Niente è come sembra

RICORDI

SUONI

La tua voce, come se fosse riemersa da secoli di silenzio...

La mia quasi non voleva uscire, era rintanata in qualche angolo della gola...

Non sapevo cosa dire, strano, data la mia proverbiale ed esecrata verbosità...

Ho parlato del più e del meno, salottiera direi, tu te ne sarai sicuramente accorto, lo sai che è un atteggiamento che non mi appartiene, ma era più comodo fingere di non accorgersene....

Ascoltavo il suono delle tue e delle mie parole come se fossero in playback.

“Ciao, che fai...il lavoro come va...” una sequela di banalità inutili. Avrei voluto rispondere “Va tutto bene, a parte il fatto che mi manchi e che non riesco ad impedirmi di sentire la tua mancanza. Che ogni volta che ascolto una musica gli occhi mi si riempiono di lacrime e spesso anche quando non l’ascolto...così, improvvisamente il tuo viso mi esplode in testa e per quanto faccia resta lì, a sorridermi...”.

Ma non ho detto nulla, perchè sollevare inutili polemiche, a cosa sarebbe servito, a rigirare il coltello in una piaga che non vuole rimarginarsi, con tua stizza e con mio dolore.

Null’altro.

Ripensamenti

Un giorno ti svegli e dici “Adesso le scrivo”...così, perchè ti va di farlo...

Sei rilassato, magari ti ha accompagnato qualche bel sogno...e decidi di graziarmi con la tua presenza.

Non è che pensi a che effetto possa avere su di me, in fondo un “Ciao come stai?” non ha mai ammazzato nessuno...

Su di me ha avuto l’effetto di una bomba all’idrogeno: non è esploso, è imploso.

Non posso dire che stavo bene, stavo decorosamente male, cercavo di avere un comportamento dignitoso, per quanto possa essere dignitosa la sofferenza, ma provavo di tanto in tanto a rialzare la testa, anche solo per pochi attimi.

Credo che tu riesca a fiutarmi, come gli squali fiutano l’odore del sangue a chilometri di distanza...

Ti sei urtato della mia non-risposta, ma cosa potevo risponderti?

Lo sai, non sono brava con i formalismi e sono molto poco cerimoniosa...avrei forse dovuto dire “Bene grazie e tu?”, ma per avere un comportamento del genere avremmo dovuto essere conoscenti...

Sai qual è la cosa buffa?

Che io e te non siamo nemmeno conoscenti...

Io ho avuto la presunzione di credere di averti “intuito”, ma è stata solo presunzione, una sorta di delirio di onnipotenza,

Invece per quanto mi riguarda tu non hai nemmeno un’idea vaga di me, o almeno è quello che si evince dai tuoi comportamenti.

Ma quanto ti piace salire in cattedra e darmi lezioni di vita...

Quanto ti piace dirmi che sono insensibile, egoista, egocentrica...

Ambrose Bierce definì così un egoista: uno che non tiene conto dell’egoismo altrui...

Quanta poca spontaneità c’è nei tuoi gesti.

La fiera della bugia

È San Valentino!
Devo e non oso
dirle al mattino...
che cosa terribile
San Valentino!

Sabbie Mobili

Demoni e meraviglie
Venti e maree
Lontano di già si e' ritirato il mare
E tu
Come alga dolcemente accarezzata dal vento
Nella sabbia del tuo letto ti agiti sognando
Demoni e meraviglie
Venti e maree
Lontano di già si e' ritirato il mare
Ma nei tuoi occhi socchiusi
Due piccole onde son rimaste
Demoni e meraviglie
Venti e maree
Due piccole onde per annegarmi.

La felicità non dovrebbe mai dipendere da qualcuno al di fuori di noi stessi, perché diversamente si è in balia di umori e circostanze…

A volte basta una telefonata non ricevuta, un messaggio passato inosservato, per gettarci in un abisso di pensieri e congetture.

Ci si strugge nel desiderio di una domanda e nella paura della risposta.

Oppure si morde il freno per non chiedere ed allora tutta l’ansia che comporta un quesito inespresso, si raggomitola in un angolo della nostra mente, pronta a saltarci addosso non appena i sensi si fanno meno vigili.

E’ questo il prezzo della felicità?

Il sentirsi destabilizzati, con il fiato sospeso, con la mente ottenebrata, con il cuore impazzito…

E’ questo il costo dell’amore sul mercato?