Creato da lemiemaschere il 02/12/2008
 

Le mie maschere

Depongo le mie Maschere. Giorno dopo giorno... Le mie Confessioni.

 

 

''Quiete Tempestosa''. A mia figlia...

Post n°64 pubblicato il 10 Febbraio 2009 da lemiemaschere

 




Stanotte la pioggia scende in catene morbide ed ampie,


trascinata da un vento freddo che... agita i rami degli alberi in


giardino.


Vorrei scrivere fiabe a mia figlia...


in notti come questa notte di ''Quiete Tempestosa''.


..Ed una goccia diviene una fata con abiti di ghiaccio,


occhi di gatta verdi di giada,


cristalli tra i capelli... che voglio corvini e...come lunghi


anelli...intorno al viso.


Ed... una danza, per lei voglio disegnare...con la mente...una


danza tra i tetti e le ombre degli alberi, in questa notte di


''Quiete Tempestosa''.


Per questa figlia, che mi dorme accanto e che respira leggera,


con il suo cane di peluche...che sogna anch’esso sogni di


cane amico fedele.


Per questa figlia vorrei parole che non ho,


storie che non so.


Di fate e pastori, di scoiattoli e bambini, di comete e di onde.


Di neve e di acqua.  


Il vento ora si lancia con forza contro le persiane chiuse.


La accarezzo leggera, le sposto una ciocca di capelli dal viso.


E di stelle e pastori, di Re e di angeli,


di canti,


di fate e sogni e ricordi si riempiono gli spazi intorno


a noi.


Ed io...io comprendo che non devo per forza trovare parole


per raccontare.


Basta questo pulsare della Mia vita...accanto alla Sua.

 
 
 

Dedicato...

Post n°63 pubblicato il 10 Febbraio 2009 da lemiemaschere

Il fiore non valuta la sua bellezza:
''...Generosamente ha ricevuto e generosamente
dona...''
Il dolore che hai dimenticato nell'animo...sta bruciando,
nelle oscure spiagge dei sogni.
Oggi...ci saranno uomini che verranno a baciarti i piedi...
così...tu dovrai fare attenzione che non ti portino via le scarpe
.


Apri gli occhi,
fuori di te
troverai luce infinita
.

Il cuore quasi mai... ubbidisce...ma...diffonde luce dagli occhi.
Notte lontana, nemica...

Luna vicina, amica sempre.

E' stolto... quel cuore che non capisce il suo sbaglio:
ed il tuo pianto cerca tra le stelle...fiori rigogliosi in questo  freddo inverno.
Ogni alba porta un nuovo giorno,
lavando con la luce della speranza...le macchie e la polvere
dello spirito vuoto di ogni giorno passato.
Nella foresta, dove eri ospite,
fiorì una rosa che disse:
''Non ti scordar di me''
e si piegò al suolo.
L'esistenza creata...nell'anima e nel corpo se ne va...
rimane un pensiero...fatto di luce ed ombra...

  Quando la tempesta infuria nel giardino della primavera
le gemme non hanno paura e le giovani foglie ridono.
...Solo le foglie appassite conoscono la bufera:
''Ma è colei che le libera...perchè dovrebbero temerla?''

Avvolte nella nebbia
le montagne sembrano nubi.

 

In cielo due stelle
camminano unite
per illuminare
il tempio dell'universo.


Da un occhio all'altro...giocano lampi neri:
il cuore manda i suoi ambasciatori segreti.
Qualcuno ieri rovesciò il calamaio sulla tela.
Ora si vanta:
''Ho dipinto la notte''.
''Il Dolore è come una notte
nella stagione delle pioggie:
piove continuamente, senza interruzzione...
La Gioia è come il lampo,
messaggero di un breve sorriso.''

Non piangere papà
non piangere...ti prego
non piangere più...
Sorridi, guarda la vita:
...E' tua.
Non piangere:

Io non ci sono,
ma tu papà non piangere più.
Ti prego papà porta per mano
la mamma...

Io sono arrivata..
''Sono tornata a casa papà.''

 

 
 
 

Lo specchio...

Post n°62 pubblicato il 09 Febbraio 2009 da lemiemaschere

 




La porta si aprì sulla stanza e tu mi invitasti ad entrare...


Non sapevo per quanto sarei rimasta e non sapevo se potevo


togliermi sciarpa e paltò.


Mi facesti sedere, in cucina... e mi offristi un caffè...


Era bello restare così... anche in silenzio.


...C’era un caldo tepore ed una aria di quiete che non ''sai'' quasi


mai…


Appesi la sciarpa pensando:


“ ..Non vado più via…” ed era come se avessi scoperto quell’isola che


non c’era e che non c’è più.


Mi guardasti dritto negli occhi  e capivo che ogni cosa era scritta da


prima e che eri ''troppo dentro'' di me.


Parlammo di cose, ...di vita, ...di giorni, di quello che viene e che va,


...parlammo di niente


...forse restammo in silenzio per tutto quel tempo...


Provammo a spiegarci ragioni, a raccontarci dei sogni, a regalarci


colori...


Ascoltammo i pensieri.


Nell’aria un pò ferma ed un pò assurda di quella normale cucina in


cui eravamo seduti,


ci sentimmo come in una fantastica alcova di un amore segreto e in


sordina,


un amore bambino... che non sapeva neppure narrare di se...


Restavano pigri e nascosti, in disparte, i pensieri di te e di me,


 ...le frasi a metà,


...le parole spezzate,


 ...la mia mano protesa per afferrare la tua …


''No, …scusa…, era solo che volevo il caffè…''


Una bugia...


Come due collegiali o naufraghi soli,


ormai più abituati a dividere cose...


Ce ne siamo rimasti così, mentre la sera saliva,


piano piano... a distendere ombra e silenzio.


E noi due...senza averne sentore,


vedevamo la sera e le luci già accese, lì fuori dai vetri...


...Giocavamo a scambiarci i pensieri,


...a pensarci in un  film…


...Ed io, in quel film, mi sarei alzata di scatto, t’avrei preso la mano e


raccolto parole che erano   intorno, ...


racchiuse in tutte le pieghe,


in angoli e tasche...


e tu, di rimando: ''…Rimani con me…''.


Ma il pesante rintocco di un tempo più antico,


decretò che quel film, adesso, era proprio finito, che cambiava la


scena e il sipario e gli attori, tornavano solo comparse…


Ancora una volta…eravamo alla fine del viaggio,


di quel viaggio in cui, non ci eravamo mai mossi da lì.


Presto mi sarei rialzata e avrei rimesso la sciarpa ed il paltò...


Un sorriso appena accennato,


poche parole di imbarazzo e di scusa, ...farfugliate a metà,


inciampare confusa tra i piedi e la sedia e sfiorarti la mano per


portarti con me...ma uscire con fretta, lasciandomi lì... lì con te…


''Hai scordato la sciarpa'' ...mi dici, mentre scendo le scale…


''…Lo so …lo sappiamo…'' rispondo ...


''...ma è l’unica scusa che ho,


per tornare a riprenderla, un giorno e tornare da te''


Ti guardo da dietro...i miei occhiali scuri...


e..penso..che quando


verrò a riprendermela ...


non ti lascerò più lì...


So come fare.


C’è uno specchio in camera tua...che ha proprio due posti :


C’entriamo a misura... io e te...


...Entriamoci dentro... e poi... lo mandiamo in mille frantumi




Non ci troveranno mai più…



 
 
 

Il Folle...

Post n°61 pubblicato il 06 Febbraio 2009 da lemiemaschere

 




So di un uomo con panama bianco che vive tra i vicoli della città.


Le tasche vuote, le scarpe sporche ed una rosa all’occhiello.


Dice che cerca la regina di cuori.


Piange canzoni di guerra con l’anima gonfia.


So che l’uomo parla fitto con l’ombra,


chiede sigarette ai passanti, dando in cambio dei passi di danza.


Lo chiamano il ''Folle'', ha la pelle bruciata dal vento, negli occhi ha i


giorni passati, nella bocca la voglia di vino che brucia la gola e


avvelena le vene.


Pare che l’uomo non mangi per giorni e dorme soltanto se c’è luna


piena.


La sua vita l’ha persa alle carte, la sua donna in una cantina, la


ragione sciupata per strada.


Lui si lava nella fontana, sembra parli almeno tre lingue e che sappia


di fanti e di dei.


Lui disegna strani guerrieri, senza volto e senza armatura, uomini


feriti da storie di ieri, che portano il sangue nel mondo di oggi.


Si narra che il tizio ne sappia mille di storie e se gli paghi da bere,


qualcuna ne inventa anche per te.


L’ho cercato ed ho chiesto di lui.




Tutti quanti...almeno una volta...lo avevano visto.




Gli ho lasciato un messaggio ed ha risposto...:


No. Ho paura di te.”



 
 
 

Forese che si... Forse che no...

Post n°60 pubblicato il 05 Febbraio 2009 da lemiemaschere

 

Trattengo nel gesto l'immobilità del tempo e soffio.

Che sensazione di pelle quella del penetrare sempre più

dentro il ritmo di una cosa,

il masticarla quasi a morsi piccoli ma mai identici.

Come gli stracci della polvere...

quelli che quando li sbatti

ne diffondono a miliardi di batuffoli nell'aria. 

Mi rincresce quando mi vogliono catturare per

conservare...quasi fossi una carne da macello,

già passata per la cella, con i ghiacciolini in miniatura

sulla pelle contratta.

Che ce ne facciamo di un pensiero controllato?

Che ce ne facciamo di un amore...

che ripete parole sparse in rime di fretta?

Che ce ne facciamo di una copia "scaduta"?

Rimango inerme e volto la schiena a quell'incomprensione

che smette di essere femminile o maschile,

smette semplicemente... Punto.

Accolgo e mi accolgo e allora...allargo, ammorbidisco,

preparo e quasi accondiscendo, ma non per compiacere,

No..

Vado incontro perchè il tempo è sempre quello meno

considerato e quello che più temiamo ed allora:

''Devo smetterla di leccarmi ferite inesistenti,

di lanciare segnali

a vuoto, di piangere solitudini.''

Spesso...la mia viltà è un qualcosa che mi ferisce dentro.

Rispetto i tempi morti, rispetto le attese,

anzi..le desidero fino allo spasimo...

ma poi...il getto continuo del mio pensare,

viene accavallato dal mio muovermi in uno spazio circoscritto,

ma invaso e pur sentendo il bisogno di respirare,

continuo a lasciarmi invadere,

quasi fosse

dovuto,

quasi per assolvere a un dovere di...

Ci si lascia...così spesso abbindolare da una carezza,

da un sorriso,

da una richiesta..perchè è quell'incapacità di dir di

no..perchè si pensa di esser indispensabili, o nel nome di

quella responsabilità che ci cuciamo addosso..

E' passato del tempo, si cambia...

forse che sì..

forse che no..

Eppure dentro ti rimane il ricordo di quel buio,

di quel silenzio,

di quella stanza in cui tutto veniva raccolto e di quelle

parole che hai scritto e che non hai mai avuto il coraggio di

gettare via..e sono ancora là...da leggere..

Un giorno...

..forse che sì...

forse che no...

P.s.: La lingua sa mordere e non solo succhiare.

....perchè Insieme diventa un nuovo Parlare.

 
 
 

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Non c'eri.
Eppure ti sentivo.
Ti sentivo come si sente l'angoscia in una
strada buia mentre i piedi incontrano la pioggia...
come si sente l'abbandono in quelle luci gialle e tristi degli ascensori.
Ti sentivo nelle ossa come la febbre del primo inverno...
Ti sentivo nel silenzio che mi creavo nella mente...

 

CON UN BATTITO DI CIGLIA... SUSSURRALO...

Non e' stato facile...difenderti da tutto e...
non difenderti da me.
E tutte quelle notti a sussurrarmi:
- La tua dignità dov'è? -
Oggi la mia dignità è ...a salvarti via da me.
 

Chissà che cosa c'è dopo per noi,
per noi che non abbiamo esempi e certo
non lo saremo mai...
Per noi... che dopo pianto ci scappa sempre da ridere ma...
qualche volta no.
Troppe volte...No.

 

AREA PERSONALE

 

QUESTA SONO IO... GIÙ LA MASCHERA.

Piccola stella mia... 
ricorda sempre il mio nome...
non lo buttare via.
E tu quante volte ancora sei la spina che addolora,
quante volte basta un niente che ritorni nella mente.
Anche quando tocco il fondo,
anche lì ti sto pensando...
Forse vista di profilo ma in ogni cosa rassomigli a me.

 


 

Se c'è una qualsiasi magia in questo mondo,
deve essere nel tentativo di capire qualcuno
...condividendo qualcosa.
Lo so, è quasi impossibile riuscirci,
ma che importa in fondo?
La risposta deve essere nel tentativo...

 

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