Le1001Redazione

Post N° 3


Ma anche il 2005 non è stato esente da taleincontro divora-cultura e divora de tutto...Guardate un po' cosa è successo l'anno scorso...Un consueto incontro:la nostra "riunanza"di Germana Luisi È ormai diventato un appuntamento fisso quello con la redazione: ma cosa si combina realmentesotto il caldo sole del 31 luglio, tra libri e soppressate? Carissimi lettori, questa volta ho scritto un articolo diverso dai soliti, e non me ne vogliate se, per una volta, non leggerete nulla di Arte, Filosofia, Letteratura, Sociologia o Storia. Non abbiate paura, non avete sbagliato rivista e il vostro computer non sta dando i numeri; ma, se di numeri vogliamo parlare, effettivamente questo nuovo di Scriptamanent.net racchiude una piccola sorpresa. Ripeto: piccola, anzi piccolissima, ma sufficientemente grande per renderlo diverso dagli altri, e magari anche un po’ più speciale. Dovete sapere che una volta all’anno, e solo per un’occasione ben precisa (per l’appunto questa!), ci diamo una regola che… infrange le regole! In ogni giornale, in ogni rivista che si rispetti (e mi auguro che Scriptamanent.net rientri, a vostro giudizio, tra queste!), gli articoli, sono scritti generalmente in prima persona plurale; oggi, dunque, ci siamo “autopermessi” di cambiare le carte in tavola: la regola ha subito, come si dice, uno “strappo”. Abbiamo preso questa decisione per un motivo sostanziale: vogliamo creare un clima confidenziale, intimo, farvi avvicinare e invitarvi tra noi, per rendervi partecipi, in parte, di quell’atmosfera che abbiamo respirato noi della redazione (in compagnia di collaboratori e amici), non molto tempo fa, immersi in una bella e calda giornata estiva. Mi sa che non riusciremo a dividere con voi quell’ottimo vino Critone-Librandi che, invece, abbiamo trangugiato noi, ma una cosa è certa: alla fine del racconto sentirete di conoscerci meglio o comunque, seppur vagamente, vi sarete fatti un’idea migliore (o peggiore!) di noi. E già, perché voi, “sfogliando” la rivista, leggete articoli, racconti e rubriche, ma probabilmente vi chiedete anche: «come lavora la redazione?», «e cosa fanno tutti questi collaboratori?», e poi «chissà il direttore, Fulvio Mazza (ma chiamiamolo pure il Capo… a lui – anche se dice il contrario – piace!), che tipo è?». È la vostra occasione per scoprirlo mentre cercherò di raccontarvelo… In “fuga” verso Decollatura La maggior parte degli italiani, nonostante si parli sempre più di crisi economica, continua ad andare in vacanza e, che sia all’estero o all’interno della nostra penisola, le mete estive più ambite sono quasi sempre spiagge e mari puliti. Eppure, ve lo assicuro, il 30 e il 31 luglio molti di noi hanno abbandonato ombrelloni e pedalò, pinne e racchettoni e, dall’Adriatico allo Ionio, da Nord a Sud (isole comprese!), si sono diretti in cerca di un celebre, famoso e glorioso luogo calabrese (che ovviamente nessuno conoscerà, ma scriviamo così perché il Capo, vivendo lì e considerandolo caput mundi, ne sarà contento!) chiamato Decollatura. Cosa poteva spingere giornalisti (o aspiranti tali), redattori e collaboratori ad intraprendere un così lungo (per alcuni!) e tortuoso (per tutti!) viaggio? Mi permetto di rispondere usando un neologismo fresco fresco e creato per l’occasione: si svolgeva l’ormai famosa “riunanza” (vi piace il neologismo?), un po’ riunione e un po’ vacanza! Sappiate che, e mi rivolgo a chi non ha avuto la ventura (ahilui!) di leggere il resoconto dello scorso anno (tranquilli, siete sempre in tempo: www.scriptamanent.net/scripta/public/dettaglioNewsCategoria.jsp?ID=1000633), che “noi” siamo sparpagliati su tutto il territorio nazionale e lavoriamo e comunichiamo attraverso lunghe email che, in caso di problemi da risolvere o decisioni da prendere, possono rimbalzare da un redattore all’altro, formando una catena infinita di parole. Da bravi redattori, anche noi ci troviamo spesso a discutere di maiuscole e minuscole, di virgolette alte o virgolette basse, del punto singolo o dei tre punti, del corsivo o del tondo, di trattini e lineette. E non pensate che, solo perché ci siamo incontrati in un mese dove la parola lavoro è da tutti temuta e tutti fa rabbrividire, abbiamo tralasciato questi discorsi impegnativi. Anzi, addirittura li abbiamo ampliati e approfonditi. Certo, il Capo ha saputo prenderci dal verso giusto! E per “verso giusto” intendo la “gola”. Cos’altro se no? Abbiamo mangiato divinamente e, tra una correzione e una proposta redazionale, le mani di tutti si allungavano sulla tavola, perennemente imbandita, per gustare prodotti locali: formaggi, pomodori, salumi, frutta di stagione. Capitava che qualcuno sussurrasse «bianco», qualcun’altro «rosso», altri ancora «rosa», e vi assicuro che nessuno tra noi chiedeva matite e pastelli colorati per la correzione di bozze: era semplicemente un modo gentile per farsi versare nel bicchiere il profumato Cirò rosato, il corposo Duca San Felice o il fruttato Labella. Ma diciamo la verità: il Capo non ci ha solo viziato sperando di farci lavorare meglio (anche perché, dopo il terzo bicchiere di vino, le conseguenze sono ovvie!), ma soprattutto per darci l’opportunità di conoscerci e socializzare, dato che per molti di noi l’incontro decollaturese è stato il primo ritrovo ufficiale e, soprattutto, “fisico”! Il lavoro (?) del primo giorno Come accennavo poco più su, il 30 mattina un primo gruppo (quello dei redattori) è partito per raggiungere Decollatura; la gran parte, invece, è arrivata il giorno seguente. A tutti coloro giunti in macchina, però, è toccato il medesimo percorso pieno di curve e stradine disegnate tra abeti e castagni, pini e querce. Paesaggio bellissimo, e su questo non ci piove! Ma perdersi all’ora di pranzo, quando lo stomaco brontolava e il sole in cielo brillava del suo massimo splendore… è stata un’esperienza memorabile! Però, come si dice, è valsa la pena attendere anche se, con un certo margine di certezza, ipotizzo che la penseranno diversamente Mirko Altimari, Ilaria Attisani, Alessandro Chidichimo e Katia Stabile che, dopo aver preparato e imbandito la tavola per dare il benvenuto ai colleghi, hanno dovuto farsi un bel po’ di penitenza, cercando, nell’attesa, di non cadere in tentazioni culinarie! Dopo aver consumato un pranzo succulento, che si è prolungato per circa due ore, e dopo aver degustato il “tartufo” di Lara Esposito (nella fattispecie non redattrice ma artigiana gelataia), divenuto oramai un’istituzione, si è passati a correggere e rivedere, in parte, gli articoli della rivista cartacea, Rnotes, anche questa edita dalla Rubbettino e anche questa diretta, come ben saprete, da (sempre lui!) Mazza. La correzione è andata avanti per un bel po’, mentre si avanzavano proposte e suggerimenti, e lì dove l’indecisione era grande, ci ha pensato il Capo a togliere tutti da inutili imbarazzi. E vi pare che dopo tanta fatica la redazione non avesse bisogno di nutrirsi e abbeverarsi perché già ora di cena? Così di nuovo tutti allegramente a tavola, e sempre con “fratel” vino e “sorel” soppressata! Di tempo, però, non se n’è sprecato e, tra un boccone e l’altro, si è cercato di stabilire i nuovi compiti. Marco Gatto, che fino a luglio ha coordinato la rivista, e ora proiettato verso nuove esperienze, ha ceduto lo “scettro” a Luigi Grisolia, che ha subito mostrato tutte le buone qualità che ogni bravo “condottiero” deve possedere. Inoltre, lo stesso Luigi, è stato eletto fotografo ufficiale per i numerosissimi click scattati durante i due giorni di permanenza, giustamente privilegiando, nella scelta dei soggetti, il “gentil sesso”! Loredana Leone, playmaker e dunque collante tra autori e redattori (ma non solo!), dovrà (per sua gioia?) continuare a far girare ogni giorno un ingente numero di e-mail. Le discussioni, a volte serie, a volte meno, si sono prolungate fino a tarda ora (le quattrooo!) quando (dopo MAIUSCOLE e minuscole, “virgolette alte” e «virgolette basse», tondi e corsivi, grassetti), tutti stanchi, ma contenti, abbiamo concordato l’ora del risveglio: una nuova giornata di lavoro e di piacere ci aspettava! L’arrivo di amici e collaboratori La mattina seguente, dopo una ricca colazione e dopo i mitici biscotti al miele e al cioccolato del – Mazza docet – mercato equo solidale, i “partecipanti” si sono divisi: una parte lavorava (o fingeva di farlo?) al computer, mentre un nutrito gruppo, capitanato da Sandra Migliaccio e assistito da Luca Muzi, affettava, preparava e sbucciava. Per l’ora di pranzo doveva essere tutto pronto, stavano per arrivare tutti i collaboratori, fissi e saltuari. Questi sono una parte essenziale della redazione. A loro è affidato il compito di leggere e correggere i testi che, prima di essere pubblicati, necessitano di molteplici sguardi. Carini, disponibili, pazienti e singolari: nel pomeriggio erano tutti (o quasi!) presenti. Qualcuno è arrivato in ritardo, altri hanno purtroppo, per cause di “forza maggiore” (o l’hanno fatto per non “sgobbare”? Il dubbio rimane!), dovuto rinunciare al piacevole incontro. Peccato! Non solo si sono persi momenti profondamente piacevoli, ma non hanno assistito alla riunione ufficiale delle 15,30, quando il Capo, dopo averci deliziato con cibi e bevande (ricordiamo l’infuso alla liquirizia: buonissimo ma in presenza del vino… ubi maior minor cessat!) ci ha altresì ricordato che eravamo lì anche (o soprattutto?) per parlare dei nostri impegni professionali. Dopo aver ribadito le corrette modalità di lavoro, l’importanza della puntualità e la serietà nel rispettare ciascun ruolo, è passato alla distribuzione dei libri. Bicchieri, piatti e posate hanno lasciato il posto a innumerevoli volumi. La tavola è stata all’improvviso invasa da testi in cerca di un lettore, nonché futuro recensore, trasformandosi in cattedra: e qui il Capo ha potuto tenere una breve ma incisiva lezione su come si fa giornalismo, sull’importanza e la chiarezza di un titolo, sul contenuto dei sottotitoli, mostrando concreti esempi di buon giornalismo e cattivo giornalismo. Tutti i partecipanti e gli invitati (che forse avrebbero preferito tuffarsi dal pedalò o spalmarsi creme e cremine sotto il sole), quindi, oltre al piacere di condividere una giornata con colleghi e amici, hanno potuto ampliare le proprie conoscenze e frequentare un corso “intenso”, più che intensivo, di redazione e di giornalismo! Perché (e qui abbandono la semiserietà e torno ad essere per le conclusioni, ahimè, seria!) ognuno di noi, giovane o meno giovane, con più o meno esperienza, ha sempre da imparare, e qualche volta, da insegnare. Ascoltare e confrontarsi è fondamentale, soprattutto in un lavoro di squadra come questo. Professionalità, serietà e umiltà sono le caratteristiche principali che “muovono” le riviste, e quelle che il Capo ha voluto trasmetterci. È principalmente per questo che, seppur con un pizzico di divertimento e di piacere, le cose continuano a funzionare e, ci auguriamo per il futuro, ad andare sempre meglio. Se voi avreste preferito leggere un articolo di Storia o Filosofia, non lo sapremo mai (a meno che non scriviate alla redazione!), ma forse, se siete arrivati a leggere fin qua, è perché, in fondo, vi ha fatto piacere seguirci, attraverso questo breve racconto “semiserio”, nei nostri due giorni decollaturesi. E a me (a noi, anzi!) ha fatto piacere condividerli con voi! Germana Luisi (www.scriptamanent.net, anno III, n. 24 settembre-ottobre 2005)ECCHICEEEE.......,