Lente Ingrandimento

Conclusa la Festa in onore di S. Francesco di Paola


Una tradizione lunga più di cinquecento anniCome è possibile quantificare l'affetto che la gente di Calabria, e non solo, tributa al suo santo protettore? Se ci fosse un metro di misura non potrebbe prescindere dalla enumerazione, quasi impossibile, della moltitudine di persone che nei primi quattro giorni di maggio invade la città di Paola. Quello che stupisce della festa del "4 maggio" è che, nonostante il rituale sia sempre lo stesso da circa cinquecento anni, riesce a stupire ed emozionare anno dopo anno, senza che il tempo riesca a scalfire il trasporto che una regione intera avverte in questo particolarissimo periodo dell'anno. Eppure S. Francesco tutto è tranne un "Santo mediatico"; ed allora quale spiegazione dare a questo fenomeno attrattivo? La risposta è racchiusa nel suo carisma, nella sua parola, nei suoi insegnamenti e nelle sue opere che rimangono inatatte nel tempo, anzi, si riscoprono giorno dopo giorno sempre più attuali ed utili da prendere come modello di riferimento per la gestione della vita pubblica e privata. A testimoniarlo sono soprattutto le parole delle autorità che in una sorta di confessione a cuore aperto riconoscono nel "Santo della Carità" una icona storica e mistica a cui ispirarsi senza alcuna mediazione. Oggi, chi guarda a S. Francesco
con occhi di "semplice fedele" ammira la figura di un santo taumaturgo capace di mediare efficacemente alle suppliche elevate all'Onnipotente; ma chi l'osserva anche con occhi storici non può fare a meno di rilevare come abbia influenzato in modo benefico e radicale le scelte di Luigi XI, prima, e di suo figlio Carlo VIII poi, considerati i più potenti sovrani d'Europa di allora. E' come dire, a termine di paragone, che se fosse stato in vita oggi, S. Francesco avrebbe indirizzato, sui canali di rettitudine morale, le Politiche di potenze come l'Unione Eurpea piuttosto che gli Stati Uniti d'America. Eppure gli scenari di ieri e di oggi, paradossalmente sembrano essere gli stessi. Nella epoca storica di S. Francesco tra i problemi da gestire, oltre alla povertà dilagante, vi era quello dei Saraceni; delle Guerre Sante, oggi invece, il quadro instabile d'oriente, le crisi economiche e le vecchie e nuove povertà che sembrano ricalcare drammaticamente gli scenari del XV - XVI secolo. Ma non solo, ad esso va ad aggiungersi l'opera di moralizzazione avviata, attraverso l'esempio della sua vita e dei suoi frati, della chiesa corrotta del suo tempo, che richiama alla mente drammi ed accadimenti attualissimi a noi molto vicini. Ironia della sorte o se si vuole ciclicità della storia! Ma S. Francesco è, e rimane il "Santo della Carità" e soprattuto dei bambini, non solo per essere "Testimonial dell'UNICEF" ma soprattutto per l'affetto che questi piccoli conterranei dimostrano, spontaneamente o, per i più piccini, attraverso i loro genitori verso quello che vedono come un nonno protettore che veglia costantemente sul di loro. Chi giunge a Paola giorno 4 maggio per assistere
 alla processione del simulacro del Santo, non può fare a meno di notare le innumerevoli soste che i portatori della statua sono piacevolmente costretti a subire. Soste finalizzate all'innalzamento di pargoli quasi tra le braccia argentee di "Francesco di Paola". Un rituale antico quanto la tradizione che avvolge la festa e che suscita ogni volta quel brivido d'emozione che percorre, stranamente inaspettato, la schiena. Affetto e devozione che sono testimoniati anche attraverso il particolarissimo abbigliamento composto dal "Monachello" vestito dai più piccoli, che richiama il saio vestito una vita dal "Santo dei Miracoli". Appena trascorsa la festa del "4 maggio", la gente aspetta quella del prossimo anno, e lo fanno pieni di devozione e di speranza che le grazie chieste vengano concesse. Una su tutte quella di una vita migliore.