Sylvia Noir

il calamaio d'argento


Diciotto anni! Ho sognato questo momento per tante notti e ogni volta lo vedevo uguale a quello che ora stringo tra le mani . Un diario, un diario tutto mio. Lo guardo, lo studio con gli occhi come se osservandolo a fondo volessi essere certa di riconoscerlo, l'ho già incontrato nelle notti buie quando le parole fluivano nella mente, parole tristi, parole piene di sconforto, o nelle notti illuminate dalla luna, parole che brillavano di luce propria, parole di passione, di amore. E sognavo che, un giorno, tutte queste notti avrebbero regalato ai miei occhi la libertà di vedere incise quelle parole con inchiostro indelebile, come a sprigionarle dalla gabbia dei miei pensieri e darle in consegna ad un amico fidato, ad un'anima pronta a riceverle e a proteggerle., Accarezzare il cuoio, far scivolare le dita intorno ai bordi, sentire la essenza della pelle, chiudo gli occhi e immagino la dura schiena di un uomo, accarezzo la costa del libro e sogno di sentirne le ossa , apro pagina per pagina, come se gli frugassi nel petto, i polpastrelli a scavare nell'anima, sentire la consistenza delle pagine, alcune lisce come un fluido dolce che gli arriva dritto al cuore, alcune ruvide come la passione di un uomo, e il suo odore di muschio, foglie secche, odore di bosco in autunno, odore che mi farà voltare di scatto quando lo sentirò invadere le mie narici , annuncerà l'arrivo dell'uomo che amo.