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La Festa del Peperoncino rischia di scatenare polemiche


Per la Liguori di ItaliaNostra, a rischio le mura del Castello di Carafa a DiamanteLa festa del peperoncino, ottima e geniale manifestazione a carattere culturale-culinaria che celebra le virtù della piccante spezia ed istituita dall'Accademia Nazionale del Peperioncino e dall'amministrazione comunale di Diamante, rischia di scatenare polemiche per le forme pubblicitarie scelte per amplificarne la diffusione. In verità già gli accenni o forse qualcosa di più già c'è e si può trovare sul socialnet più famoso al mondo: Face Book. Si tratta di un "allarme deturpazione" e porta la firma di Teresa Liguori, consigliera nazionale di "ItaliaNostra" Onlus, che lamenta "l’affissione di un ingombrante cartellone pubblicitario proprio sulle antiche Mura del castello dei principi Carafa, uno dei più rilevanti Beni Culturali della cittadina". Fare pubblicità si ma senza
Le mura del castello dei Principi di Carafa a Diamante (Cs) coinvolgere e "deturpare" i beni storici della città. Sembra essere questo il motto lanciato dalla Liguori e prontamente commentato da diversi abituali frequentatori dello spazio virtuale su internet. "Fare una passeggiata sul lungomare, a picco -  sottolinea la consigliera di ItaliaNostra nella nota pubblicata - significa ritrovarsi su una terrazza aperta dall’orizzonte così ampio da arrivare fino alle coste lucane e campane. Ben venga la pubblicizzazione di eventi così significativi ed importanti per Diamante. Ma è proprio inevitabile collocare in quel punto il cartellone? E’ poi tanto difficile trovare una soluzione alternativa, altrettanto congrua, ma non impattante per la bellezza del paesaggio di Diamante?". Il castello dei principi Carafa, era una sorta di costruzione-fortezza eretta a difesa del territorio, e adibita per metà a prigione e per metà a residenza estiva. La sua edificazione risale al XVII secolo, possedeva quattro imponenti torri, mura possenti e un ponte levatoio, di cui purtroppo sono rimaste scarse testimonianze, ma che costituiscono ancora, a distanza di centinaia di anni, fenomeno attrattivo per i turisti che oggi, al loro posto, potrebbero "ammirare" gigantofrafie pubblicitarie.