Pensa, non credere.

IENE O SCIACALLI?


Le chiamano inchieste, si spacciano per giornalisti e si travestono prendendo spunto dal bel film di Tarantino in cui, le Iene, non fanno niente, ma proprio niente di bello, etico o imitabile. Firmano grandi inchieste del genere: "La dieta vegana combatte il cancro?" - "C'è correlazione tra vaccini e autismo?" - "Il metodo Stamina funziona?". Non disdegnano qualche marchetta alla destra nostrana con servizi addirittura in Venezuela, dove l'inviata-ricca-modella ci spiega che il socialismo dei poveri è brutto e il golpe dei ricchi di destra bello e giusto. Ammettono senza problemi di diffondere fake news, come il caso "blue whale russo" dove l'autore riconosce, qualche giorno dopo e su qualche riga di qualche sito sconosciuto, che effettivamente, i video dei ragazzi suicidi russi non erano tutti provenienti dalla Russia, anzi, e che non sempre si suicidavano "per gioco", anzi. Come dire quindi che non esiste alcun caso o che, almeno, non sono in grado di documentarlo. Ma, in fondo, tutti i servizi delle Iene non vogliono documentare, ma solo fare un prodotto televisivo capace di fare audience, con scarso interesse ad informare o conoscere la verità.Da mesi e mesi flagellano la pazienza, l'intelligenza e le parti intime degli ascoltatori (almeno di quelli provvisti dei tre elementi citati), riproponendo l'ennesima "nuova rivelazione" sul caso David Rossi - Monte dei Paschi di Siena. L'ennesima "eclatante novità", l'ennessima "gola profonda". Aveva iniziato l'affidabile Report ormai anni e anni fa, con servizi giornalistici basati su "indiscrezioni" e "rivelazioni". Testimoni sempre con voce criptata, identità sconosciuta e immagine camuffata. Così affidabili che in tribunale non si vedono mai e che, raramente, hanno il minimo seguito in qualsiasi fase delle indagini. Il tutto accompagnato dalle voci della "gente comune" che ormai è diventata l'opinionista immancabile e incontestabile, anche quando totalmente estranea alla materia ed ai fatti. Come non ricordare la rappresentante della cooperativa di turno che si lamentava di non aver più ricevuto soldi dalla banca, senza minimamente indagare il perché (e dopo aver fatto tutto un servizio lamentando che il Monte Paschi aveva lautamente foraggiato tutta la provincia di Siena con soldi facili).  Il povero David Rossi, unica vera vittima di questo caso, non giornalistico, ma privato e doloroso, è periodicamente oggetto di vilipendio da questi pseudo-giornalisti. Con pseudo-inchieste, lanciano i loro servizi senza fonti, senza etica e senza pudore, utilizzando il bancario per attirare l'attenzione salvo poi subito passare a pettegolezzi e particolari da rivista scandalistica, quasi per nulla collegati a lui. Ora siamo giunti ai festini omosessuali. La famiglia e la figlia, che alle Iene si sono rivolte, saranno, ahimè, le prime vittime di questo rovistare nel pattume. Nel tentativo, pur sacrosanto, di sapere cosa è successo al loro caro, si sono ritrovate servizi con il loro cognome in bella evidenza, che di tutto parlano tranne che del loro congiunto. Rossi diviene uno "sponsor" ai soliti servizi delle Iene, tutti droga, prostituzione e finti scandali. Ben sapendo che il loro target è prevalentemente formato da adolescenti, i "novelli" inquisitori, armati di telecamera falsamente nascosta, sollazzano spesso gli ormoni dei ragazzi con storie di scambisti, di sesso e droga facile. Fanno i libertini, ma con certi servizi sono di un moralismo degno di novantenni. Il tutto, ovviamente, senza aver la benché minima intenzione di descrivere il fenomeno indagato, ma con il solo obiettivo di aumentare l'audience per il tramite dell'onanismo da camera che il target di riferimento apprezza abbondantemente. Qualche mese fa abbiamo così ricevuto le "cocenti rivelazioni" dell'ex sindaco di Siena il quale, udite udite, racconta di festini con droga e prostitute, tenuti in Toscana, con partecipazioni di esponenti della banca, della politica e della magistratura. Per la miseria! Cose incredibili e che succedono solo ed esclusivamente in Toscana! Nomi? indizi? Manco a dirlo, niente. Non si sa quale collegamento possa avere questa notizia con la morte del Rossi, se non vago e fantasioso. La sceneggiata con la quale alla fine l'ex sindaco si alza e finge scandalizzato di essersi reso conto della telecamera nascosta è degna di un cinepanettone. Come se un politico di quel livello facesse rivelazioni del genere al primo sbarbatello col microfono che gli capita, sulla base della promessa che non accenderà la telecamera. Anche il mio gatto sa che quella tecnica è vecchissima e volta solo a togliersi ogni responsabilità sulle dichiarazioni rilasciate, che, a quel punto, non sono "ufficiali", ma "private" e, di conseguenza, non punibili. Fossi un giornalista delle Iene, anzi, evitiamo la contraddizione, fossi un giornalista, mi domanderei piuttosto perché Piccini faccia certe dichiarazioni in tv, ben conoscendo l'inconsistenza delle prove a supporto, che messaggio voglia lanciare e a chi in particolare. Ma questo, certo, è complesso, giornalistico e non fa audience.Il servizio poi continuava tacciando di omertà qualsiasi persona che non voleva fare dichiarazioni alle Iene, come se fossero autorità alle quali DOVER rispondere. Sarebbe "omertoso" anche chi, per motivi giuridici, non possa per legge rilasciare dichiarazioni in merito, pena una sanzione civile e penale, come in qualsiasi indagine giuridica ancora in corso. Non parli con noi? Sei omertoso, tutta la città è omertosa: Siena diventa Corleone. Un giornalista si potrebbe chiedere perché Mediaset abbia tutto questo rancore contro Siena, roccaforte di sinistra...In questo inizio primavera la nuova "talpa" che finalmente risolverà il caso è un presunto gigolò che avrebbe partecipato a quei festini, il quale ha sentito "l'esigenza" di scrivere alle Iene, piuttosto che alla magistratura, perchè dopo tanti anni "non ce la faceva più" a sopportare il fardello di una tale responsabilità (!). Prontamente riproposto tutto il servizio sin dall'inizio, la Iena di turno corre dall'autoproclamatosi test giudiziario e, prendendo per buone tutte le sue dichiarazioni, senza minimamente verificare chi sia o quale interesse possa avere a parlare di un caso del genere, gli punta il microfono e ci illumina sul caso. Ah, sia ben chiaro, Rossi non partecipava e non si sa quale collegamento ci sia con lui, sebbene il suo nome sia onnipresente in alto sullo schermo e siano state nuovamente riproposte le immagini scabrose della morte.Nel bel mezzo dei pettegolezzi e dei dettagli sessuali, il "giornalista" sostiene che il testimone (maschio) si prostituisce con uomini da quando aveva diciotto anni, per motivi economici anche se non è omosessuale. Tre contraddizioni in una frase. Come se chiunque avesse problemi economici fosse "costretto" a prostituirsi e come se andare a letto con uomini non significhi essere omosessuale. Su sienanews.it una giornalista, finalmente una, Katiuscia Vaselli, giustamente scrive:"...tutta una serie di nomi importanti e altisonanti avrebbe partecipato a cene e feste con notti brave a base di sesso [...] E quindi? Mi chiedo, non da giornalista ma da semplice cittadina senese colpita da tanto livore nei confronti della città, dove sarebbe la notizia? Dove l’ipotesi di reato? Siena è una città come le altre, dove ci sono classi di potere come in ogni altro luogo del mondo e proprio come nel resto del mondo il potere, si sa, viene espresso anche con eccessi e ostentazioni [...] perché dare un giudizio su qualcosa che – si evince bene dal servizio – non trova un legame con il caso di David Rossi se non facendo una forzatura enorme, cinematografica che potrebbe rimandare ai ricatti?". Il tutto con l'intenzione, nemmeno troppo velata, di descrivere Rossi come colui che ricattava i presunti partecipanti a certi festini e per questo "suicidato" a cura dei ricattati. Ipotesi che conduce sì all'erezione del complottista di turno, ma molto lontano dalla verità e lontanissimo dagli interessi e dal rispetto della famiglia del Rossi, tradita e insultata da siffatti ritratti del caro scomparso. Il buonsenso basterebbe, senza deontologia ed esperienza giornalistica, per capire che un manager bancario del livello del Rossi, ben inserito e ben lanciato nel mondo lavorativo, non avrebbe nessun interesse a lucrare qualche migliaia di euro ricattando colleghi o autorità. Senza considerare che il Rossi non ha avuto mai responsabilità sui dissesti della banca e si sarebbe facilmente riciclato in qualche altro impiego bancario milionario in caso di malaparata senese. Concludo con le parole della brava giornalista:"...forse per noi che facciamo ogni giorno questo lavoro è arrivato il momento di ritrovare un’etica dell’informazione, perché è tra i nostri primi doveri. La ricerca spasmodica di scandalo e pettegolezzo deve appartenere a comari da mercato e a chi di questo lavoro non ha un’idea di passione e sacrificio [...] Per chi scrive, si tratta piuttosto di una precisa mossa politica indirizzata a screditare ancora di più questa città [..,] Siena non è l’inferno e non ci sono solo incapaci e delinquenti come si vuole, forse per vendetta, far credere. Piuttosto se si cerca la verità per David si continui a cercarla con serietà e non col pettegolezzo. I morti vanno lasciati in pace, se ne rispetti la memoria.".