Pensa, non credere.

CIAO MAX!


Ovvero “...non ragioniam di lor, ma guarda e passa...” Se ne è andato ieri uno dei massimi intellettuali, medici e pensatori del nostro tempo. E la stampa copia-incolla del nostro belpaese lo saluta nel suo strambo modo, senza nemmeno dargli tregua nel giorno del suo addio. Aldilà di coraggiose teste pensanti (vedi Liguori, vedi Left-avvenimenti, vedi Bellocchio), i coccodrilli della stampa nazionale non riescono a scrivere molto di più dell'uomo che, anzitutto, è stato un medico, un teorico e un professionista esemplare. Repubblica e il suo senile fondatore, aprono l'articolo per la sua morte con un elegantissimo: "...I suoi seguaci si chiamavano "fagiolini", che un po’ ricorda i “sorcini” fan di Renato Zero. Lui, Massimo Fagioli, era il guru...". Tre insulti in una frase. E poi, per inciso, i suoi seguaci "si chiamano", non "si chiamavano" (facciamo un interpretazione?).Poi, con un copia-incolla da un articolo di qualche anno fa, continua l'epiteto da bar:"...Irrituale anche nel look: camicie e bretelle colorate, capelli candidi arruffati, barba incolta...". Roba da rotocalco scandalistico. E parliamo di un medico, professore, scrittore, per dirne solo qualcuna. "...In realtà Fagioli aveva alle spalle un curriculum serio prima di diventare un santone pop di politici e intellettuali...". Repubblica riesce così nell'intento di mostrare che i commenti agli articoli a fondo pagina possono essere meno volgari dell'articolo stesso. Ma resta il fatto che le somiglianze tra le parole del quotidiano che fu (?) di sinistra e quelle de "Il giornale" o "Il messaggero" sono inquietanti e ci parlano di tanta, tanta, confusione a sinistra.E così nel mondo dell'informazione 2.0 ci si ritrova a consultare una serie di articoli in cui non si capisce più chi ha copiato da chi e perché. E se Repubblica per "errore" (ammesso) sbagliò un titolo su un'intervista a Fagioli, facendolo passare per omofobo, a cascata si possono riconoscere tutti coloro che scrivono articoli informandosi su google, i quali, ripescando l'articolo, replicano l'errore. A questo errore (diffamazione?), uno dei tanti, fa riferimento oggi Paolo Liguori, nella sua trasmissione, sottolineando gli effetti nefasti della macchina del fango. Ora, o Liguori ha poteri soprannaturali o forse sa solo verificare le fonti. Già perché google e le ricerche da scrivania non dovrebbero essere fonti, altrimenti giornalista è anche mio nipote quando fa la ricerchina a scuola.E se il copia-incolla non ha limiti allora "Guru" si può anche usare per un medico premiato dal suo stesso Ordine e che ha offerto gratuitamente per quaranta anni la sua opera. "Amico di Bertinotti" (il quale nemmeno una nota scrive oggi), "plagiatore" e regista di film (non visti ovviamente) a favore dell'"apologia dello stupro" (forse l’accusa più assurda per un uomo che ha dedicato la sua vita alla realizzazione delle donne). Tutto questo nel giorno della sua morte. Non una parola sulle migliaia di persone curate, sui 23 libri scritti, sull'impegno costante e straordinario di quarant'anni (quaranta) per quattro giorni la settimana senza alcun compenso, sulle migliaia di persone di ogni estrazione sociale che l'hanno seguito: giovani, studenti e operai, casalinghe e professori universitari, registi e impiegati di banca, terza media e master, tante donne e molti uomini. Non una parola su undici anni di lezioni universitarie, non una parola su circa 600 articoli scritti per il solo Left-avvenimenti. Non una parola sui giovani salvati dalle droghe e dal terrorismo eversivo negli anni in cui i cattivi maestri, i “guru” per l'appunto, non parlavano di psichiatria, ma di bombe e pistole. Non una parola, sulle centinaia di psichiatri formati, che oggi rappresentano quella "scuola romana" in costante moltiplicazione. Non una parola, guarda un pò, sulla teoria scientifica (toccherebbe leggerla...).Forse lo sapeva, li conosceva già questi quattro scribacchini, dopo quarant'anni di insulti. E si infurierebbe per le troppe righe di attenzione concesse.Molti già dicono che purtroppo per il riconoscimento scientifico, intellettuale, bisogna attendere la morte. Triste doverlo fare accompagnato da poveri lapidatori famelici destinati al dimenticatoio, così come i loro insulti. "Quello che ha pensato, ha scritto, ha fatto prima o poi si imporranno, anche se questo riconoscimento varrà per i sopravvissuti e per le generazioni future" (Marco Bellocchio, Corriere della Sera).I fatti hanno la testa dura e il tempo è il più severo dei giudici. L'inchiostro sprecato imbratterà la carta di quei giornali che serviranno per il fondo dei bidoni per l’umido.Vivere significa essere testimoni del proprio tempo e io sono fiero di poter essere stato un testimone di una storia incredibile e straordinaria, che mi ha insegnato a distinguere “il grano dal miglio”, il sano dal malato, l’opinione dagli insulti, i fatti dalle infamie, il giornalista dal calunniatore, gli uomini e le donne dai celenterati. Glie lo dissi una volta, la cosa più grande che ho capito con te è il saper guardare oltre l'evidenza delle cose, andare o cercare di andare nel latente, il saper vedere oltre. Oltre la coscienza, oltre le parole, oltre i comportamenti, oltre le intenzioni. E saper vedere oggi quello che gli altri, meschini, riconosceranno solo domani.Grazie Massimo,Presb!