabile (+0,4%). Proprio il Meridione si conferma l'area più a rischio, con 279 omicidi volontari nel 2012, pari al 53% del totale nazionale. La Campania (90 omicidi) consolida il primato di regione più cruenta. Ma la Calabria è la regione più a rischio con 2,7 omicidi ogni 100 mila abitanti.

PIU' CASI IN FAMIGLIA, PIÙ DA CRIMINALITÀ. È sempre in famiglia che avviene il maggior numero di omicidi (175), ma il dato è in calo (-10,3%) rispetto al 2011. Mentre in forte aumento (+25,8%) risultano quelli compiuti dalla criminalità comune (122). Seguono quelli da criminalità organizzata (84). Tra i 419 autori noti di omicidio volontario censiti nel 2012, il 91,4% è un uomo e l'8,6% donna. Nel contesto familiare e affettivo la vittima è principalmente donna (61,1%), di età compresa tra i 25 e i 54 anni. Mentre il killer in oltre 9 casi su 10 è un uomo. Gli omicidi 'nella coppia' interessano quasi la metà delle vittime totali di uccisioni in famiglia.

 

 

30/12/2013

 
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