Minnie72

L'adorata meta...! Sai, a volte mi chiedo se anche nel caso della vita non sia valido quanto conta per il viaggiare: e non mi riferisco alla banale e codificata attività del turismo di massa; intendo viaggiare nel senso di immergersi in realtà affatto diverse dalle proprie, in specie sotto il profilo culturale, con spirito di confronto paritetico al fine di un curioso mutuo scambio d'esperienze e, in fondo, di una migliore comprensione di sé. In questo tipo di viaggio non importa molto l'attinguere una meta prefissata: ciò che pesa, che forma, è il viaggio stesso, sono le difficoltà e le gioie legate alle incognite del percorso.... La meta, per quanto meravigliosa, non è mai come la si era vagheggiata, e finisce spesso col deludere: ma le sorprese, le avventure, perfino gli imprevisti più accidentati, che caratterizzano ogni lungo spostamento... ecco, quelli sì si incidono nella memoria oltre che, a volte, nella carne, e ci cambiano e rimangono e ci arricchiscono... E poi ancora - tornando al discorso principale - mi domando quale sarebbe, in verità, la meta della vita: la felicità?... Perché, forse esiste la piena assoluta felicità? e se esiste, e nell'evenienza possa essere raggiunta... ma dopo? ci si dovrebbe fermare lì?... Oppure meta, scopo della vita è il consumare, l'esaurire l'esistenza stessa? Beh, se così, allora è meglio prendersela molto comoda nel cammino per arrivare alla meta, in quanto essa coinciderebbe con la morte, e cioè - nella mia prospettiva di ateo - con la fine... di tutto!... Piuttosto... vedi? tanto ragionare... io non ci sono mica abituato,eh!... Che ne diresti di porre questioni più facili?!