Pensa, non credere.

Colpevole di stupro subito


Ovvero quanta fatica costa dimostrare che violentare è naturale, involontario, inevitabile e automatico.Siamo ormai talmente abituati a femminicidi che non fa più notizia la violenza sessuale. Il lettore mi contesterà che negli ultimi giorni non si è parlato altro che dello stupro di Rimini e di quello di Firenze.Ma ne siamo certi?Si è parlato della vittima dello stupro o degli stupratori? Si è parlato della violenza malata degli stupratori o del colore della loro pelle? Si è parlato dei danni presenti e futuri delle ragazze coinvolte o della carriera dei carabinieri coinvolti? Si è parlato più del fantomatico consenso femminile o più dell’assurdità anche solo di fare i latin lover durante il servizio di pubblica sicurezza?Ed avete trovato traccia nei giornali delle incredibili pene cui saranno sottoposti gli stupratori? E qualcuno sa come stanno queste ragazze? Cioè andiamo con le telecamere in ospedale per uno sportivo infortunato e non un cane ad intervistare le ragazze vittime?Come se non ci fosse mai stato il “processo per stupro” del 1979.Se avrete lo stomaco e il coraggio di avventurarvi nelle notizie non troverete queste informazioni, ma un grande classico della violenza (psichica) sulle donne: la trasformazione da vittime dello stupro a imputate. Era consenziente. Era vestita in modo provocante. Era sola ad una certa ora di notte. E l’ultima: era ubriaca. Attenzione! Non è un’aggravante l’averla stuprata mentre era sotto i fumi dell’alcol, ma un’attenuante! Te la sei cercata! E che vuoi essere addirittura libera di bere due bicchieri in più?! Colpevole. E anche se non lo sei ci sono secoli di misoginia politica e cattolica a giustificare una violenza contro la donna che ha una naturale “...predisposizione alla perversione polimorfa...” (Freud, 1905) e perciò è provocatrice per natura nonché incapace di trattenere la sua famelica sessualità (cfr. la ricerca su “Amore senza bugie” – Fulgosi – Di Sabatino -L’asino d’oro edizioni, 2014)Noi non siamo come l’Islam, siamo più evoluti.“Se una bella ragazza cammina da sola alle 3 di notte, magari vestita in modo provocante e si trova in determinati ambienti, si espone...” perché la donna “...porta con sé l’idea del corpo, della preda. Se si trova in periferia, sola in strada, può anche essere oggetto di aggressione. È un istinto, sarà primordiale, ancestrale...», ma «...servirebbe un minimo di cautela. Le donne lo devono pensare che c’è gente in giro che può fargli del male...». No, non è il bar sotto casa mia, è il senatore Vincenzo D’Anna, di cui risulta scontato dire l’estrazione politica, ça va sans dire. Ah, e sono dichiarazioni del 15 settembre di quest’anno, non di inizio ‘900.Il peggior nemico della libertà femminile è la donna stessa.Come ci ricorda Giulio Cavalli su Left online,su stampa e tv non si è parlato di quale patologia mentale porti un malato a violentare una donna, no. Si è parlato di come “educare” le donne a non farsi violentare, o meglio, a non far scattare “l’istinto primordiale” di cui parla il Nostro senatore della Repubblica. Quindi “...la colpa è di Cappuccetto Rosso che si ostina ad attraversare il bosco...”.E ahimè come sempre, il peggior nemico della libertà femminile è la donna stessa: Lucetta Scaraffia, ultracattolica (e praticante direi, visto il figlio prima e fuori del matrimonio e poi un secondo partner sposato), si è cimentata sul “Messaggero” nel MANUALE PER LE DONNE. Ci illumina la paladina pro-life: “Sarebbe bello, certo,se gli uomini cambiassero e accettassero questa nuova libertà delle donne, ma sappiamo che non è così, e forse non lo sarà mai...”. Appreso quindi che sarò stupratore a vita, ho proseguito la lettura ed ho capito che la situazione potrà cambiare “...solo attraverso un aumento della vigilanza, non attraverso una conversione degli uomini...”. Il femminismo “...ha significato per le donne l’illusione di proteggersi da sole [...] preferendo inseguire una libertà dal loro DESTINO BIOLOGICO...”. Il Messaggero, 14 settembre sempre 2017, non 1900, chapeau.Semplicemente sentendomi offeso da queste parole dette da una donna, posso dimostrarle automaticamente che gli uomini non devono “cambiare”, non devono “convertirsi”.Gli uomini nascono e sono fondamentalmente sani, come le donne. Magari più scemi, ma sani. E quando si ammalano violentano, le donne, se stessi, i loro affetti, i loro rapporti.Una persona speciale che ho incontrato nella mia vita mi ha spiegato che il massimo della sanità mentale sarebbe una paresi lancinante al braccio che volesse dare un pugno ad un bambino. Per analogia posso oggi sostenere che un uomo può riconoscersi un minimo di sanità quando sa che non riuscirebbe ad avere nessuna erezione violentando una donna (o pagandola per poterla violentare, fisicamente o psichicamente). Quell'uomo scrisse la sceneggiatura de “La condanna” (regia di M. Bellocchio, 1991), che ben spiega la differenza tra l’impotente violentatore e il forte amante. E, grazie a lui, ma non solo (!), ho scoperto quanto è bello vivere la libertà di una donna, subirne le provocazioni, forzarne le resistenze. La violenza è sempre patologia e la patologia è sempre schiavitù, queste catene non riesce a vedere il malato.“Stupro”queste ultime bellissime citazioni con il peggio che un uomo può offrire in questo campo. Le parole che seguono sono degli avvocati difensori degli stupratori nel famoso processo del 1979, sopra citato. Uomini solo per l’anagrafe.“Qui si tratta di una ragazza che ha degli amanti a pagamento [...] signori miei, una violenza carnale con fellatio può essere interrotta con un morsetto. L'atto è incompatibile con l'ipotesi di una violenza”“La violenza c'è sempre stata [...] Non la subiamo noi uomini? Non la subiamo noi anche da parte delle nostre mogli? Eccome non le subiamo? Io oggi per andare fuori ho dovuto portare due testi con me! L'avvocato Mazzucca e l'avvocato Sarandrea, testimoni che andavo a pranzo con loro, sennò non uscivo di casa. Non è una violenza questa? Eppure mia moglie mica mi mena. [...] Che cosa avete voluto? La parità dei diritti. Avete cominciato a scimmiottare l'uomo. Voi portavate la veste,perché avete voluto mettere i pantaloni? [...] E allora ognuno purtroppo raccoglie i frutti che ha seminato. Se questa ragazza fosse stata a casa, se l'avessero tenuta presso il caminetto, non si sarebbe verificato niente.”Ad eterna memoria.