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QUEGLI ZINGARI LADRI DI BAMBINI: ORRORE VERO E DOCUMENTATO

Pubblichiamo volontieri un interessante articolo che ci esorta a tenere la guardia alta sul nostro territorio.

Lecco e Napoli, sentenze che inchiodano ladri di bambini

di Giulio Ferrari. Lecch – Gli impudenti assertori dell’innocenza di tutti gli zingari liquidano come fosse una barzelletta ogni notizia sull’odiosa consuetudine dei furti di bimbi compiuti da alcuni dei loro protetti: nel giro di qualche giorno, però, sono fioccate due sentenze, una a Napoli e l’altra a Lecco, che inequivocabilmente bollano quei nomadi ladri di bambini. Nel capoluogo lariano, venerdì 23 gennaio, due rom sono state condannate anche in seconda istanza a un anno e otto mesi per il loro esuberante affetto nei confronti dei figli altrui: una vicenda all’italiana, con una punizione ridicola per un reato tanto grave. Oltretutto, le imputate non sconteranno un giorno di pena perché hanno pensato bene di tagliare la corda.

PASSEGGINO. Il fattaccio risale al 4 febbraio del 2005: Sinieta Caldararu e Sopirla Copalea, le zingare condannate, si avvicinano a una giovane mamma che porta a spasso la sua bambina nel passeggino. Le rom attaccano la donna in un un punto della strada poco visibile ai passanti. Fanno conto sull’effetto sorpresa e sulla paura che spesso paralizza le vittime. Probabilmente, poco distante, qualcuno le aspetta su un’auto pronta a partire. Una di loro ha già in braccio la piccola, ma la donna reagisce con la forza della disperazione, per difendere la sua creatura diventa una furia: si mette a urlare chiedendo aiuto e colpisce la nomade che aveva preso la bambina riuscendo a strappargliela. Le due tentano di scappare ma vengono intercettate da una volante di passaggio e arrestate.

IRREPERIBILI. L’accusa iniziale è di tentato rapimento ma il processo, per direttissima, risente della demagogia politicamente corretta che impedisce di attribuire a degli zingari il furto di bambini. Farisaicamente si arriva al patteggiamento, con la confessione delle imputate, per il meno grave reato di tentata sottrazione di minore, fattispecie che generalmente viene contestata a padri o madri separati. Per questo reato le zingare vengono condannate a 6 mesi e 15 giorni. La procura generale non accetta l’improbabile derubricazione del reato, si arriva a un nuovo processo con condanna. Poi l’appello e l’anno e 8 mesi da scontare, senza benefici di legge, che le nomadi non si faranno: da tempo si sono rese irreperibili.

VIZIETTO. Una sentenza che, comunque, dovrebbe incrinare il muro di omertà eretto intorno ai furti di bimbi operati dagli zingari. Anche perché pochi giorni prima, da Napoli, è giunta la notizia di un’altra condanna per lo stesso “vizietto”. Il 15 gennaio si è infatti chiuso con una condanna a 3 anni e 8 mesi per sequestro di persona il primo grado del processo a carico di A.V., quindicenne rom accusata di aver tentato di rapire una neonata lo scorso maggio nel quartiere di Ponticelli. La zingara era stata bloccata dalla madre e dal nonno della piccina: il tribunale, grazie all’esauriente ricostruzione dei fatti eseguita dal pm Valeria Rossetti, l’ha ritenuta colpevole di essersi introdotta nell’abitazione della donna e di aver cercato di rapire una neonata, presumibilmente per usarla come “mezzo di convincimento” allo scopo di ottenere le elemosine dai passanti.

MENDICARE. Sempre in Campania, il 7 gennaio a Pagani in provincia di Salerno, una mamma è riuscita a mettere in fuga un uomo che cercava di rapirle il figlioletto: l'uomo, individuato come uno zingaro dai carabinieri della compagnia di Nocera Inferiore e dai colleghi della stazione di Pagani, era entrato in un appartamento di via Romana cercando di rubare il bimbo che si trovava nel passeggino. Continuando con i casi emblematici, si registra quanto accaduto pochi giorni fa a Cosenza, notizia pubblicata da il Padano.com il 12 gennaio: qui i carabinieri hanno arrestato una zingara rom di 43 anni, Violeta Ciurar, liberando Ramona, una ragazzina di 14 anni, rapita 6 mesi fa in Romania dagli zingari, e portata in Italia a mendicare.

TRATTA DEI PICCINI. Per concludere, vale la pena ricordare un paio di importanti operazioni di polizia. Il quotidiano francese di sinistra Liberation il 19/10/2005 ha pubblicato gli esiti di un’inchiesta sul traffico dei bimbi organizzato dagli zingari: “Sette bébé venduti da nomadi bulgari a coppie adottive sono stati trovati in buona salute ieri mattina nella regione parigina e in provincia dalla polizia, che indaga da più di un anno su questo traffico in ambienti di nomadi”. Di ben maggiori proporzioni la tratta di bambini per cui, il 29 maggio 2006, sono stati arrestati a Trieste 41 trafficanti zingari di provenienza bulgara, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù. Centinaia i piccoli sfruttati, tutti tra gli 8 e i 13 anni, ridotti come bestie a mendicare, rubare e prostituirsi. Fatti accertati e incontestabili. Tuttavia, si troverà sempre qualche fesso supponente pronto a trattare da diceria la tragedia dei bambini rubati da degli zingari.

25 gennaio 2008

da il Padano, quotidiano on line (www.ilpadano.com)

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