Lente Ingrandimento

La Festa in Onore di S. Francesco di Paola


Una tradizione che cambia nel tempo ma che mantiene intatto l'immenso amore dei suoi devoti verso il Santo della CaritàGrande attesa per i festeggiamenti che la città di Paola riserva al suo cittadino più illustre, S. Francesco. L'appuntamento si rinnova con il tradizionale cartellone civile e religioso allestito dalla comunità dei minimi e dall'amministrazione comunale. La festa come ogni anno porterà, nei primi quattro giorni di maggio, nella cittàdina tirrenica centinaia di migliaia di persone che tributeranno il loro omaggio devozionale al patrono della Calabria e della gente di mare. Ma la mente va immediatamente a quella che era la tradizione antica di una festa che ha resistito fino a un ventennio fa e che vedeva protagonisti uomini e donne di "un'altra era", quella della semplicità e della solidarietà, lontana anni luce da quella tecnologica che viviamo oggi e che condiziona, necessariamente, anche una festa antica come quella di S. Francesco.
 Oggi non vediamo più, ad esempio i "forestieri", devoti del santo giunti dalle varie province calabresi, dormire nei portoni delle case paolane alle quali necessità provvedevano gli inquilini attraverso inviti a pranzo o attraverso una tazza di caffè bollente di buon mattino. Non si vedono più le donne della vicina Nicastro, in abiti tradizionali dalle code di diverso colore a secondo del loro stato civile. Non si assiste più alla grande adunata di pellegrini all'interno dell'androne del Santuario, luogo in cui si passava la notte tra il 3 ed il 4 maggio tra canti popolari di devozione e preghiere di arcaica memoria. L'unica cosa che rimane ancora di questa tradizione è la fila di pellegrini, anche se sempre più risicata, che si scorgono sulle Statali 18 e 107, percorse a piedi da devoti che impiegano intere notti per sciogliere un voto o per testimoniare il loro affetto ad una figura immensa come quella del santo paolano. L'era tecnologica, oggi impone la pubblicizzazione dell'evento su internet; la ricerca dell'artista più rinomato che sia di maggior richiamo per un pubblico sempre più esigente; la spasmodica attesa delle cosiddette bancarelle presso le quali acquistare un capo firmato ad un prezzo di "vero affare". I nostri padri, le nostre madri aspettavano invece la nave della marina militare che stazionava di fronte la nostra costa tutta illuminata a testimonianza della vicinanza al loro santo protettore, aspettavano i venditori delle noccioline o dei "cavallucci" e dei butirri, ma aspettavano soprattutto di poter partecipare alle due processioni, quella del "Mantello", oggi profondamente trasformata, che veniva preceduta dalla tradizionale sfilata di ciclomotori, e quella della "Statua" che sostanzialmente ha mantenuto, tranne piccole variazioni, intatto nel tempo il suo rituale. I vari cambiamenti che l'evoluzione sociale impone a tradizioni antiche come quella di S. Francesco non inficia, tuttavia, la devozione e l'amore che i paolani, i calabresi autoctoni ed emigrati, riservano al loro santo protettore che a distanza di secoli continua a stupire per l'attualità della sua grande opera riformatrice avviata sin dal 1416.