Le onde del mare, alla sua destra, cozzavano contro gli scogli la loro rabbiosa bianca schiuma. Su quel piazzale il vento ostile gli schiaffeggiava il viso, ripetutamente, gettando prepotente disordine nei suoi pensieri. E vi era un’ansia tremenda, dentro il suo cuore. La sensazione d’aver perso la fiducia in qualcosa che aveva ritenuto sublime, unico, vero. Una disillusione che gli schiantava il cuore. Per scacciare quel dolore più volte scosse il capo, incredulo, e allora vide i monti alla sua sinistra. Vide che dalle loro cime le nevi immacolate scendevano giù per le valli imbiancando anche le sottostanti colline, raggiungendo i bordi del piazzale. All’improvviso da quella neve gli giunse una voce, un richiamo. Vide avanti a sé una bianca porta che s’apriva, mostrando all’interno una rosata luminescenza. Fece un passo, si avvicinò. La voce, dolcemente, lo chiamava. Un altro passo, un altro ancora. Misteriosamente scordò le sue ansie, cercò ancora di sentire quella voce. Salì un gradino, un altro ancora. Ora era proprio sulla porta; a ogni istante che passava si sentiva più avvolto dal calore che proveniva da quella stanza. Si fermò a osservare l’interno, e vide che alla fine della stanza s’apriva un’altra porta su un’altra stanza, e allo stesso modo un’altra ancora, e un’altra ancora, e un’altra ancora. Rimase fermo, smarrito. Tutte quelle porte! Cosa avrebbe potuto trovare, dentro quelle infinite stanze? Come avrebbe potuto tornare indietro, se vi si fosse perso? Lui aveva una chiave sola… per tutta la vita aveva posseduto una sola chiave!
Il sogno
Le onde del mare, alla sua destra, cozzavano contro gli scogli la loro rabbiosa bianca schiuma. Su quel piazzale il vento ostile gli schiaffeggiava il viso, ripetutamente, gettando prepotente disordine nei suoi pensieri. E vi era un’ansia tremenda, dentro il suo cuore. La sensazione d’aver perso la fiducia in qualcosa che aveva ritenuto sublime, unico, vero. Una disillusione che gli schiantava il cuore. Per scacciare quel dolore più volte scosse il capo, incredulo, e allora vide i monti alla sua sinistra. Vide che dalle loro cime le nevi immacolate scendevano giù per le valli imbiancando anche le sottostanti colline, raggiungendo i bordi del piazzale. All’improvviso da quella neve gli giunse una voce, un richiamo. Vide avanti a sé una bianca porta che s’apriva, mostrando all’interno una rosata luminescenza. Fece un passo, si avvicinò. La voce, dolcemente, lo chiamava. Un altro passo, un altro ancora. Misteriosamente scordò le sue ansie, cercò ancora di sentire quella voce. Salì un gradino, un altro ancora. Ora era proprio sulla porta; a ogni istante che passava si sentiva più avvolto dal calore che proveniva da quella stanza. Si fermò a osservare l’interno, e vide che alla fine della stanza s’apriva un’altra porta su un’altra stanza, e allo stesso modo un’altra ancora, e un’altra ancora, e un’altra ancora. Rimase fermo, smarrito. Tutte quelle porte! Cosa avrebbe potuto trovare, dentro quelle infinite stanze? Come avrebbe potuto tornare indietro, se vi si fosse perso? Lui aveva una chiave sola… per tutta la vita aveva posseduto una sola chiave!