Le mie maschere

Portami al Luna Park...


 
''Nessuno''...ragazzino mio... vienimi a salvare...  anzi vengo io, vengo da te, domani, stanotte, ora... Ti porto al Luna Park...ti compro lo zucchero filato e te lo ficco giù nella gola. Portami al Luna Park...''Nessuno''... fammi girare la testa, trattami da ragazzina, regalami una bambolina che vincerai al tiro al bersaglio. Coccolami nell'antro delle streghe...al buio tra gli scheletri penzolanti e i mostri di cartapesta, ingrassami davanti allo specchio deformante e baciami...le palpebre socchiuse.  
Ma non dirmi che mi ami.Scartami un...chupa-chups e guardami mentre la succhio... fammi il solletico se camminiamo abbracciati, tu mi stringi le spalle con un braccio... io poggio la testa sulla tua spalla. Reinventami...mio ''Nessuno''... mettimi un cappotto bello pesante addosso, ne avevo uno stupendo di lana rossa increspata a vent'anni e le mie amiche me lo invidiavano, chissà che fine ha fatto? Accarezzami il viso mentre aspettiamo di salire sulle montagne russe, accarezzami ancora, asciugami le lacrime, dimmi che sei felice, ho voglia di sentirtelo dire. Prendimi la mano e accompagnami su quel prato, siediti accanto a me, leggimi le pagine di Novembre, Flaubert, il libro che adoro... ''...Amo l’autunno, questa triste stagione si addice ai ricordi. Quando gli alberi non hanno più le foglie, quando il cielo conserva ancora al crepuscolo la rossa tinta che indora l’erba appassita, è dolce guardare spegnersi tutto ciò che poco fa bruciava ancora in noi… Mi sono messa al riparo dietro una montagna erbosa. Il vento era cessato. Non so perché, mentre ero là, senza pensare a nulla, ad osservare il fumo che saliva dalle capanne, l’intera mia vita mi è apparsa agli occhi come un fantasma e il profumo amaro dei giorni che non ci sono più mi è tornato con l’odore dell’erba seccata e del legno morto; i miei poveri anni mi sono sfilati davanti come portati dall’inverno in una lamentosa tormenta; qualcosa di terribile li faceva scorrere nel mio ricordo con più furia della brezza che muoveva le foglie lungo i calmi sentieri…”.''  
Esaltami davanti a un vecchio juke-box mentre mi scateno su un pezzo di Diana Ross, rimettimi ai piedi i miei zoccoli neri di quando andavo al liceo, rispolvera dalla soffitta la mia salopette jeans e i fermagli di legno a forma di cuore. Viziami, viziami con le ciambelle calde del bar della scuola, con lo zucchero che mi impiastriccia le labbra... Oggi abbiamo fatto sega, che fico...si che fico...siamo liberi. Dimmi che sogni di fare un viaggio, io e te, ad Amsterdam magari, a vedere le puttane in vetrina e magari entriamo, paghiamo e poi scappiamo via... tanto per giocare e sentirci diversi.Ma non dirmi che mi ami, ti prego.Schiaffeggiami nel Labirinto delle Fate, colpisci duro senza pietà il mio viso rasserenato, fammi sputare sangue dalla bocca e succhialo come fosse coca cola... che questo sapore sia per te come il cappuccino al mattino, la sigaretta dopo pranzo, l’orologio al polso, il giorno e la notte...le stagioni.''Angelo, Diavolo, amore, tormento...mia di voluttà, da dove vieni? Dov’è tua madre? A che pensava quando ti ha concepito? Sognava forse la forza dei leoni dell’Africa o il profumo di quei lontani alberi, così forte da far morire?'' Non mi dici nulla: guardami con i tuoi grandi occhi... ...Guardami, guardami! Occhi scuri...occhi chiari... che importa! Eccoti, eccoti i miei…”.Ma ti scongiuro... io ti scongiuro ''Nessuno''...
...non dirmi mai che mi ami.