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Polemiche per l'esclusione dell'Anc dal manifesto del IV Novembre preparato dal comune di Paola


Nell’imminenza della cerimonia commemorativa del “IV Novembre”, giorno in cui l’Italia ricorda i caduti in guerra, nella città di Paola si accende la diatriba tra il decano della locale Associazione Nazionale dei Carabinieri, Francesco Allotta e l’amministrazione comunale. A suscitare l’indignazione di Allotta è l’esclusione dal manifesto celebrativo approntato dall’amministrazione comunale, proprio dell’AnC cittadina, per motivi che lo stesso Allotta “non si riesce a spiegare”. Principale destinatario dell’affondo dell’associato è il sindaco Perrotta a cui Allotta scrive attraverso la stampa. “Egregio sindaco, nel suo pregiato manifesto per la ricorrenza del IV Novembre – scrive il decano dell’Associazione della benemerita – per motivi che non si riescono a spiegare, l’AnC non è stata indicata fra le organizzazioni locali, mentre altre vengono poste in prima linea. Ci sono tutti e tutte, manca l’Associazione Nazionale Carabinieri, il cui presidente maresciallo Cosimo Polito, non potendo usufruire di locali idonei ad ospitare i suoi iscritti, nonostante avesse sollecitato lei, egregio sindaco, di mettere a disposizione un qualsiasi sito adatto alla bisogna, ha preferito, invece, molto amabilmente, dare ospitalità ad una succedanea sezione dei carabinieri in congedo non riconducibile all’Anc della quale, tuttavia, non si vuole deprezzarne il valore intrinseco dei suoi componenti”. Il problema della sede per Allotta è determinante ai fini dello svolgimento della vita associativa.  “L’Arma in servizio – scrive ancora Allotta – ha la sua sede nelle caserme, mentre l’arma in congedo ha la sua sede nelle sedi dell’Anc, oggi mancante, per motivi che appartengono alla oziosità ed alla critica deteriore”. Nonostante tutto l’AnC sarà presente alla cerimonia in onore dei caduti come spiega lo stesso decano. “Il IV Novembre l’Arma che la gente ha proclamato Benemerita, sarà presente, perché sente la necessità di onorare i caduti, non solo della guerra risorgimentale, ma di tutti coloro che hanno immolato la loro vita, sia nel territorio nazionale, sia fuori confini”.