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...IS IT REAL OR JUST MY FANTASY?

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uff

Post n°527 pubblicato il 07 Marzo 2009 da yuni_e

che fatica...

 
 
 

Merry Xmas!!!!!!!

Post n°526 pubblicato il 19 Dicembre 2008 da yuni_e
 
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Un Buonissimo Natale e un 2009 che sia il meglio del meglio del meglio!

 
 
 

Jykevaa on rakkaus

Post n°525 pubblicato il 05 Dicembre 2008 da yuni_e
 

En tiedä mikä sussa oikein kiinosti
mut mulla silloin välähti että empähän pistäis vastaankaan
kuljeskelemista ihan kahdestaan nyt on styylattu kuukaus
niin jykevä on rakkaus

mun kaveritkin kattoo ihan kummissaan
ja miettii varmaan olenko mä tosissaan no enhän mä ole pahemmin
muiden kanssa ollut muiden kanssa sua ennemmin nyt on styylattu kuukaus
niin jykevä on rakkaus

muistat kai mitä juteltiin kun himaan päin kuljettiin
sä kerroit miten sua tympäsee jätkät jotka makeilee

mä luulin ett pikkuhiljaa muutuinkin jotain kai mä tässä opinkin
kovanaama enää esitä en jos suoraan sanon se toi mulle helpotuksen
sen on tehnyt tää kuukaus niin jykevä on rakkaus
muistat kai mitä juteltiin kun himaan päin kuljettiin
sä kerroit miten sua tympäsee jätkät jotka makeilee

mä luulin ett pikkuhiljaa muutuinkin jotain kai mä tässä opinkin
kovanaama enää esitä en jos suoraan sanon se toi mulle helpotuksen
sen on tehnyt tää kuukaus niin jykevä on rakkaus

sen on tehnyt tää kuukaus niin jykevä on rakkaus

Love is Strong

I don't know what was so interesting about you
But then I realized immediately
That I wouldn't mind
Going for a walk together
Now we've been going steady for a month
Love is that strong
Even my buddies look perplexed
And probably wonder if I'm serious
Well, I haven't been with others
Before you all too often
Now we've been going steady for a month
Love is that strong
Do you remember what we talked about
When we walked home
You said you couldn't stand guys who flatter you
I believe I've even changed in time
Something I must've learned from you
I'm not a thug anymore
To be honest, it has made me feel relieved
This month has made it happen
Love is that strong
Do you remember...

 
 
 

Never Think (Bella's Lullaby)

Post n°524 pubblicato il 28 Novembre 2008 da yuni_e
 

I should never think
What's in your heart
What's in our home
So I won't




You'll learn to hate me
But still call me baby
Oh love
So call me by my name




And save your soul
Save your soul
Before you're too far gone
Before nothing can be done




I'll try to decide when
She'll lie in the end
I ain't got no fight in me
In this whole damn world
Tell you to hold off
You choose to hold on
It's the one thing that I've known




Once I put my coat on
I'm coming out in this all wrong
She's standing outside holding me
Saying oh please
I'm in love
I'm in love



Girl save your soul
Go on save your soul
Before it's too far gone
And before nothing can be done



'Cause without me
You got it all
So hold on
Without me you got it all
So hold on
Without me you got it all
Without me you got it all
So hold on
Without me you got it all
So hold on
Without me you got it all
So hold on
Hold on

(by Rob Pattinson)

 
 
 

La verità CI fa male, ma noi siamo cmq masochisti

Post n°523 pubblicato il 20 Novembre 2008 da yuni_e
 

VIAGGIO NEL PAESE IMMOBILE/ La prevalenza della gerontocrazia
Zavoli alla Commissione Rai a 85 anni: la qualità non ha relazioni dirette con l'età

Perché il potere è nelle mani dei vecchi di GIANCARLO BOSETTI

UN ULTRAOTTANTENNE come soluzione, sofferta ma infine accettata, di un problema politico non è in Italia una novità. Sergio Zavoli, classe 1923, designato presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai, non ha l'aria di un caso isolato: presidenti della Repubblica e primi ministri, con un piccolo scarto di anni, sono in linea con la constatazione.

Ciampi ha lasciato a 86 anni, Napolitano ha iniziato a 81, Prodi ha lasciato a 69 e Berlusconi ha compiuto i 72. È ovvio che la qualità della prestazione non ha relazioni dirette con l'età, così come nulla c'è da eccepire sulle doti professionali e sull'equilibrio del grande giornalista Zavoli (dal "processo alla tappa" alla presidenza Rai), che andrà ora a occupare un ruolo che ha il suo peso spropositato nei riti della politica italiana.

Il moto di scoramento è però difficile da trattenere di fronte alla evidenza di quel che è stato scritto in un celebre articolo di Gianluca Violante sul sito lavoce. info già due anni fa. Fatti due conti, l'autore concludeva: in Italia, quando la quasi totalità delle carriere lavorative si esaurisce, in politica si raggiunge l'apice. Come mai? Legittima, ma non dirimente, la preoccupazione che politici troppo vecchi non siano i migliori interpreti dell'innovazione, né i più adatti a captare esigenze nuove.

Più influente, sulla pulsione depressiva, la considerazione che l'anzianità del mondo politico è lo specchio dei vizi del mondo del lavoro: bassa mobilità sociale, avanzamento di carriera per anzianità e non per merito.

La differenza di età tra il presidente del Consiglio italiano e la media dei colleghi europei è di venti anni. L'elezione di Obama, 47 anni, ha soltanto incrementato i sintomi di abbattimento che ci attanagliavano già prima di lui e di Zavoli. È vero che nel lavoro a 65 anni scatta per lo più la regola della pensione e in politica no, ma è anche vero che i vizi che prolungano oltre le medie internazionali la percentuale dei vegliardi sono affini a quelli che mantengono in posizioni molto redditizie dirigenti e notabili di vario genere che non producono risultati proporzionati ai guadagni.

Varie indagini statistiche mostrano che solo il 15 per cento della retribuzione di un dirigente d'azienda è collegata alla sua prestazione, il resto "è carriera", vale a dire, anzianità, buone relazioni, capacità di navigare con astuzia nella scia di un altro dirigente con anzianità, buone relazioni, capacità di navigare? Il rapporto col prodotto viene ultimo, come nel caso delle liquidazioni dei manager di Alitalia, Ferrovie dello Stato, in generale delle grandi aziende di servizio, anzi non viene mai, come per gli stipendi dei parlamentari la cui produttività non viene comparata con quella dei colleghi nel mondo (i congressmen guadagnano 36mila euro in meno all'anno).

Il libro recente di Roger Abravanel (Meritocrazia, Garzanti) ha dato ordine sistematico al tema. L'Italia è fuori dal circolo virtuoso del merito. Seguite la freccia benigna: tutti accettano la concorrenza, si fanno crescere le opportunità, si traggono benefici con consumi a basso costo, si rafforza la fiducia nel merito, cresce l'impegno a eccellere, i migliori salgono nella scala sociale, si crea leadership sicura di sé che promuove un contesto concorrenziale e nuova fiducia nel merito.

Al contrario noi italiani siamo nel circolo vizioso del demerito. Seguite la freccia maligna: i giovani non si impegnano, si fa carriera per conoscenza e anzianità, si crea leadership anziana che opera per mantenere status, e si promuove così sfiducia nel merito. La recente indagine Luiss sulla classe dirigente, guidata da Carlo Carboni, aveva aggiunto un bel mattone all'edificio critico: la politica manda in parlamento sistematicamente figure di scarsa qualità e alta lealtà che tendono a mantenere lo status della leadership che li ha cooptati.

Il merito resta fuori perché nel contesto politico italiano appare minaccioso: segreterie deboli, di sinistra, di destra e di centro, grazie a una legge elettorale costruita ad hoc, adottano schiere gregarie per non impensierire leader fragili. E i "leali" in esubero vengono sistemati in aziende regionali, comunali e simili, dovunque possibile, con un progressivo abbassamento della qualità manageriale.

Queste tendenze fanno dell'Italia un paese fortemente inegualitario in partenza (come l'America e l'Inghilterra) nel quale la bassa mobilità (come in Francia e Germania, che hanno però una più bassa ineguaglianza) tende a cronicizzare le distanze sociali (mentre in America la elevata mobilità rinnova un po' di più le élite). Il risultato è la condizione in cui siamo.

La nomina di un anziano fa risuonare sempre la stessa campana dal suono vellutato. Non stupisce che la reazione sia più un triste scuotimento di spalle che una rabbiosa reazione. Il circuito perverso ha lavorato in profondità: è più facile mettersi nella scia di qualche potere (un manager, un boss politico, un anziano) che tentare di aprire una nuova pista nella boscaglia a colpi di machete diventando eroi di se stessi.

La via d'uscita per i più coraggiosi è quella di andarsene. Un dolorosa classifica, che si aggiunge alle altre è quella prodotta dal think-tank Vision (Bocci, Maletta, Realino, Grillo): un formidabile indicatore delle prospettive di un paese e del suo sistema universitario è il numero di studenti stranieri che riceve.

Gli Stati Uniti raccolgono circa un quarto dei 2 milioni e 700mila studenti che vanno all'estero, l'11 e il 10 per cento vanno in Inghilterra e Germania, la Francia il 9. L'Italia è l'unico paese sviluppato con un saldo negativo: sono 4mila in più quelli che se ne vanno. Che cosa significa? Che la via d'uscita dal circuito del demerito sempre più nostri giovani connazionali la vanno a cercare fuori. Dentro, non c'è partita.

(La Repubblica, 20 novembre 2008)

 
 
 
 
 

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