ROSSO DI SERA

Il soffio incontaminato


  Buca il pensiero all’improvviso, senza invito e senza aver bussato, senza nessuna periodicità costante. È la nudità della mia anima, apparsa dentro il silenzio denso della notte che nuovamente solleva il sipario per illuminare, per esporre le tracce a volte permanenti delle sue angosce antiche e recenti. Ogni volta è accorgermi come sia tra le correnti vorticose dell’incertezza che nuota il suo sentirsi fragile e incompleta, indifesa di fronte a quel vuoto che le romba attorno, dipinto di dardeggianti apparenze. E appare sola, smarrita, nascosta dentro un deserto che neppure la difende. Eppure sempre vibra di desiderio per la linfa di una nuova consapevolezza che possa irrorarla del volersi donare ancora, del voler perdonare ancora, del voler credere ancora. Per poter nuovamente sentire il profumo intenso di un abbraccio che l’attende, quando viene sera. Per potervi riconoscere il nido che placherà le ansie del giorno che muore, in cui depositare con fiducia desideri, sogni e nascoste paure. Sogna quel piccolo miracolo che può compiersi dietro le sue ciglia chiuse, in quel buio e in quel silenzio profanato in altri tempi da innumeri rimbalzi di felicità negate e di parole chiuse. E immagina quella bruciante rivelazione che mai sarà realtà permanente, ma un sublime variabile gorgogliare d’acqua pura e cristallina che danzerà sui ciottoli del torrente. Perché avverrà. Avverrà quando il pensiero accetterà di schiacciare il tasto che lo riconnette a una nuova gioventù del cuore, per fluire con esso fuori dall’irrealtà del sogno e precipitare in quell’armonia vivente che tuttavia dovrà lottare contro l’usura del tempo.   In quella luce dalla vastità improvvisa la mia anima svela il soffio incontaminato di una corrente che la trascina verso il punto in cui il cielo s’inabissa nella terra o nel mare, verso il punto in cui sarà leggibile il senso della loro meraviglia nel rosso, nel giallo, nel blu del pensiero che tutto infiamma e nulla reprime. Perché è lì che troverà il flusso del simbiotico penetrante incontro dei sensi con l’annodare i lembi di una cercata sete d’infinito, dentro la vivida realtà plasmata dal sogno, oltre il cancello del labirinto che è territorio del passato. E’ ancora un suo correre all’impazzata nel forte vento, sì, correre a conficcarsi profondamente, sotto la pelle ferita per il pegno dell’imperfezione originale, quell’eterno irresistibile pungiglione: amare profondamente, e profondamente sentirsi amata.   È un crescendo d’emozione che tuttavia non innesta un gioioso senso d’attesa, di promessa. Tutt’altro. È emozione che cupamente precipita in una strada difficile da percorrere. È la ricerca di una felicità forse ormai dispersa tra rovi impenetrabili,  cresciuti all’ombra di cuori feriti. Ed è a quel punto che il sipario si richiude violentemente, l’anima sfuma e sfumano i suoi sogni. Perché, per autodifesa, prendo in mano un libro. Inizia il lento e difficile processo del cercare, tra le parole scritte da qualcuno, la distrazione dalle mie emozioni. Verrà il sonno, verrà a portarsi via l’ultimo soffio incontaminato. Oppure, sopra i tetti della città, verrà a giocare l’opalescente luce di una nuova alba.   (Giulia_live)