Lecce scout

Gli scout come scusa per essere liberi


 Cronaca di Torino Voglia di natura e spazi aperti, boom di iscrizioni ai boy scout Effetti della pandemia   TORINO. La Fase 3 sarà roba da boy scout. Con la ripartenza post coronavirus e le precauzioni anti contagio che invitano alla riscoperta della vita all’aria aperta e sollecitano il vivere a contatto con la natura, lo scoutismo piemontese sta riscoprendo nuova linfa. Nelle ultime settimane, le segreterie regionali sono subissate di telefonate da parte di famiglie che intendono far scoprire ai loro figli questa esperienza di socialità. L’emergenza pandemica, ovviamente, ha colpito anche qui. Interrompendo per tre mesi ogni tipo di attività. Solo a metà giugno è infatti uscito un decreto, poi recepito dalla Regione, che contiene un esplicito riferimento alla ripresa dell’esperienza scout. Adesso che da un punto di vista normativo non ci sono più impedimenti gli addetti piemontesi del movimento esultano. «Il censimento viene fatto a settembre, ma da quel che traspare aspettiamo un incremento di iscritti rispetto agli scorsi anni intorno al 10%», spiegano dalla segreteria regionale degli Agesci, l’Associazione guide e scout cattolici italiani, circa 11 mila soci in Piemonte fra giovani e adulti, la più cospicua. Il boom di richieste riguarda soprattutto la fascia dei “lupetti”, ovvero quella parte del movimento composta dai bambini fra gli 8 e i 12 anni. Ciò significa che sempre più genitori con bimbi piccoli vedono nell’offerta dello scoutismo una soluzione ideale per far svagare i loro figli sfruttando le potenzialità di grandi spazi aperti dopo tre mesi di reclusione, senza la possibilità di andare in parchi, scuole e giardini. Oltretutto con una Fase 2 caratterizzata, soprattutto in città, da distanziamento e dispositivi di protezione. Va detto che lo scoutismo è un movimento in auge da sempre. Fondato nel Regno Unito dal generale Baden Powell nel 1907, i boy scout sono presenti in Italia dal 1910. Oggi nel nostro Paese sono in circa 200 mila fra scout e guide. I movimenti principali sono i già citati Agesci, di stampo cattolico, e il laico Corpo nazionale giovani esploratori ed esploratrici Italiani (Cngei) che in Piemonte conta un migliaio di aderenti. Spiega Ilaria Meini, la responsabile regionale degli Agesci: «Come tutti, anche il nostro movimento ha avuto delle grandi difficoltà negli ultimi mesi. Adesso, anche se si può ripartire, stiamo cercando di capire come superare alcuni “ostacoli” come il riuscire a rispettare i requisiti di sicurezza e la stanchezza dopo un periodo difficile. La cosa più importante è comunque coinvolgere le famiglie, soprattutto perché anche nel nostro mondo cambierà il modo in cui dovremo fare le cose dato che si parla di attività di gruppo». Ciononostante, pur dovendo fare fronte a uno scenario completamente stravolto, «c’è grande voglia di recuperare un tipo di relazioni che la tecnologia ha comunque provato a mantenere vive» prosegue la responsabile Agesci. «In ogni caso – conclude – i consigli che arrivano da più parti sulla ripartenza si sposano alla perfezione con la filosofia scout che vede nella natura il luogo di incontro privilegiato. In questo senso per noi sarà più facile». —   Leonardo di Paco   Di fronte a un effetto del genere che non mi meraviglia più di tanto , mi lascia più perplessa che contenta. Prima degli anni ottanta i genitori volevano i figli a casa al massimo che giocassero nella strada sotto casa o senza troppe preoccupazioni all’oratorio, ed erano i ragazzi che cercano gli scout l’unico mezzo buono, legittimo, accettato e giusto per andare lontano e avere delle libertà in più . Oggi il genitore ha paura di problemi psichici se il bambino o adolescente è chiuso a casa. La situazione è piuttosto complicata dal momento che è automatico iscrivere il figlio negli scout agesci. C’è chi pensa che lo scoutismo è come al supermercato trovi di sicuro ciò che cerchi . Purtroppo il problema è che ci sono carenze di capi scout. Ricordo una signora mi vide in uniforme alla stazione e mi chiese : ma vi pagano? Ed io risposi no è volontariato. Stiamo parlando di un adulto disposto a rendere migliore questo mondo migliorando i giovani  che sono le fondamenta della nostra società. Ma quanti sono disposti a farlo? C'è chi è convinto che un adulto possa liberamente fare i campi di formazione e aprire un gruppo scout , in agesci non è così . Ci sono le autorizzazioni , un adulto non può fare i campi di formazione senza il beneplacido della comunità capi dove deve fare tirocinio (anche se il gruppo più vicino è a 20 chilometri di macchina) così pure per ottenere il brevetto di capo scout deve esserci la buona parola della sua comunità capi al comitato centrale agesci . Inoltre deve esserci un minimo numero di adulti per aprire un gruppo. Nelle comunità AGESCI poi, scartati quelli che non prendono seriamente il metodo scout, gli altri, gli altruisti,  dovranno scontrarsi con la rigidità agesci intransigenti sulle assenze degli adulti, nessuna scusa è accettata. Risultato che la comunità diventa un porto di mare e ci sono gruppi che chiudono perché tutti non erano praticamente in grado di assecondare le imposizioni di un oligarchia, dove non esiste la famiglia, il lavoro e i problemi di salute. Dove chi ha problemi di soldi (perchè lo scoutismo ha il suo costo) è visto più un fastidio che qualcuno da aiutare. Tanti gruppi chiudono e si vedono alcuni esempi : Su una città di duecentomila abitanti nel corso degli anni da 47 gruppi scout rimangono aperti solo in 8 e ci sono le liste di attesa così lunghe da iscrivere il proprio figlio appena nato per potergli assicurargli un posto nei boy scout se lo volesse una volta diventato più grande. In Italia sono presenti più di quaranta associazioni scout e i soli gruppi riconosciuti dal F.I.S. federazione italiana scout e dal Wosm ufficio mondiale dello scoutismo sono gli scout agesci cattolico e cngei laico. Le associazioni più numerose sono per numero di iscritti: AGESCI 183.638 F.S.E  20.311 C.N.G.E.I. 13.500 ASSORAIDER 2.113 Capita di vedere genitori che di fronte alle lunghe file di attesa decidano di iscrivere il figlio negli scout d’Europa e laconicamente i capi scout agesci gli rispondono che gli scout d’Europa non sono riconosciuti dal F.I.S. federazione italiana dello scoutismo e dal Wosm ufficio mondiale dello scoutismo. E non mi meraviglierei che i capi agesci  invitassero candidamente i genitori ad aspettare mesi e anche anni. Solo che….. con la pandemia le cose sono cambiate . Un simile atteggiamento  è visto come una mancanza di rispetto e il genitore che vuole al più presto il figlio all'aria aperta e con amici, decide di ignorare del tutto l'agesci e , con le dovute precauzioni, iscriverà il figlio in un'altra associazione scout. Anche al cngei laico nonostante il disappunto della chiesa. Ci sono paesi che manca del tutto lo scoutismo agesci , ma per loro fortuna è presente un gruppo scout non riconosciuto , e in fin dei conti adulti e ragazzi non vivranno una mentalità bacchettona agesci , ma uno scoutismo con una mentalità più aperta.