ROSSO DI SERA

Difetto di comunicazione


Neppure nei più fertili momenti di condivisione con chi mi è stato molto vicino mi riusciva di trasmettere tutto ciò che provavo; neppure nei momenti di maggiore intimità. Perché non ci sono parole sufficienti a descrivere le emozioni, e non tutte le parole s’incollano dove dovrebbero. Perché neanche i baci si salvano: nello stesso istante è difficile che per entrambi sia uguale l'intensità del desiderarli, la passione o la tiepidezza nel darli. Così  a volte capita che permanga in me quella dannata sensazione, quell’opprimente disagio del sentire che non era stato compreso appieno il senso del mio pensiero, non avvertita la piena della mia emozione, non intuita la profondità del mio sentimento, non scandagliato lo spazio, il peso e il potenziale delle mie parole, dolorose o felici che fossero. Inevitabile poi perduri in me uno stato di frustrazione, quel sentirmi sempre incompleta in ciò che avevo detto o donato, e che solo in parte mi risultava essere stato compreso e accettato. Ma quando questo malessere m’assale, a esso s'aggiunge la dolorosa ma imprescindibile consapevolezza di quanto io stessa posso avere perso di ciò che invece proprio a me era stato offerto, con altrettanta generosa intensità e partecipazione… di quanto io stessa posso avere perso proprio per non averlo saputo adeguatamente percepire. Perché, nonostante la buona volontà verso un ascolto empatico, rimane il fatto che troppo spesso si è portati a concentrare la propria attenzione più su se stessi e sulle proprie sensazioni, anziché su chi standoci vicino tenta, in ogni modo, di farci comprendere e accettare il suo messaggio, il suo dono, il suo sentimento. (Giulia_live)