Lavorare tristemente

Trasferte galeotte...


Torno a scrivere di me e del mio entourage lavorativo.Dall'ultima volta che ho scritto è tutto cambiato, mi sono licenziata dalla mia precedente società ed ora faccio parte di una società ancora più grande, una multinazionale molto solida dove la parola d'ordine è lavorare all'inverosimile e prostrarsi per poter "scalare" la vetta.Premetto che io a questa vetta non credo più di tanto, prima di essere una lavoratrice triste sono una donna felice e che, alla mia età, ha raggiunto la maturità necessaria per poter pensare anche ad una vita privata più produttiva, ad una famiglia ed a dei figli.Sto bene nel ruolo che ricopro, impegnativo sì, si lavora tanto, visibile al punto giusto, sono responsabile di un gruppicino composto da due risorse che tratto come se fossero dei figli, nonostante siano più grandi di me, non mi piace essere la negriera che impone degli ordini, mi piace calarmi nelle situazioni, mi piace guidare come un vero capitano ma con la consapevolazza di essere stata anche io, e per tanto tempo, un marinaio.Si viaggia anche tanto per questo progetto, il nostro cliente è all'estero e, spesso si va in trasferta e si vive con gli altri colleghi, oltre che l'esperienza lavorativa, anche l'esperienza umana fuori dalle quattro mura dell'edificio.Ed è proprio questo il punto, il motivo per cui sono qua a scrivere oggi. Oggi ho un fuoco dentro che non si spegne e non è colpa dell'amaro che ho bevuto ieri, questo fuoco si è acceso già ieri a pranzo, in verità il fuoco era già latente, era la carbonella incandescente che aspetta solo dell'altra legna per fare la fiammata.Forse mi sono innamorata di un mio collega, questo non lo so, il punto è che sono fidanzata, lui è fidanzato ed ignora completamente i miei sentimenti per lui. Io mi guardo di farglielo capire, non saprei come comportarmi in questa situazione, non sono più la ragazzina che si butta, che manda tutto all'aria per una sensazione strana che porta dentro.Aspetto che il fuoco si abbassi un pò, forse ho la mente annebbiata, forse è l'euforia, però non mi sembra normale che, a 30 anni, basta pranzare insieme a mensa, una volta sola, con una persona che già ero consapevole che mi piacesse e dopo sentirmi le farfalline nello stomaco ed il viso acceso tutto il pomeriggio; non è normale che basta che lui venga a spiegarmi delle cose al PC, si avvicina un pochino di più a me ed io cominci a sentire le vampate e vada nel panico... non è normale perchè, ragazzi, io convivo con un altro ragazzo che penso di amare perchè lui è una persona speciale, fa tanto per me, è un porto sicuro e soprattutto, è innamorato.E comunque, la cosa che, sopra tutte, non va bene, è mischiare (ancora una volta lo ammetto, ma di solito dagli errori si deve imparare no?) il lavoro con la sfera privata. Il collega che mi sta provocando tutto questo è un mio "superiore" in grado e, a seconda del progetto, diventa anche il mio responsabile. A questo punto potrebbe capitare che, se mi chiedesse di lavorare un WE insieme, io direi di si, solo per stare con lui, ma calpestando i miei diritti...Come uscirne fuori?!?!