ROSSO DI SERA

Ed è continuo schianto


 . .Nessun tentativo, né desiderio di dare un senso a ciò che stavo vivendo. Bastava l’emozione che riempiva ogni spazio della mente, come l’inarrestabile piena di un fiume. Vibravo di pensieri leggeri e generosi, mentre mi appoggiavo languida alla mia fortuna. Al mattino la voce calda di sonno che accarezzava il giorno nascente, come fosse il mio uomo. Bentornato, Giorno! E le dita delle mani casualmente intrecciate parlavano fra loro, in un caldo bisbiglio. Che si dicevano, che io non sapessi già? Si chiedevano, forse, quando lui sarebbe tornato? Sì, non poteva essere altrimenti. Quelle estremità raffinate e sensibili sapevano quasi tutto di me, e conoscevano i brividi di lui… e il suo calore nell’accarezzarle. Un’impronta incisa nella memoria e messa perennemente in vetrina. Un’impronta incancellabile, come incancellabile il divario della nostra età. Riempito della leggerezza dove tutto è niente e niente è tutto. Vivendo giorno per giorno quelli che erano dadi strappati al destino: e i punti davano giorni di felicità assolute, e giorni spogliati della loro ricchezza. Ma ogni giorno era vivo e incandescente, l’amore divorava anche la più malinconica assenza. No, non cercavo di dare un senso a ciò che mi stava accadendo. Neanche quando a volte facevo sul serio, convinta di volerlo lasciare… perché in quegli improbabili  tentativi in realtà uscivo dalla porta, e nello stesso tempo rientravo dalla finestra. Eppure mai gli dissi le parole che bruciavano come roventi scintille dentro la città conquistata e incendiata e arresa del mio cuore: ti amo, ti amo, ed è continuo schianto… parole che dilatano, per esistere, nello spazio del futuro. E noi, per noi, avevamo solo il tesoro del presente.(Giulia C., Confessioni di un'Italiana)   . 
 ."E t'amo, t'amo, ed è continuo schianto". (Giuseppe Ungaretti)