Io uomo, o la mia maschera?,quando per un segnale inintelligibilenel mezzo dell’affollata commedial’azione s’interrompee immobile, a un tratto, resta il gioco delle parti eccomiimpietosamente sorpreso da quel vuotoe in esso da un istantaneo coagulocome ognuno, anch’io dalla mia incerta verità risaltoancora più goffo, spicco ancora più vanoin questa neutra desolata ceralacca, dove loro,gli eroi belli e vincenti, si appisolanonella loro grandezza perturbabile, presunta o finta,ma in realtà mai solcata dal dubbio, e anzi ornata da millee mille millantate conquiste , dove gli altri che vociferanoe pestano concitate nullità, tutti,tutti ugualmente ma non èquesto il mio orizzonte,che l’attimo successivo, gemello tardivo del precedente,riconquista alla scena il movimento,all’eterna rincorsa, alla mai compiuta metamorfosi. Venezia, 27 novembre 2011