Le Ali di Pandora

“A III 118”


11 novembre - Lecce Via San Massimiliano Kolbe -Centro Polifunzionale Kolbe- “A III 118” Centenario Armistizio Prima Guerra Mondiale 1918/2018 Interventi Michela Maffei, giornalistaSara Di Caprio, storica dell'Arte, Officina della Parola- Installazioni di Angelica Centonze, Aida Dzhafarova, Carmina Antonia Falcione, Stefania Martino, Mina Natali, Alberto Renisi L'Associazione socio artistico culturale Le Ali di Pandora, domenica 11 novembre 2018 alle ore 17,30 presso il Centro Polifunzionale Kolbe Via San Massimiliano Kolbe a Lecce, invita all'evento “A III 118”Centenario Armistizio Prima Guerra Mondiale 1918/2018. Il titolo dell'evento “A III 118” prende il nome dalla targa della Rolls Royce asburgica dove trovarono la morte l’Arciduca Francesco Ferdinando, insieme alla moglie, a Sarajevo, l'episodio fu la scintilla che scatenò la Grande Guerra, con il suo carico di milioni di vite spezzate. In molti nella sigla “A III 118” hanno letto la data dell’armistizio: “Armistice” (A) del giorno 11 (II) novembre (I1) 1918 (18). “A III 118” è un incontro per ricordare gli eventi storici che caratterizzarono la Grande Guerra, convinte che per guardare al futuro sia necessario guardare al passato.Alle ore 11 del giorno 11 novembre 1918 in prossimità di Compiegne in Francia, all’interno di un vagone ferroviario, viene firmato dall’Impero tedesco e le potenze Alleate l’armistizio che mette ufficialmente fine ai combattimenti della Prima Guerra Mondiale che hanno insanguinato l’Europa.La Grande Guerra vide un'intera generazione spazzata via e la maggioranza delle vittime erano “terroni”: contadini poveri, braccianti, piccoli artigiani, quasi per metà analfabeti, giovani di vent'anni e anche meno “carne da cannone” scrive Lorenzo Del Boca nel suo libro “Il Sangue dei Terroni”. Ci soffermeremo sulla figura delle donne e al loro contributo per l'esito della Grande Guerra, divennero protagoniste sostituendo gli uomini nel campo del lavoro: nelle fabbriche, nei campi, nell’industria bellica, furono crocerossine, medici, telegrafiste, dattilografe, macchiniste e poliziotte. Per la prima volta furono membro attivo dell'economia e questo contribuì a modificare il loro ruolo nella società e a dare la spinta decisiva al processo di emancipazione femminile. Di questo parleremo con la giornalista Michela Maffei, quindi si viaggerà con Sara Di Caprio nel mondo dell'arte, che in quegli anni vide una vera rivoluzione, un intermezzo poetico/letterario dell'Officina della Parola testimonierà come i grandi poeti hanno vissuto in prima persona la Prima Guerra Mondiale. La conclusione è affidata al pubblico che leggerà poesie o brevi passaggi inerenti alla Grande Guerra.Sotto la curatela di Lucy Ghionna un gruppo di artisti: Angelica Centonze, Carmina Antonia Falcione, Stefania Martino, Mina Natali, Alberto Renisi, Aida Dzhafarova, daranno vita a Visioni d'Arte. “Le installazioni pensate per l'evento A111118 - spiega la Ghionna - si sono sviluppate sulla voglia di mandare un messaggio: "la guerra è sempre guerra". Sono passati cento anni ma la morte e la disperazione provocata dalla guerra è forte oggi come allora. Gli artisti invitati ad esprimersi sono: Aida Dzhafarova con i palloncini rosso sangue forma un percorso di rinascita; Carmina Antonia Falcione che ha costruito un tappeto di cartucce già sparate pieno di terra e fiori, pronte per produrre vita; Stefania Martino ha costruito un mondo pieno di omini pronti a sfuggire - costruire ciò che si è distrutto; Mina Natali ricorda le PENNE MOZZE dei giovani alpini morti, costruendo un arazzo di cellofan; il lavoro di Renisi e Centonze si concentra sulla drammaticità della guerra, i segni convenzionali rielaborati e rimanipolati.