Pensa, non credere.

IL GATTOPARDO IN SALSA DI GENERE


Ovvero "...Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi...". C'è una strage continua, puntuale, ricorrente in Italia e non solo. Non è un genocidio nascosto dai media e dai poteri forti, è ben documentato ed evidente a tutti, su tutti i giornali, su tutte le televisioni. Così come è certo che in quasi tutti i paesi europei, ma non solo, questa strage uccide molti più civili rispetto ai morti del terrorismo religioso, tema ben più sensibile. Eppure sembra una strage inevitabile. Eppure c'è la convinzione che non si possa far altro che constatare, che fare cronaca dell'ultimo delitto. Come se quell'ennesimo omicidio fosse inevitabile. C'è un punto sul quale non sembrano esserci grosse differenze di pensiero tra religioni diverse, società diverse e ideologie politiche diverse. In un periodo di grandissime divisioni, di morte delle ideologie, di polverizzazione della rappresentanza politica, poi trovi un idea che accomuna tutti. Eppure, almeno una parte politica, almeno una parte laica, se non atea, dovrebbe aver idee asimmetriche rispetto alla rassegnazione al maschilismo. Come se quell'ennesimo omicidio, in fondo, non solo fosse inevitabile, ma anche un pò giusto.C'è ogni giorno un articolo sui giornali, ogni settimana un programma in tv (dai titoli quantomeno ambigui come "Amore Criminale"), ogni giorno un nuovo hashtag per l'ultima vittima, ogni giorno una nuova associazione per la tutela della "categoria". L'impegno politico, poi, sembra smisurato, con la massima convergenza di tutte le fazioni. Eppure non cambia nulla. Come se quell'ennesimo omicidio, in fondo, non solo fosse inevitabile, non solo fosse un pò giusto, ma anche insito nella natura umana, specialmente maschile.Eppure, eppure, leggi, guardi, studi e non capisci. Già, perché bisogna saper leggere tra le righe, schiaffeggiarsi per non ritrovarsi sonnolenti ad assimilare parole vuote, ripetitive e fuorvianti. Bisogna approfondire, arte rara, le notizie e le leggi e non ripetere le cassandre di una situazione reputata naturale. Ma se ci riesci, se rifiuti quell'inevitabilità, quell'idea di natura umana e maschile naturalmente malata o femminile subumana, allora vedi oltre. E ti rendi conto che ieri, in Sardegna, un uomo che brucia la macchina della propria ex (fortunatamente stavolta senza lei dentro), viene condannato, nel giubilo di giornalisti e politici, non al carcere, non ai domiciliari, ma, attenzione attenzione, all'obbligo di firma. Un militare di venticinque anni andrà burocraticamente ogni giorno a raccogliere una firma sul modulo, lasciando le restanti 23 ore e 55 minuti della giornata libere al reo per compiere ciò che vuole, ben sapendo che era la seconda volta che incendiava la macchina della ex e che questi atti non erano che un escalation che parte dai soliti messaggi, i soliti inseguimenti, le solite chiamate notturne. Escalation, appunto, un termine che parla di sviluppi futuri. E ti rendi conto che un uomo, più maschio che uomo, di quasi settant'anni, all'ennesimo inseguimento con tanto di assalto lungo la strada statale, mentre la vittima 45enne era in bicicletta, viene condannato dall'integerrimo giudice alla severissima pena del "divieto di avvicinamento alla donna". E storie del genere ogni giorno raggiungono i giornali, che ormai raccontano solo i casi più gravi o bizzarri. E giù con il giubilo per la giusta (ma finta) condanna. E giù con i luoghi comuni del "possesso", dell'amore "criminale", della gelosia, del troppo amore e compagnia cantante. Senza mai voler scalfire il pensiero violento che c'è dietro, che non vuole vedere e non vuole considerare la malattia mentale di questi soggetti, la carenza umana di certi rapporti, il malessere mentale sociale. Ed è lo stesso pensiero che poi "crede" inevitabile e naturale la prostituzione, lo stalking o le violenze domestiche. Si fa l'articolo di mera cronaca, l'invettiva nel talk show, la fondazione politica a difesa della donna, ma "...se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi...".Ovvio che casi del genere non possano essere sanabili con la repressione, con pene più dure. Ovvio che serve uno psichiatra e non un maresciallo. Ovvio che serva un nuovo pensiero che rifiuti le favole millenarie della religione, del logos, della razionalità illuminista a solo appannaggio maschile. Però chiedere che almeno in carcere si trovi questo genere di uomini, anzichè immigrati e tossici disperati, forse è il punto di partenza per iniziare a sviluppare un discorso. Forse chiedere che ci evitino finte leggi sullo stalking, presentate in pompa magna, che non fanno altro che ricopiare il codice penale e le cui pene sono quelle sopra citate, forse è il minimo per ipotizzare un cambiamento.  "...se vogliamo che tutto cambi, basta cambiare tutto...".