LEGA NORD CURIEN

UN INTERESSANTE ANALISI SULLA STRATEGIA VINCENTE DELLA LEGA NORD - tratto da "Il Corriere.it" del 10.06.2009


il neolaburismo presidia il territorio. Anche contando sui 35 mila militantiSezioni in fabbrica, feste di partito, gazeboLa Lega adotta il modello che era del PciStrategia vincente del Carroccio. L'ex leader cisl Pezzotta: l'operaio fa zapping tra Cgil, bocciofila e voto lumbardNarrano le cronache leghiste della campagna elettorale che il Senatur Umberto Bossi, davanti ai picchetti degli operai della Saint Gobain Sekurit di Savigliano (Cuneo), schierati notte e giorno in difesa del posto di lavoro, si sia commosso. Non si è spinto a promettere - come fece Enrico Berlinguer nel 1980 davanti alla Fiat - di occupare la fabbrica assieme alle tute blu, ma ha pronunciato un altrettanto fatidico: «Non chiuderà». Soprattutto Bossi ha rassicurato i 250 dipendenti della multinazionale francese che ne avrebbe parlato direttamente con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. L'episodio di Savigliano non è l'unico: anche davanti alla Mvb-Manifattura, una fabbrica tessile di Zogno nella Val Brembana, i leghisti sono andati a portare la loro solidarietà agli operai in lotta. La capacità del Carroccio di essere presente sul territorio nei momenti topici evoca immediatamente il parallelo con il Pci degli anni d'oro e la capacità dei vecchi leader rossi di farsi vedere sempre e comunque vicino ai lavoratori.A stare a sentire il senatore leghista Armando Valli quello che è nato nell'ultimo anno è «un laburismo leghista che spariglia le antiche divisioni di classe» e ha reso possibile l'impetuosa crescita elettorale del Carroccio estesasi dalle zone pedemontane fino in Emilia e in Toscana. Di recente la Lega ha aperto due sezioni di fabbrica, in due cattedrali dell'operaismo italiano, la Fiat Mirafiori di Torino e la Om di Brescia e i responsabili dell'una e dell'altra sostengono che a votare per Bossi, ormai con una certa regolarità, sono anche molti iscritti alla Fiom-Cgil. «Questa è la vera novità - sostiene l'ex segretario della Cisl Savino Pezzotta -. Il mondo in cui esisteva il Pci era rigidamente diviso in bianchi o rossi, dalla culla alla tomba i tuoi comportamenti erano segnati. Oggi è diverso, l'operaio può permettersi di essere opportunista, di fare zapping associativo. Può iscriversi alla Cgil, frequentare una bocciofila di parrocchia e votare per il centrodestra. Il tutto senza drammi». A dimostrazione della sua tesi Pezzotta porta il fatto che la Lega non spinga più di tanto l'organizzazione del Sin.pa., il suo sindacato.In fondi i voti degli iscritti a Cgil-Cisl-Uil li prende lo stesso. «Le feste invece sì, quelle somigliano come una goccia d'acqua alle feste dell'Unità. Lo schema è collaudato e funziona sempre». Gianfranco Salmoiraghi è il responsabile organizzativo della Lega e non respinge il paragone con il Pci. Tutt'altro e non solo per quanto riguarda le feste di partito. «Tutto sommato le modalità organizzative sono le stesse. Il principio base è quello della presenza capillare. Loro erano una forza presente su tutto il territorio nazionale, noi non ancora». Le differenze le trova però nel tesseramento. Il Pci iscriveva intere famiglie e in più riprese ha superato il milione e mezzo di tagliandi. La Lega tessera solo i militanti, in tutto 35 mila a cui vanno aggiunti 110 mila sostenitori. «Limitando il tesseramento a chi partecipa direttamente all'attività di partito - dichiara Salmoiraghi - evitiamo che si creino i signori delle tessere e le correnti». Le sezioni del Carroccio sono 1.200 e fanno da punto di riferimento per qualsiasi problema si crei sul territorio. In qualche caso, come raccontano a Radio Padania, persino per questioni spicciole di condominio. Ma il vero tratto distintivo della presenza leghista sul territorio è rappresentato dai mitici gazebo bianchi. «Ogni sezione di paese li organizza almeno in una decina di occasioni l'anno. Sono funzionali, si vedono bene da lontano e nonostante che sia aperti creano un ambiente separato. Chi l'ha inventati? Ma Bossi, chi altro! Il guaio è che ce li hanno copiati tutti i partiti» si lamenta Salmoiraghi.Il neolaburismo marca Carroccio ha il grosso vantaggio rispetto agli schemi della «vecchia sinistra» di poter essere dichiaratamente interclassista («tuteliamo operai e piccole imprese, è un nuovo sincretismo sociale» proclama Valli). Così i padani attirano una fetta di voto operaio ma soprattutto riescono a intercettare la simpatia di tutti quelli che in qualche misura si sentono gli outsider della società moderna e globalizzata. Siano piccoli imprenditori che rischiano di chiudere per la crisi, artigiani che fanno la coda per farsi ricevere dal direttore della banca, commercianti messi a dura prova dalla concorrenza delle grandi catene, partite Iva a caccia di lavori e lavoretti, persino pendolari che vedono ogni mattina i loro treni fermarsi per far passare i convogli ad alta velocità. La consonanza leghista - l'idem sentire - con il mondo dei piccoli è fortissima. «Il nostro movimento è schierato da sempre in difesa apertamente lobbistica delle piccole medie imprese» si vanta il senatore Massimo Garavaglia. Così si racconta che abbia simpatie per il Carroccio il presidente della Confapi Paolo Galassi, che l'Api di Brescia si sia spesa esplicitamente per il candidato lumbard alla Provincia e che il neopresidente della provincia di Cuneo, Gianna Gancia, sia un ex dirigente dell'Api.Ma tra i sindaci, pardon borgomastri, del partito di Bossi partite Iva e microimprenditori sono presentissimi, dal commercialista al pasticcere. Per averne una riprova basta leggere le prime dichiarazioni rilasciate dagli eletti, tutte tese a rassicurare la costituency sociale che li ha fatti vincere. Il neopresidente della Provincia di Lodi, Pietro Foroni, che ha interrotto una tradizione di amministrazioni di sinistra che durava da 14 anni, ha subito dichiarato che «darà impulso» all'artigianato, all'agricoltura e alla piccola impresa. La priorità di Roberto Simonetti sono le infrastrutture per avvicinare le imprese biellesi alla Lombardia. Antonello Contiero va al ballottaggio a Rovigo con la parola d'ordine «mantenere il Consorzio agrario provinciale» e Massimo Sertori, eletto a Sondrio, punta a ridiscutere subito le concessioni idroelettriche della Valtellina perché si creino ricadute a favore del territorio.Agli artigiani il partito di Bossi fornisce una lobby ma qualcosa di più, una bussola. La Lega, infatti, non è solo, «un partito di prossimità» come dice Pezzotta, ma è anche capace di fornire ai Piccoli un racconto del proprio tempo. Spiega loro che non è vero che la storia dei popoli la fanno solo i top manager e le top model, i frequent flyer e gli internet provider, ma la si costruisce anche nei bar e nelle trattorie di paese perché la cosa più moderna che c'è è ancora il consenso. Lo si fa battendosi, come si vantano i ministri leghisti, «contro l'invasione del riso cinese». Ma anche frequentando il reclamizzatissimo Campionato Italiano del Salame che si terrà tra pochi giorni a Brescia e che, salvo disguidi dell'ultim'ora, come annuncia La Padania, dovrebbe vedere «gli insaccati padani primi anche nel gusto». Con tanta voglia di esorcizzare le rivendite di kebab che spuntano come funghi ovunque.Dario Di Vico