Creato da leggereleggerci il 29/01/2008
promozione del libro e della lettura per ragazzi
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E' di oggi la notizia che 4 ragazzini italiani tra i 10 e i 13 anni hanno devastato una scuola filmandosi con sofisticati telefonini. Un fatto che purtroppo comincia a non essere nenache tanto una notizia. Non ho le competenze per ipotizzare quale possa essere il malessere, il disagio di questi ragazzini. Ma penso di poter dire che la violenza con cui si esprimono è frutto di una società in cui tutto è violento, urlato; in cui il nutrimento di questi figli consiste soprattutto nel placare ansie consumistiche, spesso più facili da soddisfare di altre ansie e turbamenti. Non ho una ricetta, ma non mi verrebbe mai in mente di risolvere questa grave forma di disagio sociale prendendo le impronte a questi ragazzi. E credo che sia compito di tutti preoccuparci anche dei bambini italiani e fermarci a riflettere su cosa stiamo facendo per loro.
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Jack Zipes non usa mezzi termini: "il 90% della letteratura per ragazzi (...) non vale la pena di essere letta". E' così? Non mi sembra che sia una considerazione molto lontana dalla realtà, anche se ci sono buoni libri che meritano attenzione. Ciò che preoccupa è che questi libri siano ignorati dalla maggior parte dei lettori e che si faccia tanta fatica a farli entrare nelle case e a scuola. Che sia tanto difficile parlarne a un pubblico che ascolta. Davvero vogliamo subire passivamente ciò che ci viene venduto con campagne pubblicitarie faraoniche e rinunciare così a pensare con la nostra testa? Davvero vogliamo che i bambini e i ragazzi perdano la capacità di rovesciare le regole che è loro, con cui nascono, e diventino adulti che non selezionano, non fanno domande? Se il criterio di scelta di un libro è determinato da un gadget annesso, lo stesso accade per l'acquisto di un paio di scarpe nuove e così via. Siamo sicuri di volere che gli adulti di domani siano il risultato di questi meccanismi?
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In queste settimane Daniel Pennac ha fatto il giro di tv, radio, giornali per promuovere il suo ultimo libro “Diario di scuola”, in Italia pubblicato da Feltrinelli. E’ un insegnante che ricorda di essere stato allievo non particolarmente brillante e che cerca di capire quali siano i meccanismi che scattano da entrambe le parti. Durante l’intervista rilasciata a Fahrenheit ha ricordato il passaggio del suo libro in cui racconta quando, da insegnante, prescriveva ai suoi alunni 20 minuti di noia. I ragazzi di oggi, dice Pennac (ma non solo lui), sono sempre alle prese con qualcosa da fare, da acquistare, da consumare. Il silenzio, la solitudine, la noia diventano allora occasioni per ritrovare se stessi, per aprirsi alla conoscenza fondamentale, per capire che la grammatica e la matematica, per esempio, vissute come inutili, danno forma e struttura alla mente. Ora io mi chiedo: esiste qualche genitore che non teme di sottrarsi alla tendenza generalizzata di riempire la vita dei figli di cose da fare? Che riesce a convivere con il fatto che saper fare qualche sport in meno, conoscere qualche lingua straniera in meno non rende suo figlio un minus habens sociale? Mi rendo conto che è difficile, soprattutto perché una simile convinzione deve passare anche ai ragazzi, scontrarsi con il loro naturale conformismo. Ma, soprattutto, possiamo ancora farlo? Perché Pennac stesso constata che, rispetto a quando lui era bambino “la differenza fondamentale è che io non ero il cliente della società in cui crescevo.”
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Come abbiamo segnalato sul nostro sito all'inizio di agosto, Il Ministero della Pubblica Istruzione, l'UPI, l'ANCI e l'AIE hanno sottoscritto un protocollo d'intesa che prevede l'assegnazione di 1000 euro a ogni istituzione scolastica per l'acquisto di libri e l'attivazione di progetti per la promozione della lettura. Dal canto loro, alcuni editori hanno preparato una lista di libri scontati. Ho provato a pensare a quali libri vorrei che i bambini e i ragazzi avessero a disposizione e ne ho scelti tre: "Fuori dal guscio" di J. Spinelli, "Federico", di Lionni e un qualsiasi libro della serie dei Mumin di Tove Jansson. Ma ce ne sarebbero molti altri, almeno tutti quelli per arrivare a spendere 1000 euro! Mi auguro che la scuola utilizzi questa possibilità in piena consapevolezza, senza lasciarsi attrarre da pacchetti preconfezionati, ottimi, ma solo per farsi un'idea. Perché chi trova un amico trova un tesoro e, in questo caso, viceversa.
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Da un'indagine ISTAT presentata pochi giorni fa (e riferita fino all'anno 2006) risulta che la propensione alla lettura dei bambini ed adolescenti va al di là dei titoli di studio posseduti in famiglia, mentre risultano fattori determinanti il comportamento verso la lettura dei genitori e il possesso dei libri in casa.
Tale risultato mi trova pienamente d'accordo: la propensione alla lettura di entrambi i genitori è senz'altro un input fondamentale ai fini della formazione di un futuro lettore, e credo anche che ai fini del piacere del libro e della lettura contribuisca la possibilità di poter usufruire in casa di libri di diversi argomenti e tipologia.
Sarebbe interessante conoscere esperienze e punti di vista dei lettori del blog.
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