ROSSO DI SERA

Comprendere il Nulla


Tempo addietro, commentando il post di un amico, mi ricordai di un libro illuminante. Quando rilessi l’Ulisse di Joyce mi imbattei nel Nulla, e ciò mi rese incredibilmente ricettiva nel volerne esplorare il significato. Cosicché il provare a dare un senso al Nulla mi frullò in testa per diversi giorni, anche sotto traccia, nell'inconscio. Finché un giorno mi posi una domanda: perché non tutto mi era facile da accettare, anche se credevo di averlo compreso? La risposta che mi diedi ben poco aveva a che fare con il Nulla, però da essa scaturì una nuova pista, una nuova domanda: che cos'è che esiste? Non so se il risultato del mio ragionamento può essere del tutto scevro della suggestione dei principi filosofici appresi a scuola, anzi: ciò è molto probabile. Perché mi fu chiaro che il Nulla ha una sua dimensione non solo filosofica, ma anche reale, ha il pieno diritto di esistere, ha una sua alta nobiltà da difendere: non è solamente una proiezione mentale. Il Nulla è eterno, immutabile e infinito, mentre l’Universo ha i suoi confini ed è in continua trasformazione tra vita e morte. E forse è solo grazie al Nulla che meglio comprendo l'immensità del reale e transitorio Tutto. (Giulia_live)