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Post n°4 pubblicato il 25 Novembre 2010 da disastromeraviglia
MIO: aggettivo/pronome possesivo. Generalmente si usa questo termine per identificare cose materiali ,e non, di proprietà personale. La mia casa, la mia macchina, i miei sogni. Si tende però ad utilizzare questa parola anche riferita alle persone, probabilmente, a volte sbagliando tenuto conto che ogni essere è solo di se stesso. Poi, se ci ragiono meglio, mi accorgo che quest'ultimo modo di utilizzare il vocabolo in questione è esclusivamente riferito al ruolo che va ad accompagnare. Quando si dice "vorrei tu fossi mio", quel "mio" si riferisce ad un ruolo che, probabilmente, non è ancora stato assegnato. Mi spiego. Se si dice "mio padre" ,si intende "mio" in quanto qualcuno che ti ha generato, che ti ha fatto crescere. Se si dice "mia moglie", si intende "mia" per la promessa eterna che viene espressa nei confronti dell'altro. Se si dice "mia amica", si intende "mia" per il sentimento di fiducia e rispetto che si prova. Se si dice "il mio fidanzato", si intende "mio" per l'amore, la passione, la complicità, la progettazione di obiettivi comuni, l'assoluta condivisione di ogni istante. Per farla breve... trovo che "mio" nei confronti "dell'essere" sia esclusivamente riferito ad emozioni e sentimenti che non vogliono portare a costrizioni o alla possessione di qualcuno ma semplicemente alla libertà di espressione di se stessi. Mio. |
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