Lente Ingrandimento

TERROMOTO IN ABRUZZO


La tragedia di una popolazione messa in ginocchio nella settimana che ricorda la passione di CristoAlle 3,32 un boato pauroso, una scossa prolungata, interminabile, sembra non finire mai. Poi il silenzio irreale a cui seguono a distanza di poco le urla della gente impaurita, scossa ferita nel profondo, nei suoi affetti, nelle proprie cose. Inizia così la settimana santa nella terra d'abruzzo. Inizia con un terremoto di 5,8 gradi della scala Richter con epicentro registrato a circa 10 km dall'Aquila. La scossa, nettamente avvertita in tutto il centro Italia, dalla Romagna a Napoli, ha provocato oltre novanta le vittime accertate, centomila gli sfollati e centinaia di milioni di euro i danni rilevati . Davvero peggio non poteva presentarsi per gli abruzzesi questo periodo particolare dell'anno che ricorda, storicamente e liturgicamente la passione di Cristo.
Quella passione che oggi vivono sulla loro pelle, messa a nudo da un assurdo, quanto imprevedibile, appuntamento con il destino. Sconvolgono, oltre alle immagini cruente che fanno ritornare alla mente quelle più recenti dell'Umbria e quelle meno recenti del Friuli, le dichiarazioni del presidente del consiglio che appresa la notizia ha avuto titubanza ad annullare il suo viaggio in Russia. "Occorre vedere se oltre al decreto d'emergenza già da me firmato, è necessaria la mia presenza.....La riunione con gli imprenditori in Russia è importante". Ma cosa c'è di più importante della vita umana, cosa c'è di più importante della ricostruzione morale e materiale di un'area così tanto devestata e martorizzata che grida disperatamente AIUTO? Forse c'è l'interesse degli imprenditori che devono, in nome del dio denaro, compiere questa missione passando sui cadaveri di una tragedia immane. Tristemente il tutto viene prospettata come una necessità che deve soddisfare interesse collettivo. Fortunatamente, alla fine il buon senso di chi consiglia il nostro premier ha prevalso anche sulla potente macchina imprenditoriale.
 Ciò fa capire che la morte merita rispetto al di là di qualunque altro aspetto della vita. Abbiamo salvato la faccia di fronte all'opinione pubblica mondiale che si è precipitata a dare testimonianza di solidarietà che in queste ore sta coinvolgendo tutto il nostro Paese attraverso l'organizzazione di punti di raccolta sangue e generi di primissima necessità. Adesso è il momento del silenzio; è il momento del dolore; è il momento della solidarietà. A tutto ciò deve seguire, adeguandosi ad una legge vecchia come il mondo, il momento di proseguire, il guardare avanti con la consapevolezza che mai potranno essere cancellati dai nostri occhi e dai nostri cuori le immagini degli uomini, delle donne ed dei bambini morti tragicamente per volontà del destino. Occorrerà guradare avanti, dunque, con la fiducia e la forza che il popolo italiano ha sempre dimostrato nei momenti più bui della propria storia. Ma occorrerà, anche, guardare al futuro vigilando affinché tutto venga fatto bene ed in tempi rapidi, eviteremo così che l'immane tragedia abruzzese non si trasformi nell'enorme giro d'affari che ha rappresentato l'Irpinia, utile a pochissimi e non alla collettività.