ROSSO DI SERA

Perdersi, ritrovarsi


  * Sei lì, sei sulla riva, guardi il mare… e a quel vento che ti è amico anche quanto ti gela e ti punge chiedi di trasportarti fino alla linea dell’orizzonte. È laggiù che ti vuoi tuffare, dove il cielo si tuffa nel mare… è laggiù, che per te stessa vuoi ridiventare solo il nucleo che è l'anima di te stessa. Agli occhi quella linea ora appare spezzata, come spezzate sono le certezze che avevi costruito e vissuto. Ma poi… poi accade che senti una mano sconosciuta che ti si posa sulla spalla. Vi si posa lievemente, prima; quasi un’impercettibile carezza. Poi... poi senti che la sta stringendo, dolcemente, poi senti il calore che la mano irradia, fino a penetrarlo nel profondo dei tuoi pensieri.  E verso quella mano tu volgi il volto asciugato dal vento, lentamente… e in quel lento volgerti si assommano il pudore, la tenerezza, la curiosità. Ma vi compaiono anche ansia e timore… come se il guizzo della fretta potesse avere il potere di far scomparire quella mano dalla tua spalla, come il sogno che svanisce al primo battito di ciglia. Invece quella calda stretta vorrà rimanere a lungo, assai a lungo, fino a che i giorni saranno diventati lunghi anni, a irradiare il sostegno di un’intensa emozione positiva. Non ti abbandonerà neppure quando, nuovamente, avrai riacquistato la fortuna di poter credere che c’è ancora tanto altro che ti attende per essere scoperto, e amato, e vissuto. Ti attende laggiù, oltre quella linea che in quel giorno di disperazione era diventata il filo spezzato del tuo orizzonte. (Giulia_live, Confessioni di un'italiana)