Lavorare tristemente

Siamo quasi agli sgoccioli...


Oggi, 25 maggio, ho ancora la certezza di essere seduta su questa sedia a questa scrivania della quale, accuratamente, mi prendo cura ogni giorno, detergendola con un panno imbevuto perchè non c'è nessuna donna delle pulizie a farlo per me.Sono felice di poter ancora percepire il mio stipendo ed, in cambio, mi ritengo fortunata a stare in un open space con altre 30 persone, stipati come topi al piano terra e con una sola finestra. Ormai il caldo si fa sentire ed oggi ho avuto un mezzo malore, ho i nervi a pezzi perchè tutti i miei colleghi esternano il loro malcontento e la loro frustrazione e devo mantenere la calma ripetendo a me stessa che devo fregarmene di questa situazione, che non posso vivere ogni giorno col magone, che per sopravvivere per altri 35 anni di onorato lavoro prima della pensione devo vivere più spensierata e cioè tirare a campare senza pensarci troppo.Oggi alla radio consigliavano proprio di lavorare il giusto, di non strafare e soprattutto di fare domani quello che può anche non essere fatto oggi...Sante parole perchè, tra una settimana, ci troveremo di nuovo al varco, ci metteranno in fila ed abbatteranno molte altre teste, come già è accaduto il mese scorso. Vedo il mirino sempre più vicino, lo scorso mese mi ha schivato, a questo giro già vedo la mia testa penzolare... il problema è che non si sa cosa c'è dopo... un altro viaggio o l'oblio?Tranquilli, non è di morte che parlo e, come diceva la buon'anima di mia zia :" solo alla morte non c'è rimedio"... fortunatamente!