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Post N° 211


...ci stavo pensando giusto ieri...Trentenni di Alessandro Rimassa Trentenni/ Attacco alla gerontocrazia. Con le quote giovaniSabato 25.11.2006 11:00di Alessandro RimassaDa Wikipedia: “Il termine gerontocrazia indica un sistema politico in cui il potere è detenuto dagli anziani. La parola è stata coniata per definire le antiche forme di autorità patriarcale, comune a molte società tribali, in cui il potere viene detenuto dai membri più anziani della tribù. La gerontocrazia ha avuto diffusione in tutto il mondo in epoche diverse; ancora oggi è prevalente presso alcune tribù dell'Africa, del Sud America e dell'Oceania”. Peccato che tra tutte queste tribù, ci sia da aggiungere anche quella italiana.Ancora dalla più famosa enciclopedia on line: “Etichettando un governo democratico come gerontocrazia si intende stigmatizzare lo scarso ricambio della classe dirigente e la lentezza della carriera politica. Di norma si sottointende che entrambi i sintomi siano causati da un sistema politico fortemente clientelare”.Quello italiano.Non c’è molto da aggiungere, per sottolineare il fatto che la gerontocrazia sia un problema socio-politico-culturale di grandissima portata, un rischio serio per il futuro di un Paese che deve stare al passo dei tempi e combattere con un sistema mondo veloce, complesso, fluttuante.Ecco allora il dramma tutto italiano: l’età media dei senatori è 57,58 anni, in costante salita (nel 1994 era 54,08); quella dei deputati 51,6.Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica, ha 81 anni.Romano Prodi, presidente del Consiglio, ha 67 anni. Il suo collega francesce Villepin ne ha 52, la tedesca Merkel 51 anni; Persson in Svezia, Socrates in Portogallo, Karamanlis in Grecia e Vanhanen in Finlandia sono diventati premier a 47 anni, Zapatero in Spagna a 44. E prima di lui Aznar era andato al potere a 39 anni; Blair è diventato primo ministro quando di anni ne aveva 43, l’attuale leader dei Tories inglesi è un fresco trentanovenne. L’età media dei ministri italiani di Interno, Esteri, Economia, Giustizia e Difesa è 63 anni.L’8 giugno Beppe Grillo scriveva su Internazionale: “Il futuro lo decidono quelli che non lo vivranno e non quelli che lo subiranno per mezzo secolo”.Ma allora che senso ha lamentarsi del troppo conservatorismo, delle riforme che non arrivano mai, di una rotta che non si inverte, di un Paese in continuo declino? È inutile prendersela con chi, per indole, età, crescita personale e professionale, del futuro non fa e non farà parte. Siamo noi trentenni, e con noi i ventenni e i quarantenni, a dover combattere per prendere il potere.Francesco Verderami, sul Corriere della Sera Magazine, ha proposto le “quote giovani”. Daniele Capezzone sostiene l’idea. Se molte donne inorridiscono davanti alle quote rosa, noi invece non dobbiamo scandalizzarci davanti alle quote giovani: anzi, dobbiamo sostenerle perché, con sistemi elettorali come quello attuale dove tutto si decide nelle segreterie dei partiti, o otteniamo uno spazio prestabilito, o rimaniamo e rimarremo sempre in un angolo. Non noi soli: noi con un intero Paese e col suo inesorabile declino. Che certo non sarà fermato dai 60/70enni!