Pensa, non credere.

ULTRAS PER QUALCHE MESE


In un bellissimo film di Bellocchio, un medico vede una paziente angosciata, ribelle, insofferente e le suggerisce:"Ma lei crede che il fascismo durerà in eterno?". E questo è il tempo loro, bisogna farli cantare, non scandalizzarsi per ogni selfie o insulto. E' la classica luna di miele di qualsiasi governo, in cui si sprecano i sorrisi, le promesse, le sicurezze di politici inebriati dall'effimero successo. E l'esercito di lacchè e fedayn che oggi imperversano sui social e nei bar, pronti a difendere fino alla morte il loro "prono" condottiero, tra qualche mese svanirà, banalmente, naturalmente, come per ogni governo, anche di quelli buoni figuriamoci. E da bravi fedeli e pronti all'estremo sacrificio negheranno pure di aver mai militato in quelle legioni. O non ricordate i bagni di folla a Berlusconi in piazza, le nonnine urlanti e i commercianti eccitati che poi si tramutarono negli applausi finti messi in sottofondo audio o nei venti ragazzi con le bandiere pagati ad ogni occasione utile. E dunque noi non guardiamo il dito, ma volgiamo lo sguardo alla luna. Salvini non è altro che un Berlusconi del 2018, un mezzo Mussolini dei tempi moderni. E come loro, come Renzi, riderà sempre meno e molto in fretta. I giullari di corte che lo hanno preceduto nel 2001 o nel 2013, almeno avevano un progetto o qualcosa di simile, sbagliato o superficiale che fosse. Salvini e il burattino Di Maio nemmeno quello, solo slogan che bruciano molto in fretta: l'ultimo, il boom economico è durato forse una settimana, prima della certificazione della recessione. Sarà una luna di miele breve, giusto il tempo di rendersi conto che l'immigrazione (per fortuna) non cesserà, che il censimento dei Rom non avverrà, che il Tap si farà, che la scorta a Saviano rimarrà (per fortuna), che Autostrade continuerà a gestire il suo tesoro e che il reddito di cittadinanza spetterà a pochi, forse e non per molto. E allora guardiamo ciò che ci deve interessare, la luna, ciò che deve costituire la nostra analisi, anche perché di 47 immigrati problema totale italiano è davvero sfiancante continuare a parlare. Erano i comunisti e i giudici il problema più grande italiano dieci anni fa, sono gli immigrati ora. Niente di più inutile. Ma qualcuno ricorda i programmi tv, i tg focalizzati, i giornali monotematici, da una parte o dell'altra, ma comunque bloccati per mesi a parlare del legittimo sospetto o di Ruby? Tra qualche anno saremo qui con gli stessi problemi non risolti perchè distratti a parlare della Sea Watch o della scorta di Saviano. Qui ci stanno rubando il futuro, la sanità, il lavoro e noi a commentare la colazione con la nutella del Ministro degli Interni...Guardiamo la luna, cioè quella parte di italiani che, passano gli anni, le stagioni, le esperienze, ma puntualmente, ad ogni tornata elettorale, si lasciano incantare da un populista qualsivoglia, a suon di promesse e slogan. Certo, la storiella della maggioranza degli italiani deve finire, perché di 46 milioni di persone che avevano diritto al voto, il 73% ha votato e solo il 17% ha scelto la lega, cioè una minoranza di 5 milioni di persone, che oggi detiene il potere in un paese di oltre sessanta milioni di cittadini. Basta quindi anche tra noi a parlare della scelta di un fantomatico paese. La maggioranza è sempre quella invisibile che non vota e che sta certamente peggio della ricca maggioranza. No prima gli italiani, prima gli sfruttati, i poveri, i lavoratori, chi ha meno rispetto a chi ha più. E se è pur vero che il fascismo si esprime sempre come minoranza violenta che prende tutto lo spazio d'informazione sociale e politica, è pur vero che, da quest'altra parte, dobbiamo iniziare un po' a smontare questa litania di elogio a questo popolo italico che, per l'ennesima volta, tornerà in poco tempo ad estraniarsi, a criticare, a far finta di non aver votato questo miscuglio di incompetenti e/o furbi mestieranti che oggi guida questa nazione. Noi, che non ci siamo fatti incantare da nessun pifferaio magico, Renzi o Salvini che sia, torneremo tra qualche mese ad assistere al solito mistero tutto italiano: la scomparsa dell'elettore di governo. Dove sono quei milioni che votarono Berlusconi che avrebbe risolto tutti i loro problemi? Dove saranno quelli che credevano al reddito di cittadinanza, alla flat tax o all'epurazione dei migranti? Ricordate le minacce di Gasparri & Co. vent'anni fa? "Ora tocca a noi e adesso vedrete". Ecco abbiamo visto, quindi, mio caro vicino di autobus non mi ripetere nuovamente:"adesso vedrai con Salvini". Che palle. CHE. PALLE. Rimane qualche ultras, certo: oggi trovi il berlusconiano DOC che ti racconta ancora la storia del bunga bunga, ridendo ebete ed eccitato; il renziano ancora fresco di campagna militare, ma incapace della minima analisi del fallimento (sempre colpa altrui), ma anche gli immancabili balilla, reduci eterni, anche e quasi tutti ormai, di una guerra e una società che non hanno vissuto mai (ma questo non li giustifica comunque).Quando questo paese capirà che non esistono formule magiche, che un boom economico non è possibile nemmeno nel paese più florido di questa Europa satura, che flussi migratori di miliardi di persone e decine di anni non li fermi oggi e tantomeno con la chiusura dei porti, allora forse potremo avere un politico che rischierà qualcosa in più del post su twitter o della ruspa fronte telecamera. E sia chiaro, per abbattere altri luoghi comuni e scorciatoie facili, tornare indietro, ai vecchi modi, al vecchio mondo, non è tantomeno una soluzione. Molti nel nostro paese hanno vissuto quel boom, quella rinascita, quella velocità e quella semplicità. Beati loro, ma ora riproporre le ricette di allora o volerci insegnare qualcosa sulla base di quella esperienza può essere interessante, ma molto poco utile. Siamo un paese piccolo in avanzata fase di saturazione, vecchio anagraficamente, burocraticamente gigante ed il mondo attorno a noi può praticamente entrare ed uscire quando vuole: economicamente, finanziariamente e umanamente, qualsiasi cosa si inventi qualsiasi politico. La velocità con cui quattro impiegati cinesi possono spostare miliardi di euro dal nostro paese a quello accanto, mettendoci in seria difficoltà, ci dovrebbe far distogliere l'attenzione da quei 4 migranti. E magari farci rendere conto che in quei paesi in forte sviluppo (Cina, India, etc), l'immigrazione è ben presente e ben sfruttata, oltre che spesso maltrattata (ma questo lo sappiamo fare benissimo).