Lente Ingrandimento

Tanti auguri Italia e speriamo bene


L’Italia? 150 anni ma li dimostra tutti. Vorremmo dire l’esatto contrario ma gli eventi degli ultimi anni, il malcostume dilagante, la poca serietà istituzionale a tutti i livelli, lasciano intravedere una nazione quasi decrepita, quasi assalita da demenza senile che provoca la cancellazione, dalla memoria storica dei sacrifici, delle lotte
ed dei sogni dei nostri patrioti bramanti di una Italia unita frutto d’ispirazione di fratellanza e solidarietà tra tutti gli uomini della nostra splendida penisola. Oggi a distanza di 150 anni da quel 17 marzo 1861, si sta assistendo incredibilmente ad un processo inverso che incredibilmente tende a dividere, a distinguere uomini donne e bambini del sud con quelli del nord, quasi come se appartenessero a storie diverse e soprattutto a popoli diversi. Federalismo, fiscale o non fiscale, parole al vetriolo sulla istituzione della festa dell’unità nazionale, dichiarazioni di non appartenenza al popolo italiano nonostante si ricoprano cariche istituzionali fondamentali della nostra nazione, incoerenza tra ruolo ricoperto e azione governativa minano minacciose le basi della nostra democrazia sempre più vacillante a vantaggio di un libertinaggio diffuso sempre più tollerato che cancella pian piano i punti fermi del lecito e del non lecito che da sempre, in tutti i popoli, hanno rappresentato i limiti del viver civile. Ma quanta ipocrisia c’è all’interno delle istituzioni? E’ difficile affermarlo, ma non è difficile intuirlo. Assistere in Tv, su reti pubbliche e quindi sostenute con il sacrificio dei contribuenti, a scene deliranti che hanno per protagonisti titolari di dicasteri con la mano su cuore sulle note del “Va pensiero” di Giuseppe Verdi fa sprofondare, agli occhi dell’opinione pubblica internazionale, l’immagine dell’Italia nel baratro della vergogna segnata da due elementi fondamentali: il primo rappresentato dal ruolo istituzionale ricoperto ed i secondo dall’ignoranza più profonda. Ma è così difficile per questi signori conoscere la storia della nostra patria? È così difficile ad esempio, capire che il “Va pensiero” di Giuseppe Verdi è nato per unire e non per dividere. Oggi purtroppo si assiste ad un sovvertimento dei valori che vengono liberamente interpretati, distorti, ed utilizzati a proprio piacimento ed a secondo delle proprie necessità. Ecco così Verdi trasformato in un separatista, la morale pubblica in un varietà, la politica in un tetro teatrino dove nessuno, destra e sinistra, riesce a sottrarsi. Quello che rincuora, in questo particolare momento della nostra esistenza è vedere molti dei nostri concittadini attaccati a questo senso di appartenenza alle radici di un unico popolo nato per restare unito. Un senso di appartenenza che in tantissime strade delle nostre città viene dimostrato attraverso l’esposizione del “Tricolore”, anch’esso oggetto di attacchi delegittimanti. Probabilmente dovremmo fermarci un attimo a riflettere e ripartire dal nostro inno nazionale che canta le gesta dei nostri patrioti che ebbero il merito di “Destare l’Italia” assopita dalla tirannia dell’invasore straniero. Oggi come allora gli italiani dovrebbero “Destarsi” e diradare le nebbie che attanagliano il nostro presente per viaggiare spediti verso un futuro unitario e solidale.