le mie corse

...affascinante effetto...


"La Bancarotta" del nano è stata rappresentata nel carnevale del 2012,con un certo successo. In seguito però verrà poco frequentata, forse perché figlia di uno schema politico tipico dei canovacci della Commedia del Silvio su cui però l’autore innesta temi piuttosto lontani dagli stessi tessuti quanto ad ambiguità e a modernità. Questa contraddizione risulta oggi invece assai stimolante e utile ad una politica incisiva quanto ironica e ricca di riferimenti molto attuali. La commedia prendeva effettivamente spunto da un soggetto antico dei comici della politica, e in parte era, nel 2008, ancora scritta a canovaccio. Il vecchio protagonista prende il nome e la maschera di Pantalone, e produce uno strano ed affascinante effetto " cangiante" tra tre personalità: il vecchio solido e incarognito dei canovacci più primitivi, l’improbabile libertino inciampato nelle sue stesse libido che fu uno dei cavalli di battaglia delle Comparse in "le escort", ed infine l’onesto ed esperto mercante "salvatore della società" che apparirà compiutamente più tardi nelle commedie spaghetti e western"riformate" e moraleggianti. Ma la vera novità de "La Bancarotta" è il ruolo del Dottore, in questo allestimento ribattezzato"il Professore" in onore dei maghi della finanza che imperversano nel governo e nei centri di potere della attualità, gli pseudo scienziati creativi capaci di diluire nel nulla debiti e fallimenti e insieme gli agognati sciamani della ripresa economica di cui tutto il mondo civilizzato piange ogni giorno la disperata assenza.
Intorno ai due "vecchi", un variopinto drappello di ruoli che sembra uscito da una storiella di cronaca economica di oggi, una socio spendacciona e con il vizio del gioco, un servitore che "arrotonda" la paga con il libero prelievo di sghei, che traffica e specula sui vizietti altrui, l'altro figlio "col nome di un pesce" destinato a succedere "degnamente" al padre, un nobile più baro che barone e un paio di signorine "artiste" a fare lo slalom tra i pruriti da esse stesse più o meno abilmente disseminati,affrontando il testo con particolare cura, tanto da renderlo "musicalmente" comprensibile ad ogni tipo di pubblico, in patria e all’estero.