Creato da odeius il 15/08/2009
Caelum, non animum mutant qui trans mare currunt
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Questo non è un sito di poesia ed io non sono un poeta.
Le parole che scrivo, che ho scritto e che forse ancora scriverò sono sangue, lacrime, vomito, schizzi di sperma su un corpo di donna e odore e sudore , segni di unghie e di denti sulla pelle, sono state lo sfogo di una passione o di un dolore, più raramente di una gioia.
Non credo all'amore dei cuoriciotti pulsanti o dei glittering come insegne al neon, per me l'amore è passione e come tale deriva da patire, perchè solo chi ha rischiato di annegare può dire di conoscere il mare.
Ed io ho rischiato di precipitare mille volte dal chiodo a cui ero appeso, per questo penso di conoscere la vita.
E' strano, le parole più belle, quelle che scendono più in profondità nascono dal dolore, perchè è l'unica vera condivisione che è concessa agli uomini. La gioia è solitaria, non la si può cedere a chi sta soffrendo perchè ne tragga vantaggio, invece un dolore lo si può alleviare, lo si può condividere, si può farsene carico perchè quasi tutti sappiamo come portare una sofferenza.
Per questo le parole che descrivono una gioia sembrano sempre ridicole
Per questo tutti capiscono le parole che descrivono un dolore, ognuno può farlo suo, può trovare i punti in comune con la sua personale esperienza, può sentire la stessa lama affondare nelle proprie carni, lentamente, centimetro dopo centimetro, lacerazione dopo lacerazione .
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E' stato semplice!
come sono semplici le cose straordinarie,
com'è straordinaria la vita di un uomo semplice
che si carica sulle spalle gli errori della storia.
Com'è straordinaria la semplice donna
sul cui corpo sono passati
amore,gioia dolore
con cui altre mani
hanno scritto pagine e pagine
che hanno fatto sospirare, ridere ,piangere
persone straordinariamente semplici
(o forse semplicemente straordinarie?)
E' stato semplice
mi è bastato attraversare la notte
ed il mattino mi è venuto incontro
Alex
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E se un giorno dovrò partire,
vorrei che fosse con la stessa allegra leggerezza
con cui le foglie di autunno
si affidano al vento, per il loro primo
ed ultimo volo
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Sessanta giorni sono passati
sessanta lacrime sul calendario
e silenzio
e ghiaia che scricchiola sotto ai piedi
sui viali del cimitero
Le nuvole disegnano traiettorie
Cade la pioggia,
ed il vento crea sonorità impercettibili
sibilando tra i gambi
dei fiori recisi
a volte è la mia ombra che si china su di te
e tu sei nel buio e nel silenzio
nel grembo della terra madre
come seme
che attende di germogliare
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Donna di luce e di acqua
di terra silenziosa che attende
di momenti passati, vissuti, amati
Donna di parole non dette
di carezze fatte solo con gli sguardi
donna del mio passato
del silenzio di oggi
delle nostalgie di domani
Donna, ti cerco tra le cose consuete
nelle stanze che conoscevano la tua voce
tra gli oggetti orfani del tuo tocco
Donna dei fiori recisi
e delle speranze nuove
Donna che manchi al mio domani
resta sospeso nella notte che viene
il ricordo dolce del nostro ieri
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E' rimasto solo il ricordo li dove un tempo c'eri tu
uno spazio vuoto da cui le parole non riescono ad uscire
Quanti sogni
quante speranze stese al sole a sventolare
luminose, chiare , gonfie di futuro
quanti giorni spesi insieme
a costruire
dicono che ci sia un destino per ogni uomo
scritto nelle stelle
o nelle pieghe della mano
abbiamo lottato con orgoglio
ed abbiamo chinato la testa
oggi sono solo
la schiena appoggiata all'orizzonte,
qui dove cielo e terra si confondono
sono il soldato di una guerra perduta
il reduce di un tempo finito
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