ROSSO DI SERA

L’amore sulla traiettoria di fuoco di un mortaio


   
    * Una breve gita in collina, in quella calda giornata di tarda primavera. Pur facendo attenzione alle curve, a tratti il mio sguardo si perdeva tra il verde intenso dei boschi e dei prati, e le rare nuvole bianchissime che si dondolavano nel cielo azzurro. Salendo lungo i tornanti, mi assalì il ricordo delle innumerevoli volte in cui avevo percorso quella strada insieme a lui, per raggiungere il nostro posto speciale. E di quelle mattinate in cui avevamo preso un permesso dal lavoro – dando giustificazioni assurde - per salire in collina a fare l’amore lassù, en plein air, fra gli alberi e il torrente gorgogliante e il brusio di un’ape, come fossimo immersi in un mitico eden. Ed era indicibilmente bello, bello da morire, percorrere ogni lento tornante con il suo braccio ostinatamente attorno alle mie spalle, e una mano sola per il cambio e per il volante, mentre la mia errava quasi distrattamente sulla sua coscia…  E ci fu quel mattino in cui il nostro posto magico non era deserto, così salimmo ancora, verso la cima della collina per trovare un posto nuovo, e ci fermammo ai bordi in un viottolo che sbucava sull’ampio greto sassoso del fiume. Da un punto alto della collina, sul lato opposto del fiume, giungevano i tonfi dei colpi sparati da un mortaio. Poco più tardi vedemmo arrivare una camionetta dell’esercito che andò a fermarsi a una distanza di strategica discrezione, e rimase ferma finché non salimmo in auto, pronti per ripartire. Solo all’uscita dal viottolo notammo il cartello che indicava divieto di accesso, per esercitazioni militari di tiro. Ci mettemmo a ridere con un certo imbarazzo, chiedendoci…  ma si può essere così ciechi, così abbagliati da  un’urgenza d’amore, da ignorare segnali per evitare il rischio di finire sulla traiettoria di fuoco di un mortaio?  (Giulia_live, Confessioni di un'italiana)