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Contestato il convegno del "movimento per la vita" nell’Università di Torino. Cota continua a foraggiare i suoi amici

Post n°8518 pubblicato il 26 Gennaio 2014 da cile54

Torino:Regione Piemonte finanzia convegno prolife blindato da polizia.

Ieria Torino è accaduta una cosa molto grave. La Regione Piemonte ha patrocinato efinanziato un convegno pro-life mascherato da aggiornamento professionalegratuito, tenutosi in un’università pubblica torinese che fa anche da strutturaospedaliera. E pare non sia la prima volta che la Regione Piemonte dia spazioall’operato di movimenti pro-life, soprattutto durante gli anni guidati dallaLega Nord.

Graveche l’Università non si sia informata di cosa trattasse questa giornata maancora di più che il Rettorato abbia taciuto (o forse sapeva?). Molto graveperché istituzionalmente si sta facendo di tutto per ostacolare l’applicazionedella legge 194 attraverso la diffusione di una propaganda ideologica. Moltograve perché questa violazione dei diritti alla salute e all’autodeterminazionefemminile sta avvenendo nelle strutture pubbliche. Ancor più grave è lamodalità subdola col quale è avvenuto il convegno e il silenzio della stampa.Gravissimo perché il convegno, spacciato per corso di aggiornamentoprofessionale dal valore di cinque crediti ecm, è avvenuto all’interno dilocali universitari dell’unico ospedale che a Torino che pratica l’interruzionevolontaria di gravidanza. Gravissimo perché negli ultimi anni la laicità èmessa sotto minaccia e con questa anche i diritti delle donne mediante l’usosempre più massiccio della repressione poliziesca da parte dello Stato perbloccare ogni opposizione, roba da dittatura. Infatti, erano lì come al solitoa sostare per controllare se qualcuno o qualcuna ostacolasse l’evento pro-life.Il numero di agenti antisommossa era infatti spaventoso.

Quandoalcuni movimenti femministi- tra cui AlterEva- sono arrivati pacificamentedavanti alla struttura, le attiviste sono state fermate e schedate come deicriminali non solo in quanto donne ma in quanto femministe. Volantinare eparlare con i passanti e i partecipanti al convegno è bastato a far scattarel’identificazione di tutte le attiviste da parte della polizia. Si legge Qui

“Poliziae DIGOS, che per tutto il tempo ci hanno controllate a vista, hanno chiesto idocumenti per l’identificazione in modo del tutto ingiustificato. Inoltre hannotentato un ricatto nei nostri confronti minacciando di non restituirci idocumenti se non fossimo uscite dall’edificio, struttura pubblica in cui erapresente il personale in servizio. Ci siamo opposte al ricatto e i documenti cisono stati riconsegnati all’interno dell’ospedale. Immediatamente dopo larestituzione le forze dell’ordine ci hanno accompagnato comunque all’uscita”.

Eccoil comunicato di Alter Eva:

Oggi,24 gennaio 2014, presso l’aula Bocci del Dipartimento di scienze Chirurgichedell’Università degli studi di Torino, si è svolto il convegno della FEDERVITA PIEMONTE, patrocinato dallaRegione Piemonte e validante 5 ECM per l’aggiornamento professionale.

Abbiamodeciso, insieme alle donne, studentesse e personale ospedaliero presente inloco di distribuire dei volantini recanti il comunicato di “distanza” emanato dall’Ufficio Stampa dell’Ateneo e untesto contenente le ragioni del nostro dissenso e sdegno per la presenza diquesto tipo di propaganda antiabortista all’interno di una struttura pubblicauniversitaria e ospedaliera.

Ciòa cui abbiamo assistito è stato un abuso di potere dovuto certamenteall’ingerenza e al sostegno politico di cui queste organizzazioni godono pressola giunta leghista che presiede la Regione Piemonte.

Alnostro arrivo diversi agenti delle forze dell’ordine presidiavano le entrate,gli interni e numerose camionette stanziavano davanti all’entratadell’Ospedale.

Lapresenza di un tale numero di agenti e mezzi era del tutto ingiustificata e ditale sproporzione da palesare un chiaro intento intimidatorio.

Duranteil volantinaggio, inaspettatamente, gli agenti hanno richiesto i documenti alledonne presenti. Una volta effettuati i controlli, in maniera del tuttoimmotivata, hanno cercato di allontanarle minacciando di non restituire ildocumento.

Abbiamopercepito in maniera evidente la volontà provocatoria di cercare“l’incidente”al solo fine di smarcare i vari soggetti pubblici coinvolti dalleresponsabilità politiche.

Iltentativo, dunque, si è manifestato nell’intimidazione e provocazione al finedi mistificare poi l’azione di controinformazione in attività violente dellepartecipanti.

Dunque,ci sorgono spontanee altre domande da rivolgere alla nostra amministrazione.

-In che modo viene garantita la pluralità e la libera manifestazione deldissenso, considerando la dubbia legittimità dell’iniziativa che è statadisconosciuta prima dalla  Aziendaospedaliera poi dalla stessa Università che la ospitava nei propri locali?

-Come mai non si bada a spese nell’impiego delle forze dell’ordine?

Masoprattutto:

-come mai l’associazione Ora et labora presidia mensilmente l’entratadell’Ospedale Sant’Anna con una croce nera con piccoli feti-bambini rosaattaccati senza destare nessuna preoccupazione?

 vedi –>http://www.youtube.com/watch?v=skpPkod5R0Q

Larisposta sarà da individuarsi nell’illegittimità di questo governo regionale enel lavoro di costruzione di lobby che in questi anni sta portando avanti?

Collettivo AlterEva

24/1/1014 

http://comunicazionedigenere.wordpress.com

 
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