Le Ali di Pandora

(167) Sguardi di periferia


 1 ottobre Lecce – Centro sociale Via Matera - laboratorio di  Teatro partecipato a cura di Chiara D'Ostuni, (167) Sguardi di periferiaLaboratorio Teatro PartecipatoL'associazione Le Ali di Pandora promuove un laboratorio, condotto dall'attrice e regista Chiara D'Ostuni, che si pone l'obiettivo di dialogare con il territorio sul tema della periferia, raccontandone i luoghi e le persone che vi abitano.La parola periferia è ormai prigioniera dei luoghi comuni, sembra quasi svuotata del suo significato più autentico ed è proprio dalla convenzione diffusa di marginalità che bisogna ripartire per rovesciare il pregiudizio, rieducarsi a spostare lo sguardo, liberarsi dagli sterili schematismi e dare voce all'invisibile.La vocazione di questo progetto è quella di promuovere un nuovo modo di intendere la periferia che è parte integrante della mappa cittadina, che non è cornice ma è anch'essa centro, rete di relazioni umane e di luoghi dove le idee si incontrano, dove lo scambio di storie, pensieri e proposte ha il potere di far rinascere gli spazi.La tecnica del teatro partecipato consente ai cosiddetti “cittadini non-attori” di partecipare attivamente ad un percorso artistico e al contempo sociale, in cui il teatro non si limita ad essere rappresentazione della realtà ma diventa strumento attivo in grado di trasformarla.Un laboratorio che nasce dalla comunità e va verso la comunità e che ha l'obiettivo di spostare l'attenzione dal centro verso il margine. A partire da questo concetto, il laboratorio si basa su un percorso di crescita personale che analizza proprio il movimento dal centro verso l'esterno e viceversa. La pratica del linguaggio teatrale sviluppa infatti la consapevolezza del proprio centro, del proprio essere e della propria energia per arrivare a proiettare fuori il proprio pensiero, veicolandolo attraverso il corpo e la parola. Scopriremo i racconti della periferia. Ri-scriveremo insieme la storia delle strade, dei palazzi, delle scuole, delle chiese di quartiere e di tutti coloro che attraversano e hanno attraversato questi luoghi con il loro vissuto e le loro speranze. Inizieremo a capire il senso di quello che stiamo scrivendo traslandolo sulla scena e nel frattempo alleneremo il nostro corpo e la nostra voce a parlare e a comunicare al pubblico. Metteremo insieme tutti i pezzi e presenteremo la nostra storia, quella dei luoghi, quella delle persone, la storia di cui bisogna riappropiarsi per capire profondamente chi siamo.Attraverso il modello del teatro partecipato metteremo da parte ogni individualismo a favore di un lavoro collettivo che ha l’obiettivo di ricreare un tessuto sociale della comunità e trasmetterne i valori sulla base della condivisione e della partecipazione.