Creato da lechateau il 17/06/2006

La torre

Tante vite, un solo amore.

 

La vera vendetta

Post n°24 pubblicato il 08 Luglio 2006 da lechateau

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All'indomani di quella notte di "esperimenti" e "incantesimi" lei decise di concedersi un giorno di assoluta tranquillità... niente studio, niente lavoro, niente impegni...  solo il niente...

Sapeva dove trovare la tranquillità che cercava... sotto l'abete del suo parco... si, proprio l'abete... era lì che si rifugiava quando desiderava il silenzio più assoluto...

Lì, sotto il suo albero preferito, cominciò a pensare a ciò che aveva fatto nella notte precedente...

Sentiva fortemente che qualcosa era accaduto, quel sortilegio aveva avuto il suo effetto....  avvertiva una sensazione indescrivibile...  era sapere per certo che ciò  che  desiderava  ora era suo...   e che anche difronte all'evidenza opposta lei sarebbe  rimasta  convinta del contrario...

Era consapevole, inoltre,  che durante la notte era mancato qualcosa... come una chiave d'accesso...  la vera chiave... quella chiave  che sentiva già essere nelle sue mani ma che lei stessa, con ostinazione, si rifiutava di adoperare...

"Perché non voglio adoperarla?..." si chiedeva...

Era una donna che per  ottenere qualcosa a cui teneva sul serio avrebbe fatto qualsiasi cosa... tranne una... ammettere  di tenerci  veramente...

Ad un tratto si sorprese del suo stesso pensiero...

"Ho capito... ho capito... ho capito  perché l'esperimento è riuscito solo per metà...  "

Ma non era assolutamente contenta di ciò che aveva capito... si, quella chiave era nelle sue mani, l'avrebbe potuta adoperare tutte le volte che sarebbe stato utile farlo... ma la sua indole non avrebbe mai accettato di  aprire quella porta... ne sarebbe fuggita...

"Dannazione... perché?... Perché deve essere così difficile?... "

Era in preda ad una lotta interiore... due identità che litigavano l'una per  convincere l'altra...

Quell'altra voce non la sopportava...  strillava a squarciagola... quella voce la odiava perchè sapeva che aveva ragione...  e voleva che tacesse... però intanto le ripeteva:  "Diglielo... Diglielo... Diglielo!"

"Va bene... glielo dico... Taci!"

E con gli occhi chiusi e l'immagine di quell'uomo nella sua mente... disse...

"Maledetto stronzo... ti voglio... ti voglio... prendimi... ora sono tua..." 

Ecco la vera vendetta... una dannazione per due... non poteva essere solo in una direzione... mai nessuna passione può  esistere se non alimentata nel fuoco dell'altro... 

In quel momento  avvertì  come uno squarcio al petto...  quell'uomo aveva sentito il suo urlo di donna che desiderava lui, solo lui e nessun altro all'infuori che lui...

Si vergognò... ma in fondo era così e non poteva farci più niente...

 
 
 

Un immenso potere

Post n°23 pubblicato il 06 Luglio 2006 da lechateau

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Il giorno dopo aver acquistato quel testo esoterico lei cominciò a leggerlo e a studiarlo con cura...

Uno dei primi concetti che la colpì fu questo: "Occorre disciplina e tempo per ottenere dei risultati..."

Lei sorrise: "Ok... quest'autore sottovaluta l'intelligenza umana... Del tempo?... Io non ho tempo... posso farcela anche  subito!"

Si sentiva pervasa da una strana forza... era come se in quel momento qualsiasi cosa potesse essere possibile...

Continuò a leggere con sempre maggiore scrupolosità... 

Il momento era arrivato...  ..

Agì ... alle tre di notte... quando prevedeva che lui dormisse...

Chiuse gli occhi e provò a visualizzare il corpo dell'uomo che desiderava...

Niente... non le riusciva di vedere niente... era come se ad un tratto il suo volto fosse scomparso dalla memoria...

Provò a rilassarsi maggiormente così come era spiegato nel testo...

Sentì come se la testa le girasse... riuscì per un attimo a vedere... ma dopo poco l'immagine scomparve...

Continuò a rilassarsi senza perdere fiducia... era scritto a caratteri cubitali su quel testo che la riuscita dipendeva da quanto lei ci  credesse... e in quel momento ci credeva fortemente...

Ecco... all'improvviso vide qualcosa... lo riconobbe... era lui...

Riusciva a trattenere l'immagine... guardò in direzione del suo cuore e lì agì come da copione... guardò in direzione della sua mente e lì agì... guardò ancora per tutto il suo corpo e lo invase di un solo pensiero... il suo...

Per lei era come se quell'esperienza non le fosse sconosciuta... anzi le risultava così facile che le sembrava di averla fatta da sempre...

Sapeva che una volta avuto l'accesso alla sua mente lei doveva inserire i suoi pensieri...

Però si bloccò... sentì una fitta lancinate sotto il suo petto... come se qualcosa le si stesse strappando dentro...

Non ebbe paura... provò a guardare e vide come se  una strana luce unisse la sua parte dolorante all'uomo che stava immaginando... era una sensazone fortissima... a lei sconosciuta... provocava un forte dolore ma allo stesso tempo un' immane piacere...

In preda a quella "magia" di energie lei  proseguì convinta...

"Non hai più via di scampo... sono  nei tuoi pensieri  e ti ritornerò in mente in continuazione... sarò per te un pensiero ossessivo... e più cercherai di scacciarmi e più mi vorrai... proverai a resistere ancora per poco ma sarà un'agonia allucinante... mi sentirai dentro e mi vorrai come mai nessun'altra donna hai voluto... non riuscirai a spiegarti perché, ma sarà così... ti aggrapperai con forza a ciò che ti circonda ma non avrai tregua... potrai resistere ancora per poco e poi mi cercherai disperatamente inventandoti qualsiasi cosa pur di avermi tra le tua braccia e fare di me ciò che desideri..."

Si fermò... era stanca... spossata... capì che nei suoi pensieri mancava qualcosa...

Comprese immediatamente cosa... ma questa volta non ce la faceva....

 
 
 

Un libro esoterico

Post n°22 pubblicato il 05 Luglio 2006 da lechateau

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Dopo quel giorno lei si ripromise per l'ennesima volta che non l'avrebbe mai più cercato... e che qualora fosse stato lui a farlo non  si sarebbe lasciata tentare...

Quello che però provava  non le piaceva...

Quando pensava a lui era come se il suo pensiero si connettesse con la sua parte peggiore...

Troppi "perché" senza risposta la mandavano in bestia più di qualsiasi altra cosa...

"Perché mi ha voluto incontrare però poi ha lasciato che andassi via?... Perché mi ha detto quella frase?... Perché non mi parla?... Perché non mi chiede scusa?... Perché si comporta in quel modo?..."

Dopo i "perché" subentrava la rabbia... una rabbia motivata dal fatto che aveva deciso di non fargli  assolutamente quelle domande... una rabbia che nasceva, inoltre, dalla sua decisione di tacere a tutti i costi... quando dentro di sè avrebbe voluto insultarlo nel peggiore dei modi...

Tutti quei NO che lei stessa si poneva la mandavano fuori di testa...

Affianco alla rabbia  s'insinuava in lei il pensiero della vendetta...

"Ma questo tipo non penserà mica di cavarsela così?" 

E intanto si ripeteva: "No... devo stare tranquilla..."

E subito dopo: "Maledetto... mi hai tirato il peggio che è in me... mi sono connessa con il Male!"

Erano due giorni che aveva un solo pensiero: la vendetta... la vendetta...

Ragionò a lungo... le vendette che le venivano in mente erano troppo banali... quelle non le appartenevano e non l'avrebbero gratificata a sufficienza... Sarebbero stati semplici dispetti adolescenziali...

"No...  Mi serve una vendetta geniale!... Una vendetta che non abbia il sapore del veleno ma che abbia il gusto  del dolce..."

In quel momento si ricordò di qualcosa che sino a quel momento le era sfuggito...

Quando era stata nel suo uffcio aveva visto adagiato sulla scrivania un testo il cui titolo, in quel momento, l'aveva un attimino scossa...

Corse immediatamente in libreria...

Acquistò quel testo...

Fu in assoluto il suo primo libro esoterico...

A quel punto si disse: "Qui sono certa che c'è  ciò che desidero...   sarà la più dolce vendetta che quell'uomo abbia mai ricevuto nei suoi quarant'anni di vita..."

Andò a letto con un solo pensiero: "Oramai, tesoro mio, non hai più via di scampo!" 

 

 
 
 

Alla Stazione

Post n°21 pubblicato il 04 Luglio 2006 da lechateau

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Lui le disse: "Aspettatemi, vi raggiungo"

In quel momento, in quella stanza d'albergo,  l'orgoglio di quella donna fu messo alla prova... o andar via o restare...

L'istinto ebbe la vittoria: il desiderio di incontrarlo era molto più grande dell'offesa ricevuta...

Rimase immobile, adagiata sul letto,  per circa mezz'ora... la  menzogna di quell'uomo era completamente scomparsa dai suoi pensieri... ora lei era solo in preda ad una bramosia ingestibile... non vedeva l'ora che Lui la raggiungesse...

Squillò ancora il suo cellulare... era sempre Lui che questa volta le diceva...

"Scendete nella Hall... non ho alcuna intenzione di raggiungervi nella stanza"... 

"Non ho capito... mi avete fatto attendere tutto questo tempo per non incontrarmi???... Qual'è il senso di questo sporco gioco???... Ma perché??..."

Avrebbe voluto fare mille domande... eppure anche questa volta decise di tacere e di dire solamente con voce calma  e tranquilla...

"Vado via... e non fatevi nemmeno vedere!"

"No... voglio incontrarvi!"  rispose Lui.

Lei chiuse la conversazione... non le andava di sentire altro...

Raccolse le sue cose e uscì... percorse il corridoio che portava alla hall... scese le scale....

Si ritrovarono l'uno difronte all'altro... si guardarono... Lui la prese per mano e la riportò nella stanza... 

Silenzio totale... fermi... l'uno difronte all'altro...

Lei ruppe il silenzio: "Ma perché... solo questo vorrei sapere... Perché?... Perché questa menzogna?... Perché non volevate incontrarmi?... Non sono stata io a chiedervelo..." 

Lui prese il suo tempo e rispose: "Perché siete troppo bella..."

Quelle parole... quanto le odiava quelle parole...  parole che rappresentavano sempre un impedimento più che un complimento... parole che per lei non avevano mai avuto un senso...

Decise ed andò via...  si avviò a piedi alla Stazione... attendeva che il treno giungesse...

Sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla...

Lui l'aveva raggiunta... proprio nel momento in cui il treno stava arrivando...

Fece in tempo a dirle solo questo: "Lo so che odiate sentirvelo dire ma è quello che penso ed è per questo che non ho voluto stare in camera con voi"

Lei disse solo: "Ho capito, va bene... vi saluto..."

...e prese il treno... 

 
 
 

A cavallo

Post n°20 pubblicato il 03 Luglio 2006 da lechateau

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Dopo quella interminabile notte passò solo una settimana e lui si rifece sentire...

"Ho voglia di incontrarvi... domani mattina... scegliete un albergo  fuori città e dopo aver preso la stanza chiamatevi ed io vi raggiungo..."

"Perché dovrei fare questo?"  chiese Lei.

"Perché è quello che vogliamo entrambi. Fate così... Domattina aspetto la vostra chiamata"... e chiuse.

Lei era sorpresa... non dalla richiesta... ma dal fatto che Lui l'avesse chiamata solo dopo una settimana dal loro ultimo appuntamento. Si disse che era inutile farsi domande tanto la risposta vera non l'avrebbe mai saputa e avrebbe fatto solo ipotesi  senza alcun fondamento.

La mattina successiva lei  si avviò verso la periferia della città in cui viveva... Lasciò la sua macchina in un parcheggio e di lì decise di proseguire in treno... quella macchina era troppo appariscente e non sarebbe passata inosservata... e in quel momento era proprio quello che non voleva...

Prese il treno e si avviò in un piccolo paesino di provincia...

Arrivata lì si fece consigliare un albergo carino di quel posto...

Entrata in camera decise di chiamarlo...

"Sono in albergo... vi sto aspettando!" disse lei.

"E cosa ci fate in albergo?" rispose lui con tono distaccato.

"Scusa, come cosa ci faccio?... C'era un accordo... io dovevo spostarmi fuori dalla città e prendere un albergo.. e poi chiamarvi!"

"Ah... non me lo ricordo... io ora sono a cavallo con il mio amico!"

"Perfetto!... Bene!... Vuol dire che ho capito male io. Perdonatemi!" e riattaccò...

In quel momento lei raccolse tutta la sua forza... non aveva l'abitudine d'insultare nessuno e non l'avrebbe fatto neanche in quella circostanza... 

Si sentì così smarrita che si chiese addirittura se non si fosse sognato tutto... Ma no!... Non era pazza!... Lui, proprio ieri, le aveva detto di fare  così!

Cominciò a chiedersi: "Ma allora perché?... Poteva anche dirmi che non poteva... che era sopraggiunto un impegno... no... a cavallo... ma poi, mi ha negato anche il fatto che sia stato a lui a dirmi di venire qui!"

Ci pensò ancora un pò... poi dentro di sè arrivò ad una consclusione: "Vaffanculo!..."

Stava per andar via quando risentì squillare il cellulare...

Avrebbe voluto non rispondere ma non ci riuscì...

Ascoltò le parole di quell'uomo...

"Aspettatemi, ditemi dove siete e vi raggiungo..."

 
 
 

Nel buio della notte 

Post n°19 pubblicato il 02 Luglio 2006 da lechateau

18

Lei ritornò a casa...

Inconsapevole dei suoi stessi movimenti si accasciò sul letto......appoggiò i gomiti sulle gambe... e  pose fra le mani il suo volto...

Rimase ferma in quella posizione, immobile...

Il tempo era fermo...  Intorno a lei solo il buio più assoluto...

Pensò a ciò che  era accaduto un paio di ore fa... a ciò che aveva vissuto e a ciò che aveva provato...

Non era un esame di coscienza il suo... quel senso di colpa iniziale per essersi abbandonata ad un uomo sposato  non le apparteneva più... 

Riporcorse la sua vita dai 16 anni fino a quel momento... pensava al suo rapporto con gli uomini... capiva che c'era qualcosa che non andava... non avrebbe mai ammesso per principio preso che la colpa era solo degli altri... sapeva che anche in lei c'era  una parte  nascosta  che non riusciva a comprendere appieno...

Quella  parte della sua identità  che la rendeva desiderabile ma insopportabile,  sensibile ma maledettamante "cinta di gelo"...

Quell'uomo, quasi unico tra i tanti, aveva avuto il coraggio di farsi avanti, non aveva visto in lei la "donna inarrivabile" come tutti la definivano..  aveva avuto l'audacia di prenderla con la forza di un pensiero e ancor di più con la forza di un corpo...

Ma anche questa volta  non era come doveva essere...

Mentre pensava sentiva che qualcosa le bruciava in gola... come se tante frasi non dette si fossero accumulate lì per farle male... sentiva sul suo stomaco come un pugno che le toglieva il respiro...

Si chiedeva: "Perché?... Perché?... Perché...  cosa ho fatto di male?"

Non amava piangersi addosso... sapeva che il vittimismo non l'avrebbe mai portata da nessuna parte... doveva ostentare anche a sé stessa una forza che in quel momento stava cedendo il posto alla consapevolezza  di una grande sconfitta... 

Nel silenzio di quella enorme stanza da letto lei ascoltò  le sue emozioni e i suoi singhiozzi soffocati... pose le mani sulle orecchie per non ascoltarli e continuò a piangere nel buio di una notte che sembrò essere  interminabile...  

 
 
 

Incontro con rabbia

Post n°18 pubblicato il 01 Luglio 2006 da lechateau

17

Avevano deciso, ognuno in cuor suo, di non incontrarsi più...

Era trascorso poco meno di un mese dall'ultimo incontro...

I pensieri di entrambi erano gli stessi...

"Finalmente ce l'ho fatta!... Adesso la tentazione dentro di me non c'è più... quasi quasi posso pure fare una telefonata... tanto non m'interessa... non provo assolutamente nulla... anzi mi fa pure un pò pena...   Chiamo!!!"

Questa volta fu lei a chiamare... si sentiva forte della sua indifferenza... forte di quella sua finta arroganza... forte di un inconsapevole modo di fare che avrebbe potuto mandare a quel paese chiunque con la faccia e la voce di una bambina ubbidiente...

La telefonata fu brevissima... lei disse: "Voglio incontrarvi!"

Pausa... in quel momento lei temette il rifiuto ma si appellò con forza al pensiero della sua indifferenza...

Lui rispose... "Nel mio ufficio... questa sera stessa!"

Nelle loro menti scattò uno strano meccanismo... il loro reciproco assenso  aveva scatenato una rabbia verso se stessi e verso l'altro... Non si erano forse ripromessi di  non incontarsi mai più?

Nelle loro menti quella rabbia cresceva in quelle ore d'attesa e si trasformava in un misto di desiderio e cattiveria...

Lei arrivò nel suo ufficio... 

Lui non attese... la prese con forza e la spinse contro una parete...

La tenne ferma stringendole forte le mani...  incrociando le sue dita quasi a farle male...

Sentirono per la prima volta la pressione di un corpo sull'altro...     in quella strana lotta dove lei voleva fuggire ma non era capace e lui la immobilizzava senza darle scampo...

Solo rabbia  e desiderio... rabbia per l'altro e rabbia per se stessi...

Al termine non si guardarono neppure... entrambi si ricomposero e mentre Lei andava via avvicinandosi all'uscio d'uscita Lui le disse, con voce ancora scossa...

"Sei una donna fuori dal comune!" 

 
 
 

Ma perché?

Post n°17 pubblicato il 30 Giugno 2006 da lechateau

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Dopo quell'incontro, ci fu tra i due un nuovo silenzio...

Due settimane... i primi giorni quasi il rigetto della cosa accaduta... dopo...  il ricordo diventava quasi  piacevole... e poi  sopraggiungeva la voglia di ritornarci...

Tentazione... troppo forte... ma perché?

Lei se lo cominciava a chiedere con sempre maggiore insistenza... da buona solitaria quale era sempre stata non aveva voglia di confidarsi con nessuno... per cui le risposte sapeva bene che doveva trovarle dentro di sè...

Cominciò... sperava che l'uso della ragione le venisse incontro e le desse una mano...

"Ok... un gran bell'uomo, ma ce ne sono tanti... ci sa fare, va bene, ma non sarà l'unico... non mi considera più di tanto, va bene, sono abituata ai giochetti della finta indifferenza... sono attratta, va bene pure quello... ma allora perché deve essere proprio così schifoso e allo stesso tempo io devo aver voglia di tornare da lui?"

Nessuna risposta plausibile... solo la tentazione a farla da padrona...

Prese una decisione: "Ok... Non ci vado più... l'ho deciso!"

I perché avevano raggiunto anche lo spirito libertino di Donato... lui da buon maschio che ama ostentare i suoi trofei ne parlò con il suo migliore amico, il suo socio, il quale cercava di farlo ragionare facendogli delle domande...

"Mi dici che è squallido, ma perché ci ritorni?... E' un gran pezzo di donna e su questo siamo daccordo... fa la donna misteriosa e questo crea fascino, e va bene.... ma con tutte le donne che ti girano intorno perché proprio con una con cui hai un rapporto così malsano... ?

Lui rispose un pò al suo amico, un pò a se stesso....

"C'è qualcosa che va oltre la sua estetica, oltre il suo modo di fare, oltre la potenza sessuale... oltre tutto... capisci, cosa voglio dire?... Non è solo una semplice attrazione e nè tanto meno ne sono innamorato... Ma tu mi capisci?

"No... o ci vai e non ti fai tutti questi problemi o non ci vai più!"

"Si, ho deciso, non ci vado più!"

 

 
 
 

Neanche un saluto

Post n°16 pubblicato il 29 Giugno 2006 da lechateau

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Era il loro secondo appuntamento...

Questa volta lei aveva preferito in aperta campagna... si erano dati un punto preciso di riferimento dove incontrarsi con le macchine per poi procedere insieme solo con una...

Perché proprio così... come adolescenti alle prime uscite?...

Le ragioni erano tante... i loro nomi, in qualsiasi albergo, sarebbero stati riconosciuti da tutti coloro  avessero voluto scoprire i loro movimenti... preferivano non rischiare....

C'era qualcosa di strano in lei nell'attesa dell'incontro...

Avvertiva la sua emozione ma sentiva come il bisogno di alzare ed inspessire le sue mura di cinta... era come dirigersi ad un incontro di guerra sapendo che guerra ci sarebbe stata ma che alcuna guerra avrebbe voluto...

Prese la sua macchina e si avviò...

Si incontrarono nel punto stabilito... lui l'attendeva...

Lei scelse di proseguire il percorso nella macchina di lui...

Durante il tragitto non parlarono... avrebbero potuto dirsi mille cose ma non dissero nulla... non si sfiorarono... non si guardarono... come due estranei che dialogavano solo con il linguaggio di un corpo che ancora per alcuni attimi doveva tacere...

Lui si fermò... era il posto più sicuro...

Uscirono dalla macchina...

Quell'assurdo silenzio si trasformò in urla di corpi che non attendevano altro che dirsi quanto si volevano...

Lì... in piedi... senza formalità... sull'esterno di una macchina bollente... solo pochi minuti... piacere istintivo di due bestie che pochi minuti prima avevano finto di essere umani...

Nessun bacio... nessun abbraccio... nessun morso... quasi esageratamente distanti... eppure uno nell'altro...

Lui la riportò alla sua macchina...

Lei scese e andò via... non si girò e non gli disse nemmeno "ciao"... sarebbe stato troppo  per quell'incontro che ancora una volta aveva avuto il sapore di  qualcosa di squallido...

 
 
 

Appuntamento in aperta campagna

Post n°15 pubblicato il 28 Giugno 2006 da lechateau

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Dopo quel giorno in quella camera d'albergo per lei i giorni trascorsero molto tranquillamente... era come  se quel pensiero ossessivo avesse trovato sfogo in quello "squallido" incontro...

Erano trascorse due settimane e lei ci aveva più volte pensato senza mai sentirsi in colpa... quella sua tranquillità le confermava il fatto che avesse fatto la cosa giusta... per la morale forse no... ma per lei si...

Però negli ultimi giorni stava accadendo qualcosa d'insolito... quel pensiero ritornava con sempre maggiore frequenza... non riusciva a capacitarsi di come quel desiderio fosse inversamente proporzionale al tempo trascorso...

Voleva chiamarlo... si prendeva in giro dicendosi che  potesse essere solo semplice provocazione... ma dentro di sè era ben consapevole che così non fosse...

Adagiava il suo cellulare  per non esserne schiava... ma nel momento in cui lo riprendeva sentiva crescere in lei l'emozione dell'attesa... dell'aspettativa... voleva che la cercasse...

Ma non accadeva niente...

"E' impossibile"... si diceva... "non può aver dimenticato... se attrazione c'era... attrazione c'è ancora... se io voglio... lui vuole quanto me... Per forza... sono convinta... non può che essere così... devo solo aspettare"

Lui la chiamò, la cercò... forse nello stesso momento in cui stava per farlo lei... forse nel momento in cui l'attesa era diventata estenuante...

Non si chiesero come stavano...

"Dove?" chiese lei...

"Nello stesso posto!" rispose lui.

"No... questa volta no... non posso, problema oggettivo... e voi dovreste anche capire perché"

"Certo... intuisco... Allora dove?"

"Nel posto per me più sicuro... In aperta campagna... fuori dalla città..."

"Bene, sarà più gratificante" concluse lui...

La telefonata ebbe fine... 

 
 
 

Squallido

Post n°14 pubblicato il 28 Giugno 2006 da lechateau

14

Lei andò via da quell'albergo con il sorriso sulle labbra...

Aveva sentito il piacevole sapore della vendetta... sapeva che ora quell'uomo l'avrebbe cercata in ogni dove... anche solo per 5 minuti di piacere, ma l'avrebbe cercata... sentiva di non essere più schiava dei suoi pensieri...

Pensò a quello che era successo qualche ora prima in quella camera d'albergo e avvertì  uno strano amaro in bocca... Cercò  termini per definirlo... li trovò... 

"Stupendo ma squallido..."

Lui quel pomeriggio andò in ufficio... 

Il suo socio lo attendeva curioso.... ben sapeva del "galante" appuntamento del suo amico...

Voleva sapere a tutti i costi qualcosa...

Si rivolse a lui.... "Allora, Donato, com'è andata?"

Lui fece finta di essere concentrato al computer e chiese...

"Di cosa parli?"....

"Dell'appuntamento in albergo...." rispose il suo amico...

Donato lo guardò... non aveva molta voglia di parlare ma rispose lo stesso...

"Una meraviglia... ma squallido..."

 

 
 
 

La sfida in un letto 

Post n°13 pubblicato il 26 Giugno 2006 da lechateau

13

Lui la scaraventò sul letto...

Lei da una parte non lo immaginava ma dall'altra lo prevedeva...

Aveva indossato tutto ciò che favorisse un'eventuale "fretta"...

Non  ci furono preliminari o inutili giochi amorosi... lei li aveva sempre considerati inutili...  non servivano mai nella foga di un desiderio tanto atteso... ciò che altri avevano bisogno di preparare in lei accadeva già ore prima...

Lui entrò entrò nel suo corpo ... dopo qualche attimo bloccò il suo movimento...

Quella donna così apparentemente algida aveva qualcosa che bruciava più del dovuto... dovette fermarsi...

Riprese... riprese... solo per pochissimo...

S'interruppe nuovamente... aveva avvertito la potenza delle contrazioni del piacere di quella donna che non parlava ma che in quel momento viveva intensamente quell'attimo infinito...

Lui in cuor suo soffriva, doveva resistere ma non ci riusciva...

Lei in cuor suo godeva, sapeva che gli uomini li metteva in difficoltà e mai come in quel momento niente avrebbe fatto per impedire che così fosse... e ora era lui, che tanto aveva sorriso, a soccombere alla potenza di una donna che era consapevole della fortuna di essere così...

Furono solo pochissimi attimi, intensi, ma pochissimi... e tutto finì...

Lui era  imbarazzato... con lo sguardo basso di chi non ha superato l'esame...

Lei  gli sorrideva sapendo che questa volta aveva vinto ... Cosa?... Il piacere del corpo per primo e la soddisfazione cerebrale dopo...

Gli sorrise, si ricompose, lo guardò...  

Si avvicinò alla porta della camera e prima di uscire disse...

"E ora dimenticami... se sei capace!" 

Andò via! 

 
 
 

Incontro in una camera d'albergo

Post n°12 pubblicato il 26 Giugno 2006 da lechateau

12

Il giorno dell'incontro era finalmente giunto...

Quella notte lei non aveva dormito... 

La mattina preparò la sua roba e si diresse in Conservatorio dove, in quel periodo,  stava terminando i suoi studi di Composizione...

Fece la sua lezione... non capì nulla di ciò che dicesse e di ciò che gli venisse detto...

Erano le 11:00... mancava ancora un'ora all'appuntamento... per giungere in albergo  le ci sarebbero voluti solo 10 minuti...

Andò nei bagni del Conservatorio... si cambiò completamente d'abito... si truccò... l'emozione le strozzava la gola...

Uscì...  Si avviò...

Giunse alla portineria dell'albergo...

Lui la stava già aspettando...

Cercò la stanza...

Bussò...

Lui le aprì la porta...

Lei entrò...

Non si salutarono...

Non si abbracciarono...

Non si baciarono...

Semplicemente lui...

...la scaraventò sul letto!

 
 
 

Etica e desiderio

Post n°11 pubblicato il 26 Giugno 2006 da lechateau

11

L'invito in una camera d'albergo?

Quell'uomo l'aveva nuovamente sorpresa e questo da una parte la stupiva ma dall'altro canto la innervosiva...

Era giunta alla conclusione che doveva prendere una decisione: non poteva continuare a prendersi in giro...

Aveva fatto il primo passo: aveva riconosciuto il suo desiderio per quell'uomo, aveva accettato di essere in balia totale del suo pensiero...

Doveva adesso decidere se abbandonarsi a lui oppure no...

Non aveva mai creduto nelle regole, nell'etica o nella morale ma era sempre stata convinta che non andava fatto ad altri ciò che non avresti voluto venisse fatto a te...

Non voleva trasformarsi in una "sfasciafamiglie"...

Ma la ragione difronte al desiderio soccombe...

Prese possesso di lei quest'idea: "Se non sono io sarà un'altra.... tanto vale che sia io!"

Mai come in quel momento sentì dentro di sè la sicurezza di aver pensato giusto...

Lo chiamò... non aveva paura, non tremava... era forte e sicura di quello che stava per dire...

Una telefonata brevissima... solo dove e quando...

 
 
 

Un' ossessione

Post n°10 pubblicato il 24 Giugno 2006 da lechateau

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Da quel giorno che Lei era andata via dal suo ufficio erano trascorsi 10 giorni...

Non c'era ora che fosse passata  che il suo pensiero non  fosse  andato a quell'uomo... la cosa di cui più si meravigliava è che più i giorni  trascorrevano  e più quel pensiero s'insinuava nella sua mente in maniera quasi ossessiva...

Lei si ripeteva: "Dai... su... puoi farcela... passerà... ancora qualche giorno e poi non ci penserai più"...

Niente... non funzionava... anzi, sembrava che quel suo convincersi la portasse ad ottenere l'effetto opposto... 

Quella maledetta frase "Sei mia"  le risuonava nella mente come una nenia insopportabile... e poi, i poteri della mente... più ci pensava e più si convinceva che quell'uomo li avesse...

"Non vincerai tu... io sono più forte... stronzo!"

Un'idea...

"Proprio perché sono più forte ti chiamo io e ti dico che non m'interessi!"

Lei si convinse che quella era la cosa giusta... dimostrare la forza attraverso la manifestazione della sua indifferenza...

Prese il cellulare... compose il numero in tutta fretta... le gambe tremavano...

"Salve, disturbo?... Volevo semplicemente dire... che il vostro comportamento..... è stato scorretto nei miei confronti!"

Lui ascoltò, pausa... parlò...

"Voi ed io in una stanza d'albergo... decidete  quando, dove e come... aspetto le direttive"...

E lui mise giù...

 

 
 
 

Frase subliminale

Post n°9 pubblicato il 23 Giugno 2006 da lechateau

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Lei entrò nel suo ufficio... si accomodò sulla poltrona...

Lui si sedette difronte e cominciò a guardarla negli occhi...

Non parlavano... si scrutavano per capirsi... si scrutavano per attaccarsi... si scrutavano per difendersi...

Lui... con voce impostata,  profonda e decisa le disse...

"Avete mai letto testi esoterici?"

Lei non aveva mai problemi a dire quando qualcosa non la conosceva però in quel caso capì che poteva   mostrare un "tallone d'Achille"... rispose così...

"Sono un'artista... m'interesso d'altro... L'esoterismo è vasto come argomento e non capisco a quale  branca fate riferimento..."

Lui sorrise con quell' espressione da seduttore che sa tutto lui... e rispose...

"Il potere della mente... (Pausa lunghissima)  Voi siete già mia perché io voglio che sia così e adesso aspetto solo di possedervi..."

Quelle parole le arrivarono come uno schiaffo in faccia... non ragionò a lungo, anzi non ragionò per niente... si alzò e prese la direzione della porta d'uscita...

Lui la bloccò... lei si fece bloccare... attimo intenso in cui i poli opposti creano un'energia potentissima...

Lui la tenne ferma e le disse ancora una volta: "Siete già mia... se andate via ora.... dopo,  sarete voi a pregarmi..."

Lei strinse i denti, chiuse gli occhi, serrò i pugni e andò  senza  voltarsi e senza dir nulla...

 
 
 

Stregati l'uno dall'altro

Post n°8 pubblicato il 22 Giugno 2006 da lechateau

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La telefonata si era conclusa cosi'... senza un ciao, senza un buon pomeriggio, senza un qualsiasi saluto,  ma con una sola frase: "So che potrai"

Lei era sola nella sua casa e quella frase riecheggiava in quelle mura con una potenza ipnotica...

Più ci pensava e più quelle parole  acquistavano  un notevole potere suggestivo...

Lei si ripeteva: "Non devo andarci... cavolo... non posso andarci... Maledetto, ma cosa vuoi da me?..."

Come soggiogata da una forza superiore andò nella cabina armadio e scelse l'abito che faceva per l'occasione... vestita di nero, senza troppi eccessi e senza false modestie...

Alle 20:00 si dirigeva nell' ufficio di quell'uomo... chi pilotasse la sua macchina lei non lo sapeva, chi comandasse i suoi pensieri, nessuno... solo una voce, quella di un uomo che quasi come un comando le chiedeva di andare da lui...

Era lì, davanti alla porta del suo ufficio, il cuore in gola e il volto di chi non lascia trapelare nessuna emozione...

Lui aprì, un sorriso divertito di chi sapeva che sarebbe andata così e non diversamente...

"Le luci... le luci... perché sono quasi tutte spente?..."pensò lei...

Era talmnte in balia di un pensiero ossessivo che la ragione si era persa difronte ad una domanda con una risposta così scontata...

Lui disse: "Seguitemi..." (Si davano del Voi, neanche del Lei, ma del Voi)

"Cosa volete?..." disse lei sospirando...

"Quello che volete  anche voi!" ... e sorrise...

 

 
 
 

Uno strano invito

Post n°7 pubblicato il 22 Giugno 2006 da lechateau

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Un uomo sposato?... No!... No!... No!... Meglio evitare...

Erano questi i pensieri di lei... pensieri che ripeteva costantemente... ma nonostante si ripetesse quel "NO" categorico non faceva altro che pensare a lui... era tentata di chiamarlo... ma ogni volta bloccava il suo pensiero... e quando il suo pensiero andava oltre bloccava la sua mano sui tasti del cellulare...

Ma non riusciva proprio a toglierselo dalla testa... sentiva quel pensiero pulsare continuamente nella sua testa, nella sua gola, nel suo stomaco e per tutto il suo corpo...

Squillò il telefono: numero privato!

Lei guardò il display... sperò e tremò...

La sua voce sempre molto flebile divenne quasi un semplice sospiro quando disse: "Pronto?"

Lui le  disse poche cose...

"Ti aspetto questa sera da me... alle 20:00"

Lei raccogliendo tutta la sua forza di volontà disse: "Mi spiace... non posso..."

Lui rispose: "So che potrai... ti aspetto!"....

 
 
 

Lui è sposato

Post n°6 pubblicato il 21 Giugno 2006 da lechateau

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Quella sera Lei non riusciva ad addormentarsi...

Era a letto, faceva più caldo del solito... non c'era angolo  che le  desse ristoro...

Il suo pensiero era sempre lui... la sua voce, il suo collo, le sue parole, i suoi silenzi... ma soprattutto gli occhi... quegli occhi... non capiva... era come se fossero entrati dentro... come se fossero  capaci di guardare al di là delle cose... come se potessero scrutare tutti i suoi misteri... proprio quelli che lei non avrebbe mai rivelato a nessuno...

Il giorno dopo andò al mare... aveva bisogno di distrarsi...

Era lì in spiaggia con la sua amicia...

Ricominciarono a chiacchierare... quando ad un tratto le balenò un pensiero nella mente... ma così veloce, ma così intenso, ma così pericoloso... che quasi non riusciva a trovare le parole giuste per esprimerlo...

Mise le mani nei suoi capelli e come colei che aspetta il suo verdetto finale immaginando la sua condanna chiese alla sua amica...

"Mi ripeti per cortesia il nome dell'uomo di cui si parlava l'altro giorno... quello di cui tu avevi detto di essere invaghita?...."

L'amica: "DONATO S...     Perché... cosa è successo?"

Non avrebbe voluto sentire quella risposta... Ma purtroppo era proprio l'uomo che aveva incontrato la sera prima... Ora non sapeva che fare... non voleva dir niente...   l'unica cosa che riuscì a chiedere fu questa...

"Dimmi qualcosa in più..."

"E' sposato ed ha una figlia!..."

 

 
 
 

Lei va via

Post n°5 pubblicato il 20 Giugno 2006 da lechateau

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La conversazione tra i due era assente...

Entrambi non sapevano cosa dirsi... tutto quello che passava nelle loro menti era impronunciabile...

Lui era seduto alla poltrona del suo ufficio...

Lei capì che doveva  andar via...

Con un soffio di voce disse: "Bene... sono  contenta di aver concluso quest' affare con lei... ora vado..."

Lui l'avrebbe trattenuta ma sapeva che non era il caso...

Lei lentamente si alzò e andò... con un sorriso... senza salutare, non aveva abitudine di farlo... era sempre stata convinta che le parole  servissero a ben poco...

Lui rimase fermo... immobile...

Dopo qualche attimo entrò nel suo ufficio il socio nonchè amico del  LUI in questione.... Gli chiese curioso con un sorriso sarcastico...

"Donato, che è successo?..."

Lui non rispose...

"Ti senti bene?"

Lui non rispose...

"Vuoi un bicchiere d'acqua?"

Questa volta  rispose...  "No... il suo numero di telefono!"

L'amico: "Ti metti nei guai!"

 
 
 
 
 

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