. L’amore ambiguo si infiltra da lì, dalle retrovie del cuore. Penetra laddove non c’è ombra di difesa, sfondando le porte ritenute inviolabili e sicure. E si installa, pian piano, allargando sempre di più i suoi tentacoli sul territorio indifeso. La morsa si stringe, mi immobilizza le braccia, mi fa precipitare il cuore, mi soffoca il respiro, mi costringe a girarmi per fronteggiare a viso aperto il mio conquistatore. E nel vederlo, la sorpresa mi fa dire: “Ma c’è un dio che deflagra, se io non ne sono capace, ciò che di caotico, di inconsulto, di ribelle, e imprudente, e incontrollabile, e invincibile, e tormentato, mi sta crescendo dentro, e mi rende schiava del ruolo dove la passione è il mio tiranno?” E il dio chiamato in causa parlò, mi disse che…